Shein 2024 previsioni allarmanti: crescita delle emissioni di CO₂ nonostante gli sforzi per la sostenibilità climatica

Emissioni di CO₂ in aumento nel 2024
Nel 2024, Shein ha registrato un aumento delle emissioni di gas serra che ha sollevato seri interrogativi sulle sue promesse di sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale. Secondo il report annuale di sostenibilità dell’azienda, le emissioni totali sono salite a 26,2 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente, con un incremento del 23% rispetto ai 21,3 milioni dell’anno precedente. Questo risultato è particolarmente preoccupante poiché arriva in un contesto in cui il colosso del fast fashion aveva recentemente ottenuto l’approvazione del suo piano net-zero dalla Science-Based Targets initiative (SBTi). Le vendite globali di Shein sono anch’esse aumentate del 19%, suggerendo che ogni unità venduta ha contribuito ulteriormente all’aumento delle emissioni, un fenomeno che contrasta apertamente con le ambizioni di riduzione dell’impatto climatico dichiarate dall’azienda. Di fronte a cifre così allarmanti, è inevitabile chiedersi quanto seri siano gli impegni di Shein in materia di sostenibilità, in particolare in un periodo di crescente attenzione globale verso le politiche ambientali.
Crescita delle vendite e impatto ambientale
Nel 2024, l’azienda ha registrato un incremento delle vendite globali del 19%, un dato che non può essere sottovalutato in relazione all’impatto ambientale complessivo. Questo aumento, che ha portato il colosso del fast fashion a vendere più capi rispetto all’anno precedente, si è purtroppo tradotto in un aggravamento dell’intensità delle emissioni per unità di prodotto. La correlazione tra crescita delle vendite e incremento delle emissioni di CO₂ è evidente e rappresenta una contraddizione rispetto agli obiettivi di sostenibilità proclamati. Innanzitutto, va considerato che l’aumento di emissioni, pari al 23%, solleva interrogativi sulla reale efficacia delle politiche adottate dall’azienda per mitigare il proprio impatto ambientale.
Il fatto che ogni articolo venduto contribuisca a una maggiore impronta carbonica mette in discussione la sostenibilità del modello di business di Shein. Nonostante le dichiarazioni di intenti e le promesse di riduzione delle emissioni, l’effettivo bilancio ambientale sembra non seguire il percorso annunciato. La continua crescita del volume delle vendite porterà inevitabilmente a una necessità di valutazione più profonda delle strategie aziendali, sia in termini di approvvigionamento che di produzione. È chiaro che, senza interventi mirati, il marchio potrebbe continuare a trovarsi in una spirale che amplifica il suo ruolo nel fenomeno del riscaldamento globale, rappresentando così un pericolo sia per l’ecosistema che per la reputazione aziendale nel lungo termine.
Fonti di emissioni e trasporto
L’analisi delle fonti di emissioni di Shein nel 2024 rivela un quadro preoccupante rispetto alla sostenibilità dell’azienda. Le emissioni di gas serra si sono incrementate del 9,7% a causa della produzione, mentre il trasporto ha avuto un impatto ben più significativo, rappresentando il 13,7% dell’incremento totale. Nello specifico, le emissioni generate dal settore dei trasporti hanno raggiunto la cifra di 8,52 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente, un dato che mette in luce la vastità dell’impatto logistico dell’azienda. Questo numero è quasi triplo rispetto a quello registrato da Inditex, il gigante proprietario di Zara, che ha totalizzato 2,61 milioni di tonnellate nello stesso periodo.
Uno degli aspetti chiave dietro queste cifre è l’elevata dipendenza di Shein dal trasporto aereo. Infatti, gran parte dei prodotti è spedita direttamente ai consumatori attraverso un sistema che si basa su oltre 7.000 fornitori in Cina e serve circa 150 mercati globali. Tale modello operativo facilita un rapido accesso ai consumatori ma ha, purtroppo, un costo ambientale elevato. Sebbene l’azienda abbia compiuto sforzi per diversificare le modalità di trasporto, con un aumento dell’utilizzo delle opzioni via mare e su strada, il trasporto aereo rimane una componente centrale della sua strategia logistica. Durante il 2024, Shein ha dichiarato di aver evitato oltre 500.000 tonnellate metriche di emissioni grazie a queste nuove scelte, tuttavia l’impatto ambientale complessivo del trasporto continuerà a pesare pesantemente sul bilancio sostenibile dell’azienda, creando un contrasto evidente tra obiettivi dichiarati e pratiche reali.
