Sinister, la recensione dell’horror con Ethan Hawke
Lo scrittore di cronaca nera Ellison Oswalt (Ethan Hawke) si trasferisce con la sua famiglia a King County (Pennsylvania) per lavorare al suo nuovo romanzo. La villa in cui va ad abitare è tristemente nota per essere stata teatro del brutale omicidio di quattro persone e la conseguente scomparsa di una bambina. Oswalt troverà in soffitta delle pellicole in Super 8 che gli riveleranno particolari inquietanti su questo caso irrisolto. Ad aiutarlo nelle indagini un giovane agente di polizia (James Ransone) e il professor Jonas (Vincent D’Onofrio), esperto di occultismo.
Dopo il successo ottenuto con The Exorcism of Emily Rose e il meno incisivo Ultimatum alla Terra, il regista Scott Derrickson torna all’horror con Sinister, pellicola costata poco meno di tre milioni di dollari, che solo negli USA, dove è uscito lo scorso ottobre, ne ha incassati quasi cinquanta. Mettendo insieme vari tòpoi particolarmente cari al genere come il found footage, la presenza del demoniaco e la casa infestata da misteriose presenze e unendoli all’indagine vera e propria portata avanti dal protagonista, Sinister (ringraziamo di cuore la distribuzione italiana per aver lasciato al film il suo titolo originale) è un lavoro disturbante come pochi altri, pur non avvalendosi di una storia e di un contesto particolarmente originali.
La costruzione dell’incubo su cui sta indagando Oswalt si assembla pian piano e lo spettatore viene a conoscenza dei fatti orribili su cui il protagonista cerca di far luce, insieme con lui. A trasmettere un forte e costante senso di inquietudine, oltre alle atmosfere opprimenti, anche il modo in cui Derrickson gioca con la dilatazione temporale: e allora ogni cosa, anche un gesto semplice come camminare per i corridoi, acquista una solennità funzionale a generare quell’angoscia di cui il film si fa dispensatore. Una nota a parte merita poi la colonna sonora di Christopher Young (un veterano dell’horror, che ha composto musiche per molte pellicole: Nightmare 2, Hellraiser, Morte a 33 giri, La metà oscura, The Exorcism of Emily Rose e Drag Me to Hell, solo per citarne alcune). Per Sinister il compositore ha dato il meglio di sé, creando delle partiture da brivido che sembrano rievocare attraverso suoni tetri e oscuri, le entità sorannaturali che abitano la storia.
Unico scivolone, un utilizzo inadeguato e un po’ troppo superficiale del sonoro: nei momenti salienti Derrickson si affida ad un semplice aumento del volume per creare l’effetto “salto sulla poltrona”. Una trovata decisamente poco elaborata, visto che è inserita in un lavoro di tale fattezza. A Sinister spetta comunque di diritto un posto tra gli horror più riusciti degli ultimi tempi, grazie anche alla performance di Ethan Hawke che ci regala l’ennesimo personaggio riuscito della sua carriera.