La reputazione digitale compromessa dalla pubblicazione delle foto segnaletiche su internet negli usa
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Le foto segnaletiche diffuse su Internet stanno diventando un problema negli Usa.
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Un’inchiesta realizzata dal quotidiano americano New York Times ha dato il via a quella che sui media è stata definita crociata contro le gogne online (e, indirettamente, contro Google).
Si tratta, in pratica, di combattere siti web che umiliano o compromettono la reputazione di persone tramite fotografie segnaletiche.
I database di immagini sono esposti al pubblico, a dispetto delle richieste di rimozione: richieste che, però, presuppongono un pagamento.
Google e i motori di ricerca, ma anche i più importanti servizi di pagamento, sollecitati sull’argomento hanno deciso di intervenire, facendo terra bruciata attorno a questo genere di business, e quindi alle diverse gogne online, che al momento sfuggono alle leggi vigenti.
Il New York Times aveva raccontato le vicende di diversi cittadini americani che, loro malgrado, erano stati schedati su siti come JustMugshots.com, BustedMugshots.com e Mugshots.com.
In molti casi le loro avventure con il sistema giudiziario americano si sono concluse senza condanne e senza conseguenze, a parte la pubblicazione delle foto segnaletiche.
Esse, infatti, una volta che vengono scattate dagli uomini della polizia durante un fermo, risultano pubbliche, a prescindere dall’innocenza della persona immortalata.
L’esistenza di foto segnaletiche – è bene sottolinearlo non presuppone il fatto che il soggetto ripreso sia colpevole. Ma rappresenta, comunque, una condanna virtuale, nel momento in cui tali foto vengono diffuse in Rete.
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Ciò è vero a maggior ragione in un’epoca come quella attuale in cui la rappresentazione online di una persona sta acquisendo sempre maggiore importanza nella definizione della sua reputazione.
D’altra parte, chiunque disponga di una connessione Internet è spinto, per curiosità o per vanità, a cercare in Rete tracce di sì: più di un americano su due è abituato a cercare sul web il proprio nome.
La cosa diventa grave quando, per esempio, si cerca lavoro. I potenziali datori di lavoro, infatti, prima di assegnare un impiego a una persona negli ultimi anni si sono abituati a consultare i motori di ricerca per verificare informazioni e conoscere i candidati in maniera più approfondita.
Risulta evidente il fatto che, nel momento in cui il nome di una persona viene associato a una foto segnaletica, le possibilità per quella persona di ottenere un lavoro si avvicinano praticamente allo zero.
Il business delle gogne online si materializza in questa fase, nel senso che i cittadini coinvolti, pur di non vedere il proprio nome associato a delle foto segnaletiche, sono disposti a pagare quei siti che le pubblicano.
Al momento tali siti non infrangono alcuna legge, poiché le foto segnaletiche sono, negli Usa, di pubblico dominio.
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