Incremento delle emissioni per categorie
Un’analisi più approfondita delle emissioni di CO₂ di Shein nel 2024 rivela un incremento significativo in alcune categorie specifiche. A fronte di una continua crescita delle vendite, l’azienda ha assistito a un aumento del 37,7% nelle emissioni legate alla generazione di rifiuti. Questo dato non solo rappresenta una preoccupazione in termini di sostenibilità ambientale, ma evidenzia anche le problematiche connesse alla produzione massiccia e allo smaltimento dei prodotti, tipiche del modello di fast fashion.
Le emissioni prodotte dagli spostamenti dei dipendenti hanno visto un incremento ancor più drammatico, del 52%. Questa crescita evidenzia l’impatto diretto delle politiche aziendali sulla mobilità del personale e i relativi costi ambientali. La gestione inefficiente delle risorse umane può contribuire ulteriormente all’ingrossamento dell’impronta carbonica dell’azienda, suggerendo che l’approccio di Shein potrebbe necessitare di un ripensamento radicale.
Inoltre, la situazione è aggravata da un quadro sociale non roseo, in quanto i dati del report di sostenibilità indicano violazioni delle condizioni di lavoro presso i fornitori. La decisione dell’azienda di interrompere la collaborazione con 12 fornitori nel 2024, un numero raddoppiato rispetto ai 5 dell’anno precedente, sottolinea le difficoltà nel mantenere standard etici e sostenibili all’interno della catena di approvvigionamento. Tale scenario non solo comporta un impatto negativo sull’immagine e reputazione dell’azienda, ma può anche influenzare il coinvolgimento degli stakeholder e la fiducia dei consumatori. L’emergere di emissioni crescenti in diverse categorie chiama a una riflessione seria sulle strategie di gestione dei rifiuti e delle risorse umane, elementi che sono fondamentali per un vero percorso di sostenibilità. Il contrasto tra gli impegni di riduzione e la realtà delle prestazioni ambientali pone interrogativi sulle priorità operative di Shein e sulla loro capacità di rispondere alle crescenti pressioni normative e sociali.
Impegni futuri e scetticismo degli esperti
Shein ha fissato obiettivi ambiziosi per il futuro, dichiarando la volontà di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050 e di ridurre le emissioni Scope 3, che costituiscono ben il 96% delle sue emissioni totali, del 90% entro il 2030. Inoltre, l’azienda si è impegnata a ridurre le emissioni Scope 1 e 2 del 42% e le Scope 3 del 25% rispetto ai dati del 2023. Per realizzare questi traguardi, Shein ha delineato una serie di iniziative, tra cui la transizione verso un utilizzo al 100% di energia proveniente da fonti rinnovabili per tutte le strutture gestite direttamente entro il 2030. Ha inoltre intrapreso collaborazioni, come quella con l’università Donghua per il riciclo tessile, e avviato progetti di economia circolare, tra cui la piattaforma di rivendita “SHEIN Exchange”. Queste misure rappresentano un passo verso la sostenibilità, ma la credibilità degli impegni di Shein è messa in discussione dalle sue performance attuali.
Numerosi esperti sollevano dubbi circa la bontà di tali obiettivi, evidenziando come, per rispettarli, Shein dovrebbe drasticamente migliorare l’intensità carbonica delle proprie vendite. Un docente della Tufts University ha calcolato che, nel caso in cui l’azienda continuasse a crescere del 25% nei prossimi anni, sarebbe necessario un abbattimento dell’85% dell’intensità carbonica per unità venduta per rispettare le sue dichiarazioni. Una simile valutazione solleva interrogativi sull’attuabilità delle strategie aziendali e sull’efficacia delle azioni intraprese finora. La sfida è, quindi, duplice: da un lato, la necessità di implementare misure concrete per ridurre l’impatto ambientale, dall’altro, la crescente attenzione di istituzioni e governi. In alcuni paesi, come la Francia, sono in discussione normative che potrebbero limitare la pubblicità di marchi come Shein, creando ulteriori pressioni per una reale trasformazione e una maggiore responsabilità sociale e ambientale. Questo scenario complesso richiederà a Shein di dimostrare un impegno genuino e misurabile verso la sostenibilità, altrimenti il rischio di perdere fiducia da parte dei consumatori e delle autorità sarà imminente.