Mostra di EPA Images sulle migrazioni
EPA Images ha festeggiato il suo 40esimo anniversario con una mostra significativa intitolata ‘1/28: Migration Routes’, inaugurata all’Istituto Cervantes di Francoforte. Questa mostra mobilita l’attenzione rispetto ai viaggi pericolosi dei migranti, concentrandosi su alcune delle principali rotte migratorie irregolari, tra cui il Mediterraneo, l’America Centrale e il Sud-Est asiatico. Il titolo ‘1/28’ si riferisce a una statistica inquietante: una persona su 28 nel mondo è un migrante.
Attraverso le fotografie di 28 talentuosi fotografi dell’EPA, la mostra cerca di umanizzare questo fenomeno globale. Ogni scatto racconta storie di afghani e siriani in fuga da conflitti, africani subsahariani e centroamericani in cerca di opportunità più sicure nel Nord, così come dei Rohingya che fuggono dalla violenza in Myanmar. Julia R. Arévalo, presidente e CEO di EPA Images, ha riflettuto sull’importanza della diversità culturale dell’agenzia, sottolineando come la Germania, che accoglie un migrante su 495, sia diventata una patria per molte persone, contribuendo alla ricchezza e diversità della società.
“Senza il loro contributo, la nostra azienda e la nostra società non sarebbero così ricche e diverse come lo sono oggi,” ha dichiarato Arévalo, aggiungendo che la mostra è una manifestazione visiva dell’impegno di EPA Images nella rappresentazione di questioni globali urgenti come la migrazione. Secondo Miguel Angel Oliver, presidente dell’agenzia spagnola EFE, è cruciale che i travolgenti e pericolosi viaggi dei migranti vengano documentati e testimoniati, evidenziando il ruolo fondamentale delle agenzie di stampa e dei media.”
Celebrazione del 40esimo anniversario
La celebrazione del 40esimo anniversario di EPA Images ha rappresentato non solo un traguardo importante per l’agenzia, ma anche un momento di riflessione sulla missione che l’ha contraddistinta nel corso degli anni. Inaugurata dal console spagnolo Enrique Criado, la mostra ha attirato l’attenzione su una questione cruciale al centro del dibattito contemporaneo: la migrazione. La presidente e CEO di EPA Images, Julia R. Arévalo, ha espresso il suo orgoglio per il lavoro svolto finora e ha enfatizzato il potere della fotografia nel dare voce a storie che altrimenti rimarrebbero inascoltate.
Durante l’evento, Arévalo ha sottolineato il ruolo della Germania come un polo di accoglienza, evidenziando che la nazione ospita un migrante ogni 495 persone. Questo dato non solo illustra il contesto sociale, ma serve anche a ricordare la ricchezza culturale che deriva dalla diversità. “La nostra azienda è stata arricchita dalla presenza di colleghi provenienti da 19 nazioni,” ha affermato. “Il loro contributo è fondamentale per continuare a raccontare storie di rilevanza sociale e culturale.”
Questa celebrazione va oltre il riconoscimento dei trent’anni di attività; è una testimonianza del duraturo impegno di EPA Images nella narrazione delle sfide globali. Arévalo ha evidenziato che la mostra ‘1/28’ non è solo un evento celebrativo, ma un invito a guardare in faccia la realtà dei migranti, a comprendere le loro speranze e paure, a valorizzare la loro resilienza nella ricerca di una vita migliore. Le immagini, frutto del lavoro di 28 fotografi, non sono solo fotografie, ma storie di vita che meritano di essere raccontate e conosciute.
Le principali rotte migratorie
La mostra ‘1/28: Migration Routes’ esplora le rotte migratorie irregolari, illustrando il percorso di quei migranti che affrontano enormi rischi nel tentativo di raggiungere luoghi di maggiore sicurezza e opportunità. Attraverso le immagini esposte, vengono messe in luce le situazioni disperate e le speranze di chi cerca una vita migliore. Il Mediterraneo, l’America Centrale e il Sud-Est asiatico rappresentano alcune delle vie più pericolose, dove le statistiche parlano di migliaia di persone che hanno perso la vita nel tentativo di attraversarle.
Lungo il percorso, gli afghani e i siriani scappano da conflitti devastanti, cercando asilo in paesi che offrano protezione. D’altra parte, i migranti subsahariani e centroamericani sono spinti da condizioni economiche disperate, spesso costretti a affrontare lunghe e pericolose traversate, con l’auspicio di raggiungere il Nord, dove la promessa di una vita migliore diventa un faro di speranza.
Le storie dei Rohingya, in fuga dalla violenza oppressiva in Myanmar, sono anch’esse rappresentate, rivelando gli orrori dei conflitti etnici e la ricerca di un rifugio sicuro. Ogni fotografia è una finestra aperta su esperienze umane uniche, riflettendo non solo su quanto sia complessa la questione migratoria, ma anche su quanto sia fondamentale dare voce a coloro che vivono queste tragiche realtà quotidianamente.
