Samsung e Google accusati di intese per eludere la sentenza di processo epic.
Azione legale di Epic contro Samsung e Google
Epic Games ha intrapreso un’azione legale che coinvolge sia Samsung che Google, accusando entrambe le aziende di aver collaborato per stabilire un sistema politico anti-competitivo, in particolare riguardo ai dispositivi Galaxy. Questa iniziativa arriva dopo la vittoria di Epic nello scorso anno contro Google in materia di antitrust, e si concentra sulla questione dell’Auto Blocker, una funzionalità implementata da Samsung.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
Il ricorso di Epic afferma che Samsung stia ostacolando l’installazione di app di terze parti, come la versione Android dell’Epic Games Store, impedendo così agli utenti di scaricare applicazioni non autorizzate. Introducido l’anno scorso come opzione facoltativa, l’Auto Blocker è diventato di default attivo dopo un aggiornamento del sistema di luglio, creando barriere all’accesso per i consumatori che vorrebbero esplorare offerte alternative.
In particolare, Epic contesta il fatto che Samsung non preveda alcun meccanismo attraverso il quale possa essere riconosciuta come “fonte autorizzata” un’azienda come Epic. La causa evidenzia che, nonostante Samsung descriva l’Auto Blocker come una funzione di sicurezza, la sua implementazione serve a escludere qualsiasi concorrenza, proteggendo in modo iniquo il monopolio del Play Store di Google.
Il documento legale sottolinea che la funzionalità non si limita a garantire la sicurezza degli utenti, ma influisce direttamente sul panorama competitivo del mercato delle app, riducendo le possibilità per store alternativi di emergere e prosperare. Epic sostiene che questo approccio non solo danneggia la propria attività, ma limita anche le opzioni degli utenti, mantenendo uno status quo che favorisce le attuali strutture di potere nel settore.
Il ricorso rappresenta quindi un’ulteriore mossa strategica di Epic per porre fine a ciò che percepisce come pratiche monopolistiche nel mercato delle app, cercando giustizia per i presunti danni subiti e per una maggiore libertà di scelta per i consumatori.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
Funzionalità Auto Blocker di Samsung
La funzionalità Auto Blocker di Samsung, pensata per impedire il download di app non autorizzate, è ora attivata automaticamente durante la configurazione iniziale di un dispositivo Galaxy, a seguito di un aggiornamento del sistema effettuato a luglio. Questa caratteristica, inizialmente introdotta come funzione opzionale, si presenta come un meccanismo di sicurezza, ma Epic Games sostiene che, in realtà, svolga un ruolo di difesa contro la concorrenza, limitando l’accesso degli utenti a diversi store di applicazioni.
Epic Games sottolinea che Samsung non fornisce un processo attraverso cui le app di terze parti, come il proprio Epic Games Store, possano essere riconosciute come “fonti autorizzate” dall’Auto Blocker. La causa giuridica sostiene che mentre Samsung afferma che l’Auto Blocker è sviluppato per la sicurezza dell’utente, la sua vera funzione è quella di bloccare ogni concorrenza, senza alcuna valutazione reale della sicurezza o opportunità per altri store di ottenere tale “autorizzazione”. L’approccio di Samsung, quindi, non solo mina le possibilità competitive, ma ripristina la protezione del monopolio del Google Play Store.
Inoltre, l’implementazione della funzionalità Auto Blocker da parte di Samsung coincide con il lancio di diversi store di app di terze parti, un fatto che solleva interrogativi sulla tempistica della decisione di attivare tale funzione come impostazione predefinita. Epic constata che tale scelta sembra coerente con un presunto accordo tra Samsung e Google per mantenere il controllo sul mercato delle app, ostacolando appunto le alternative disponibili agli utenti.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
La causa di Epic evidenzia quindi non solo una questione di accessibilità alle app, ma anche una significativa preoccupazione riguardo al monopolio nel settore, invitando a riconsiderare le implicazioni delle politiche adottate da Samsung nell’ambito della distribuzione delle applicazioni Android.
Effetti dell’Auto Blocker sulla concorrenza
Concentrazione di potere nel mercato delle app
Il ricorso presentato da Epic Games solleva inquietanti interrogativi sulla giustizia e sull’equità nel mercato delle applicazioni. Epic evidenzia come l’Auto Blocker di Samsung non solo impedisca l’accesso agli store di terze parti, ma contribuisca in modo significativo a consolidare una posizione monopolistica di Google nel settore. Secondo i dati presentati da Epic, sebbene il Samsung Galaxy Store sia presente su una vasta gamma di dispositivi Android — rappresentando circa il 40% del mercato — esso è responsabile solo dell’1% dei download complessivi di applicazioni. Questo squilibrio di potere suggerisce un’inefficacia intrinseca del Galaxy Store come vera alternativa al Play Store di Google.
Il documento legale fa riferimento anche a potenziali intese informali tra Samsung e Google, che avrebbero ostacolato la crescita e lo sviluppo della controparte Samsung Galaxy Store, mantenendolo in uno stato di stagnazione. Questo legame, se dimostrato, potrebbe non solo avere ripercussioni legali ma anche alimentare un’effettiva crisi di fiducia tra gli utenti, i quali si trovano a operare in un ambiente che non offre scelte genuine.
Lo sapevi che chiedere la pubblicazione di comunicati stampa promozionali gratuitamente è evasione fiscale. ==> LEGGI QUI perchè.
