Roger Ver comunica la richiesta di archiviazione delle accuse di evasione fiscale negli USA
Ver contesta le accuse di evasione fiscale
Roger Ver, noto nell’ambiente delle criptovalute come “Bitcoin Jesus”, ha presentato una richiesta per l’archiviazione delle accuse di evasione fiscale nei suoi confronti, sostenendo che tali accuse siano infondate e violino i suoi diritti costituzionali. Ver è accusato di non aver riportato guadagni di capitale derivanti dalla vendita di Bitcoin per un valore di circa 240 milioni di dollari, evadendo oltre 48 milioni di dollari in tasse. Tuttavia, il suo legale ha sottolineato che Ver non aveva l’intenzione di evadere le tasse e ha affermato che la situazione fiscale di Ver è complessa, in particolare in relazione al processo di rinuncia alla cittadinanza americana.
In un elaborato presentato il 3 dicembre in un tribunale federale della California, Ver ha indicato che le autorità fiscali non solo hanno ignorato prove cruciali, ma hanno anche interrogato legalmente uno dei suoi avvocati in modo improprio. Sebbene la questione sia diventata più intricata con l’introduzione dell’exit tax da parte dell’IRS, il legale di Ver si sostiene che non ci siano stati i presupposti per formulate accuse di evasione fiscale, poiché le norme di applicazione riguardanti le criptovalute erano vaghe e non chiare.
Argomentazioni sulla costituzionalità dell’exit tax
Roger Ver ha messo in discussione l’imposizione dell’exit tax da parte dell’Internal Revenue Service (IRS), definendola non solo come una misura controversa, ma intrinsecamente incostituzionale. Il legale di Ver ha sostenuto che questa tassa colpisce indebitamente i cittadini americani che decidono di rinunciare alla loro cittadinanza, in particolare quelli con beni superiori ai 2 milioni di dollari. Secondo Ver, la vaghezza della strategia di applicazione da parte dell’IRS genera un’insicurezza giuridica che contrasta con i principi fondamentali di chiarezza e prevedibilità previsti dalla Costituzione.
L’argomentazione principale verte sul fatto che l’exit tax violerebbe sia la Clausola di Apportione (Apportionment Clause) sia la Clausola sul Dovuto Processo (Due Process Clause) della Costituzione americana. Ver e il suo team giuridico insistono sul fatto che i termini e le condizioni utilizzati nel contesto di questa tassa sono insufficientemente definiti, creando un quadro legislativo che non consente ai contribuenti di comprendere correttamente le proprie obbligazioni fiscali, in particolare riguardo alle transazioni relative a criptovalute.
Inoltre, Ver ha sollevato preoccupazioni riguardo all’interpretazione e all’applicazione delle normative fiscali, dichiarando che le leggi in vigore erano “inscrutabilmente vaghe” per quanto riguarda la tassazione degli attivi digitali. La sua posizione è che tale incertezza metta a rischio i diritti dei cittadini e favorisca pratiche fiscali arbitrarie. La difesa di Ver si fonda così su principi di giustizia e legittimità, in contrasto con quella che descrive come una sorveglianza fiscale oppressiva da parte delle autorità statunitensi.
Dettagli sul caso e le accuse contro Ver
Attualmente, Roger Ver affronta diverse accuse da parte del governo degli Stati Uniti, tra cui evasione fiscale, frode postale e presentazione di dichiarazioni fiscali false. Queste accuse si fondano sull’assunto che Ver abbia eluso oltre 48 milioni di dollari in tasse, omettendo di dichiarare significativi guadagni di capitale derivanti dalla vendita di “decine di migliaia” di Bitcoin, per un totale di circa 240 milioni di dollari in contante. Le autorità affermano che tale condotta integra gli elementi necessari per le infraczioni di cui è accusato.
Il caso ha avuto inizio il 30 aprile, quando Ver è stato arrestato dalla U.S. Attorney’s Office a Los Angeles mentre si trovava in Spagna. Le accuse mosse contro di lui si riferiscono a eventi risalenti al periodo della sua rinuncia alla cittadinanza americana nel 2014, culminando nella contestazione della legittimità della sua exit tax. Nonostante le sue argomentazioni sulla buona fede e sull’assenza di intento fraudolento nella gestione delle sue tasse, il governo rimane fermo nel sostenere l’accusa di evasione fiscale.