La mostra mira a sensibilizzare il pubblico riguardo alle sfide affrontate da milioni di migranti, sottolineando la necessità di una narrazione che privilegi la loro umanità e dignità. Con una persona su 28 nel mondo che è un migrante, è cruciale non solo documentare queste storie, ma anche riconoscerne il valore, contribuendo così a cambiamenti significativi e a una maggiore empatia nelle società di accoglienza.
Impatto personale delle migrazioni
La mostra non è solo un’esposizione di immagini; è un viaggio attraverso esperienze umane che toccano il cuore. Amel Benhachemi Pain, direttore di EPA, ha condiviso il suo personale percorso di migrazione, rivelando come la guerra civile algerina negli anni ’90 lo abbia costretto a fuggire dalla sua terra natale in cerca di sicurezza e stabilità. “Lasciare la propria casa, la propria famiglia e tutto ciò che si conosce è un’esperienza straziante e non sempre una scelta”, ha dichiarato Pain, esprimendo la complessità delle emozioni legate al lasciare tutto per ricominciare da capo.
La sua testimonianza è rappresentativa di tanti altri migranti che, spinti da situazioni di conflitto o persecuzione, intraprendono viaggi rischiosi verso terre sconosciute. “Richiede capacità di adattamento continuo”, ha aggiunto, sottolineando le difficoltà di integrarsi in una nuova società e il desiderio di ricostruire una vita. Julia R. Arévalo, presidente di EPA Images, ha descritto la mostra come un omaggio alla resilienza dei migranti, inviando un messaggio di empatia e comprensione verso le loro storie. Le immagini esposte non sono semplici fotografie, ma potenti rappresentazioni della speranza, della paura e della determinazione di migliaia di persone che cercano un futuro migliore.
“Questa mostra è un invito a vedere i migranti non solo come statistiche, ma come esseri umani con sogni e aspirazioni”, ha detto Pain. Le fotografie documentano i luoghi e i volti di coloro che hanno affrontato sfide straordinarie, raccontando storie che meritano di essere ascoltate e comprese. La missione dell’agenzia si riflette in questo impegno: dare voce a chi è spesso dimenticato in mezzo al frastuono delle notizie e della politica migratoria.
Tramite l’arte della fotografia, la mostra cerca di stimolare una riflessione profonda sulle migrazioni, invitando il pubblico a considerare il valore della vita umana e le sfide che i migranti devono affrontare quotidianamente. Le esperienze personali come quelle di Pain aiutano a umanizzare il dibattito, rendendo più difficile ignorare le storie di chi lotta per la dignità e un futuro migliore.
Dettagli sull’evento e ingresso alla mostra
La mostra ‘1/28: Migration Routes’ sarà aperta al pubblico fino al 28 novembre presso l’Istituto Cervantes di Francoforte, un luogo simbolico per la cultura iberica e lo scambio interculturale. L’ingresso è gratuito, permettendo così a un ampio pubblico di avvicinarsi a una tematica tanto attuale e rilevante. Le fotografie esposte non solo offrono uno sguardo intimo e profondo sulle esperienze migratorie, ma fungono anche da catalizzatore per conversazioni necessarie sulla migrazione e la diversità culturale. Alla fine del percorso espositivo, i visitatori avranno l’opportunità di acquistare le immagini stampate, con un ulteriore gesto di solidarietà: il 20% del ricavato sarà devoluto alla Pro Asyl Initiative di Francoforte, un’organizzazione dedicata alla protezione dei diritti dei rifugiati e dei migranti.
All’inaugurazione dell’evento, si sono uniti vari rappresentanti di distributori di foto, tra cui Shutterstock e action press AG, e numerose agenzie di stampa come ANSA e Xinhua. Inoltre, erano rappresentate organizzazioni locali come Pro Asyl Frankfurt, e diversi membri di istituzioni culturali di Francoforte hanno partecipato per supportare l’iniziativa. Tra gli ospiti d’onore, è stata notata la presenza dell’ex fotoreporter della FAZ, Barbara Klemm, e dei rappresentanti del Deutsche Börse Photo Forum, sottolineando l’importanza culturale e sociale dell’evento.
La mostra rappresenta un’importante opportunità per riflettere sull’umanità delle migrazioni, e l’accessibilità gratuita dell’evento invita tutti a esplorare e comprendere le storie di coloro che sono in fuga dalla guerra, dalla fame e dalla violenza. Con una narrativa visiva potente, EPA Images continua a dimostrare il suo impegno a informare e sensibilizzare il pubblico sulla realtà dei migranti, stimolando una maggiore comprensione e compassione in una società caratterizzata da diversità e interconnessione.