Epic dichiara che la mossa di attivare l’Auto Blocker come impostazione predefinita in coincidenza con il lancio di store alternativi su Android non può essere considerata una mera coincidenza, ma piuttosto un tentativo deliberato di aggirare le recenti sentenze nei confronti di Google, evitando così la concorrenza. La questione centrale è se le aziende tecnologiche possano continuare a operare senza considerare l’impatto delle loro decisioni sulle dinamiche del mercato e sulle scelte dei consumatori.
Inoltre, il caso di Epic contro Samsung e Google può fungere da catalizzatore per rivedere le politiche applicative esistenti e potenzialmente stimolare una maggiore trasparenza nel settore. La situazione attuale esige che non solo i livelli di concorrenza siano messi a fuoco, ma che anche i consumatori abbiano accesso a una gamma diversificata di opzioni, senza restrizioni imposte dalle aziende dominanti nel campo della tecnologia.
Concentrazione di potere nel mercato delle app
Il ricorso di Epic Games mette in luce serie preoccupazioni riguardanti l’equità e la competizione nel settore delle applicazioni. Secondo le affermazioni di Epic, la funzionalità Auto Blocker di Samsung contribuisce in modo determinante a rafforzare il monopolio di Google, bloccando l’accesso a store alternativi. Nonostante il Samsung Galaxy Store sia integrato in una significativa porzione di dispositivi Android, il suo impatto si traduce in un misero 1% dei download complessivi, evidenziando una netta mancanza di competitività rispetto al Play Store di Google, dal quale risulta evidente la protezione di un potere consolidato.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
Le osservazioni di Epic fanno riferimento anche a presunti accordi tra Samsung e Google, che avrebbero limitato i progressi del Galaxy Store, contribuendo alla sua stagnazione sul mercato. Questa situazione getta ombre non solo sulla legalità delle pratiche commerciali di queste multinazionali, ma genera anche una crescente disillusione tra i consumatori, in un contesto privo di vere alternative.
Epic mette in evidenza come il passaggio di Samsung ad attivare l’Auto Blocker in modo predefinito, in concomitanza con l’emergere di store alternativi, rappresenti un tentativo consapevole di eludere le recenti sentenze contrarie a Google, ricreando un ambiente dove la competizione è di fatto soffocata. Le implicazioni di questa strategia pongono l’attenzione su un tema cruciale: fino a che punto le aziende tecnologiche possano operare conservando le loro posizioni senza tener conto delle conseguenze sulle dinamiche del mercato e sul potere decisionale dei consumatori?
Quest’azione legale non solo solleva interrogativi sui livelli di concorrenza ma potrebbe anche stimolare un necessario riesame delle normative nel settore delle applicazioni. L’auspicio è quello di garantire ai consumatori accesso a una varietà di opzioni, liberamente disponibili e non soggette a monopoli imposti, affinché possa esserci una vera competizione che traduca la diversità in vantaggi per l’utente finale.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
Risposta di Samsung alle accuse di Epic
In risposta alle accuse mosse da Epic Games, Samsung ha dichiarato l’intenzione di contestare con determinazione quelle che definisce “affermazioni infondate”. L’azienda sottolinea che le funzionalità integrate nei suoi dispositivi sono progettate per rispettare i principi fondamentali di sicurezza, privacy e controllo dell’utente, affermando di essere completamente impegnata nella tutela dei dati personali degli utenti.
Samsung ha enfatizzato che l’Auto Blocker, pur essendo descritto da Epic come un metodo per ostacolare la concorrenza, è in realtà concepito come un’importante misura di protezione. Secondo Samsung, tale funzionalità è stata introdotta per salvaguardare gli utenti da potenziali minacce derivanti da app non verificate e non autorizzate, garantendo così un ambiente più sicuro per tutti gli utenti dei dispositivi Galaxy.
La dichiarazione di Samsung ha anche evidenziato che, contrariamente alle affermazioni di Epic, l’Auto Blocker non ha come obiettivo principale la protezione del monopolio di Google, ma piuttosto quello di essere un meccanismo di sicurezza che migliora l’esperienza dell’utente finale. L’azienda sostiene che il sistema può essere facilmente disattivato da chi lo desidera, offrendo così una certa flessibilità agli utenti nel decidere se accettare o meno download da fonti esterne.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
Inoltre, Samsung ha messo in evidenza i propri impegni rispetto alla competizione, sottolineando che il Galaxy Store, pur essendo presente su una significativa porzione di dispositivi Android, ha saputo svilupparsi autonomamente. L’azienda si definisce impegnata in innovazioni costanti, mantenendo il proprio obiettivo di fornire una piattaforma competitiva e sicura per gli sviluppatori e gli utenti, sfidando il predominio di Google nel settore.
L’atteggiamento difensivo di Samsung evidenzia non solo l’importanza che l’azienda attribuisce alla protezione dei suoi processi e sistemi, ma anche una volontà di affrontare le critiche in modo diretto, ponendo l’accento sulle misure di sicurezza piuttosto che sulle presunte intese collusive. Le conseguenze di questa controversia legale potrebbero rivelarsi significative non solo per le due aziende coinvolte, ma anche per il mercato delle app nel suo complesso.
Lo sapevi che chiedere la pubblicazione di comunicati stampa promozionali gratuitamente è evasione fiscale. ==> LEGGI QUI perchè.