La SIAE aumenta le tasse sull’equo compenso conseguentemente alzando i prezzi finali di smartphone e tablet
Tipicamente italiana la vicenda venuta di recente alla ribalta della cronaca relativa all’incremento dei prezzi degli smartphone e dei tablet.
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La causa? Una denuncia della S.I.A.E. Già, proprio così. La S.I.A.E., vale a dire la Società Italiana che raccoglie sotto lo stesso marchio giuridico Autori ed Editori, ha infatti esposto un reclamo al Governo, pretendendo che all’interno della Legge di Stabilità (recentemente votata e approvata) fosse inserito un emendamento che sancisse l’aumento dei prezzi di tutti quei dispositivi tecnologici atti alla registrazione e alla memorizzazione di musica e filmati.
Tutti i dispositivi! Quindi non solo quelli appartenenti alla preistoria della tecnologia chiamata in causa, come le videocassette o le cassette (sempre che qualcuno abbia ancora un videoregistratore o un mangiacassette!), ma anche cd, pen drive, hard disk, memory card, gli stessi personal computer, fino ad arrivare agli smartphone e ai tablet.
La motivazione addotta, e accettata dal Governo (che, si sa, quando c’è da tassare qualcosa – qualunque cosa! – non si tira mai indietro), è che la musica e i filmati di vario genere, tranquillamente (e illegalmente) scaricati da internet ha avuto negli ultimi anni incrementi tali da non poter più consentire tolleranza e permessivismi.
Occorre andare ai ripari, pertanto la S.I.A.E. ha individuato nell’aumento dei prezzi dei suddetti dispositivi, già da gennaio, la soluzione migliore e più efficace per arginare la libera e selvaggia pirateria on line. Sebbene gli aumenti a conti fatti saranno contenuti, analizzando il fenomeno su larga scala si arriva a calcolare un incremento del 500% – che non è proprio una cifra irrisoria, anzi.
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Per avere un’idea nello specifico, visto che siamo tutti consumatori interessati, si è calcolato che mediamente un Iphone da 16GB subirà un aumento intorno ai 4 euro, con un compenso variabile e compreso tra i 0,90 centesimi e i 5,20 euro.
Leggermente più alto l’incremento dei tablet, variabile tra i 3,20 e i 5,20 euro. L’obiettivo dichiarato è quello di raccogliere tra i 130 e i 200 milioni di euro! Insomma, quando c’è di mezzo il denaro nessuno si lascia gabbare, e la S.I.A.E. è ben intenzionata a battere cassa, sebbene l’arte a 360 gradi che vorrebbe tutelare non riscuote eccessiva simpatia da posizioni di questo tipo – specie in tempo di crisi.
Ne è testimonianza la posizione stessa assunta dal Presidente dell’azienda in questione, il cantautore genovese Gino Paoli, il quale aveva invitato ad una maggiore prudenza, ipotizzando un tavolo con tutte le parti in causa, al fine di trovare una soluzione comune che non scontentasse eccessivamente i consumatori, gravando ancor di più sulle loro tasche.
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Ma la sua proposta è stata bocciata, in quanto il Governo non ha concesso altro tempo ed ha varato l’emendamento a strettissimo giro. Alla fine anche la S.I.A.E. è stata accontentata… resta da vedere quando saranno i consumatori a beneficiare finalmente di un emendamento a loro favore.
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