Sanremo 2014 e’ bella fuori: il reportage dalla kermesse sanremese

Quest’anno Ha superato se stessa. Sanremo in questi giorni e’ davvero meravigliosa, piena di gente e musica.
Attraversare Corso Matteotti e’ un piacere fisico.
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Peraltro in totale contratendenza con il Festival.
Aiutatemi a dir brutto. Salvo gli Arbore, le Carra’ i Baglioni e di certo i Mengoni. Perche’ sì guarda avanti. Cosa che il direttore artistico e Signora non sanno fare.
Fazio dice che una trasmissione si giudica dopo, non prima. Vero. Ma ci si aspetta ché chi fa televisione sappia sentire gli umori. Sappia guardare Oltre e confezionare qualcosa di convincente.
Inoltre quest’anno c’ è l’aiuto dei tweet e dei social che se si sanno leggere possono in tempo reale aiutare i poveri autori in piena crisi d’identità a invertire la rotta, intraprendere nuovi percorsi.
Perche’ diciamolo, la situazione e’ grave. Parecchio.
Iniziamo dai pippotti sulla bellezza, l’onestà’, la moralita’ che sono il filo rosso di questo Sanremo che vuole dare lezioni (nn richieste) agli italiani. Per quanto condivida la funzione educativa che la tv dovrebbe avere penso che questo non sia il modo giusto e neanche i maestri lo sono.
Più che il Festival della canzone sembra il Festival della retorica.
Sul monologo della LITIZZETTO potrei dire molto ma mi limito a sottolineare che bellezza e’ soprattutto libertà e se una ha voglia di rifarsi tette, bocca, culo che lo faccia. Sono fatti suoi.
Non solo, bellezza e’ improvvisazione e’ spesso imprevisto e disordine; e’ più caos che ordine.
Di certo non e’ retorica e in qs giorni se ne è’ sentita davvero troppa.
Così tanta che le canzoni passano inevitabilmente in secondo piano.
Sono anche carine, ma il problema e’ che l’insieme innervosisce, mal dispone, annoia.
Peccato, perché Sanremo non lo merita.
Lei è bella davvero. Sia dentro che fuori.
Diciamolo
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