La difesa di Ver si basa sulla presunta esistenza di fattori aggravanti che avrebbero reso impossibile la corretta presentazione della richiesta di exit tax. Tra questi, Ver evidenzia la mancanza di mercati liquidi per Bitcoin al momento della sua rinuncia, sottolineando che tali condizioni avrebbero ostacolato gli sforzi per adempiere alle sue obbligazioni fiscali. In risposta alle manovre legali del governo, Ver e i suoi legali continuano a sostenere la loro posizione, richiamando norme di diritto costituzionale e di giustizia fiscale nella loro difesa.
Il passato di Roger Ver nel mondo delle criptovalute
Roger Ver, riconosciuto come uno dei pionieri nel settore delle criptovalute, ha iniziato il suo coinvolgimento in questo campo fin dai primi giorni di Bitcoin, acquistando grandi quantità di BTC nel 2011, quando il prezzo era inferiore a un dollaro. Grazie alla sua visione innovativa e alla capacità di anticipare il potenziale di questa tecnologia emergente, Ver si è guadagnato il soprannome di “Bitcoin Jesus”, facendo campagna per l’adozione della criptovaluta in tutto il mondo.
Nel 2017, Ver ha assunto una posizione di rilievo all’interno della comunità Bitcoin Cash (BCH), dopo che la rete Bitcoin ha subito un hard fork. Questa divisione riflette le tensioni interne sulla scalabilità della rete e il futuro delle criptovalute, e Ver è diventato un sostenitore fervente di Bitcoin Cash, promuovendone i vantaggi come soluzione veloce e scalabile rispetto ai suoi predecessori.
Tuttavia, il suo viaggio nel settore non è stato privo di controversie. Nel 2022, Ver è stato coinvolto in uno scandalo con CoinFlex, dove è stato accusato di dover all’exchange una somma considerevole di 47 milioni di dollari in USD Coin (USDC). Questa serie di eventi ha messo in discussione la sua reputazione nel settore, mentre continuava a lottare per dimostrare la sua innocenza riguardo alle attuali accuse di evasione fiscale.
Negli anni, le azioni di Ver, dai suoi investimenti precoci all’attivismo pro-cripto, lo hanno posto tra le figure più controverse nell’ecosistema della blockchain. La sua capacità di influenzare il dibattito e le politiche relative alle criptovalute è stata notevole, purtroppo accompagnata da sfide legali e contestazioni. Il suo passato illustre nel settore delle criptovalute ora si intreccia con questioni legali, lasciando i commentatori a interrogarsi su quali saranno le sue prossime mosse in un mercato in continua evoluzione.
Prospettive future e possibili conseguenze legali
Le prospettive legali per Roger Ver si presentano complesse e incerte, dato il contesto delle accuse di evasione fiscale che affronta. Se la richiesta di archiviazione sarà respinta, Ver potrebbe trovarsi a dover affrontare un processo molto pubblico e potenzialmente costoso, con conseguenze dirette sulla sua reputazione e sulla sua posizione nel settore delle criptovalute.
Dal punto di vista legale, se le accuse contro di lui venissero provate, Ver potrebbe affrontare una condanna che include pene detentive significative, dato che rischia fino a 30 anni di carcere per le varie attribuzioni di frode postale, evasione fiscale e presentazione di documenti fiscali falsi. Un precedente penale di tale entità non solo influenzerebbe la sua carriera nel blockchain, ma avrebbe anche ripercussioni sul suo status di influencer nel settore, minando la fiducia dei suoi sostenitori.
Inoltre, la disparità tra l’interpretazione delle normative fiscali da parte delle autorità statunitensi e le asserzioni di vaghezza legislativa da parte della difesa apre a un dibattito più ampio riguardo all’applicazione delle tasse sulle criptovalute. Quali che siano gli sviluppi, il caso di Ver potrebbe inoltre fungere da precedente nella giurisprudenza fiscale americana riguardo ai beni digitali e all’exit tax, influenzando le politiche future e le decisioni giuridiche in ambito fiscale.
Il governo statunitense potrebbe anche considerare ulteriori azioni legali nel caso in cui Ver fosse giudicato colpevole, potenzialmente ampliando la gamma di misure punitive nel settore delle criptovalute. Gli occhi dell’industria crittografica sono fissi su questo caso, che rappresenta un punto critico nella tensione continua tra innovazione e regolamentazione.