Lo scandalo Datagate fa paura: la Cina pronta a rafforzare le difese digitali
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Mai dire Edward Snowde, il nome del tecnico informatico che lavorava presso la National Security Agency e che ha scatenato la tempesta perfetta chiamata Datagate. Mai pronunciarlo perchè si rischia di far venire l’orticaria ai mammasantissima che si occupano della sicurezza, digitale e non, delle maggiori potenze del mondo.
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Le rivelazioni sui programmi di sorveglianza dei servizi di sicurezza americani considerati così invasivi da ledere il primo diritto dei cittadini americani, la libertà con la conseguente privacy, costituiscono un vero e proprio incubo. Per tutti. Tant’è che la Cina, solo per citare uno dei Paesi sull’orlo di una crisi di nervi, pensa già di rafforzare ogni tipo di difesa.
Lo rivela l’artista e dissidente cinese Ai Weiwei. ”Nella tecnologia, gli Usa sono davanti a tutti. Sono i leader. E molte delle regole sulla tecnologia informatica, sull’etica, sulle leggi verranno stabilite dai Paesi leader”, ha spiegato, pronosticando che, sulla scia degli Usa, nessuno rimarrà con le mani in mano.
E che, infatti, già si sia passati dalle parole ai fatti, lo si può capire dalla notizia secondo la quale, in Usa, proprio un cinese ladro di software è stato condannato a 12 anni per aver rubato in 3 anni programmi per un valore di 100 milioni di dollari. Nessuno si scandalizzerà se si chiamerà operazione ‘tolleranza zero’.
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