Recensione Nymphomaniac – Volume 2. Mostra del Cinema di Venezia 71
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In occasione della 71ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia viene presentata (sezione fuori concorso) la Director’s Cut Long Version di Nymphomaniac – Parte 2 con una durata di 180 minuti (che mi ha costretto a partire tardi dal Lido tanto da trovarmi in piena notte e con il temporale nel bel mezzo della laguna, fulmini e saette comprese).
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Il Volume II di NYmphomaniac inizia dove finisce il I cioè nella camera in cui Joe è arrivata grazie all’aiuto del Signor Seligman, con la narrazione del racconto della sua vita mentre l’anziano signore la ascolta fornendo curiosi anneddoti e parallelismi.
In questo secondo capitolo abbiamo una Joe pù sfrenata che mai. Nonostante una convivenza con Jerome e un figlio da lui, non riesce a domare la tigre che è in lei.
Tra esperienze di sesso multiplo con africani e approfondimenti delle proprie tendenze masochistiche, Joe scoprirà anche l’interesse per un rapporto omosessuale.
In questo II Volume Von Trier vuole provocare ma soprattutto approfondire le tematiche sessuali. Non solo, vuole disegnare il personaggio di Joe in modo molto particolare.
Non intende considerarla una vittima nè una carnefice ma piuttosto una persona molto speciale, ansiosa di vita, insaziabile ma non dipendente, non malata.
In conferenza stampa chiederò alla co-sceneggiatrici quanto e come hanno approfondito gli aspetti psicologici/medici della ninfomania e la risposta è stata che naturalmente lo hanno fatto ma senza voler classificare o etichettare il comportamento di Joe.
Lei si dichiara ninfomane ma non è detto che lo sia. Sta al pubblico decidere quando si supera il confine.
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