Shein e la violazione delle normative europee sulla tutela dei diritti dei consumatori

Violazioni delle leggi europee sui consumatori
Shein, il noto colosso della moda online, è attualmente sotto la lente di ingrandimento della Consumer Protection Cooperation (CPC) Network e della Commissione europea per una serie di violazioni delle normative europee a tutela dei consumatori. L’indagine, iniziata a febbraio, ha portato alla luce una molteplicità di irregolarità che compromettono la trasparenza e la correttezza nei confronti degli acquirenti europei, mettendo in evidenza come alcune pratiche adottate da Shein siano incompatibili con gli standard legislativi vigenti nell’UE.
La rete di autorità nazionali, con il coinvolgimento diretto di Belgio, Francia, Irlanda e Olanda, ha rilevato violazioni che spaziano dalla presentazione di sconti fittizi all’adozione di strategie commerciali aggressive e ingannevoli. In particolare, Shein è stata chiamata a rispondere per pratiche quali una comunicazione imprecisa riguardo ai diritti di recesso, la mancata corretta gestione dei resi e rimborsi, e l’uso di etichette che inducono in errore il consumatore facendo apparire come eccezionali caratteristiche obbligatorie per legge.
Ai sensi delle normative EU, il venditore deve fornire informazioni chiare, complete e veritiere, garantendo che ogni elemento commerciale rafforzi la fiducia e la trasparenza. L’inadempienza da parte di Shein va pertanto a ledere severamente i diritti fondamentali dei consumatori, in particolare quando si tratta di fatti quali: obblighi di informazione, trasparenza delle offerte e rispetto delle procedure di rimborso.
Il colosso cinese ha a disposizione un termine di trenta giorni per comunicare alla CPC Network le misure che intende adottare per eliminare queste irregolarità e cessare le condotte scorrette, pena ulteriori azioni regolamentari e sanzioni.
Pratiche commerciali scorrette di Shein
Le verifiche condotte dalle autorità europee hanno evidenziato un insieme di pratiche commerciali scorrette messe in atto da Shein, capaci di compromettere la protezione dei consumatori come stabilito dalla normativa europea. Tra queste, emergono in modo particolare le tecniche di vendita basate su sconti artificiali, con prezzi antecedenti manipolati per suggerire un risparmio artificioso, ingannando così il cliente sull’effettivo valore dell’offerta.
Inoltre, Shein risulta responsabile dell’impiego di pressioni indebite al momento dell’acquisto, come l’uso di false scadenze e messaggi urgenti che inducono il consumatore a decisioni affrettate, lontane da una ponderata valutazione d’acquisto. La trasparenza è ulteriormente compromessa da informazioni incomplete o errate sulle modalità di reso e diritto di recesso, con ritardi o dinieghi nel riconoscimento dei rimborsi che violano espressamente le tutele legali europee.
Particolare attenzione è stata posta anche sull’utilizzo di etichette e messaggi pubblicitari ingannevoli: l’azienda adotta claim che attribuiscono ai prodotti qualità o caratteristiche che sono in realtà obbligatorie per legge, generando una percezione falsata del valore e dell’eccezionalità degli articoli. Analogamente sono state rilevate affermazioni fuorvianti riguardo alla sostenibilità ambientale, con dichiarazioni non supportate da dati oggettivi e veritieri.
Un ulteriore aggravante riguarda la difficoltà per i consumatori di ottenere un contatto diretto e facilmente accessibile con il servizio clienti, ostacolando così la risoluzione di controversie o richieste di supporto. Tali pratiche rappresentano una violazione della buona fede e dei principi di correttezza commerciale fondamentali per il mercato unico europeo.
Azioni e sanzioni della Commissione europea
La Commissione europea, insieme alla rete CPC, ha adottato un approccio deciso per garantire il rispetto delle normative a tutela dei consumatori nei confronti di Shein. Dopo aver identificato le numerose irregolarità, l’azienda è stata formalmente invitata a fornire una risposta entro 30 giorni, illustrando le misure correttive da implementare per rimuovere le pratiche scorrette. Questa procedura è parte di un quadro regolamentare più ampio volto a sanare comportamenti illeciti senza ricorrere immediatamente a sanzioni onerose.
Parallelamente, sono in corso ulteriori indagini su Shein riguardanti la conformità con il Digital Services Act, in virtù del quale è stata classificata come VLOP (Very Large Online Platform) il 26 aprile 2024. Questi procedimenti prevedono rigorose verifiche sulle modalità di gestione della piattaforma, soprattutto in relazione alla trasparenza e al contrasto delle pratiche ingannevoli.
Nel frattempo, la Commissione mantiene aperti anche altri procedimenti a livello nazionale, in particolare quello avviato dall’autorità antitrust italiana per presunti casi di pubblicità ingannevole. Il coordinamento europeo garantisce un monitoraggio costante e un intervento in caso di mancato adeguamento, che potrà sfociare in sanzioni amministrative, obblighi di modifica delle pratiche commerciali o, nei casi più gravi, nella limitazione dell’operatività nel mercato europeo.
Questa serie di azioni riflette la crescente attenzione delle istituzioni UE a salvaguardare i diritti dei consumatori digitali, evidenziando come la legalità e la trasparenza siano prerequisiti imprescindibili per le piattaforme che operano nel mercato unico.
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