@Pontifex Profilo Twitter del Papa, i commenti positivi superano le critiche analisi sulla web reputation
È passato poco più di un mese dal debutto di @Pontifex, il profilo Twitter del Papa, e secondo il mensile dei gesuiti Popoli, che ha condotto una ricerca per valutarne l’impatto, il numero di tweet positivi in risposta ai messaggi pontifici, inviati da telefonini cellulari o altri supporti, risulta superiore, anche se non di molto, a quelli negativi, fattore da non sottovalutare nel maremagnum della rete.
Del resto lo stesso Benedetto XVI qualche giorno fa ha elogiato la potenza comunicativa delle nuove reti sociali, descritte dal come “porte di verità e fede” e “nuovi spazi di evangelizzazione”, strettamente connessi al mondo reale e accessibili anche con un semplice smartphone.
Il profilo del Papa ha avuto infatti uno straordinario successo. Disponibile in nove lingue, ha superato i due milioni e mezzo di follower. La ricerca di Popoli si è basata su oltre 270 mila messaggi di risposta, di cui oltre 200 mila sono stati catalogati come neutri, mentre i tweet di contenuto positivo sono stati oltre 26 mila, a fronte di circa 22 mila tweet negativi.
Per quanto riguarda i messaggi positivi, il 26,5 % sono retweet e citazioni papali, il 25% è costituito invece da preghiere, il 12% sono commenti vari, il 7,6% domande sull’esitenza, e il 7% è costituito da risposte in difesa del Papa. Tra i messaggi negativi, il 26% cita lo scandalo dei preti pedofili, mentre per il 25% si tratta di insulti diretti. Un altro 20% è invece una critica alla “ricchezza e potere del Vaticano”, un altro 16% ironizza su alcuni aspetti della religione, e il restante 2,5 % critica genericamente la fede cattolica.
Anche tra i suoi fedelissimi era stata criticata la presenza in rete del Papa, ritenendo inappropriato che il Pontefice si esponesse pubblicamente agli insulti del popolo del web. Ma la posizione della Chiesa su questo argomento è stata ben sintetizzata dall’arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, che ha commentato: “Anche Gesù veniva deriso e umiliato”.
Anche in questo caso la tecnologia si dimostra un mezzo infallibile per avvicinare le persone e le istituzioni, anche quelle religiose. Ed è sicuramente un aspetto positivo che la Chiesa, dopo anni di immobilismo, cerchi di avvicinarsi alle persone con un rapporto “alla pari”, condividendo i medesimi strumenti di comunicazione.
Non si esclude, infatti, che in questo modo possa anche aumentare il numero dei fedeli, spinti da questo senso di vicinanza con il Pontefice a stabilire un legame, nuovo o ritrovato, con la religione, soprattutto per quanto riguarda i giovani.
Ma perché la scelta di Twitter al posto del più diffuso, almeno in Italia, Facebook? La risposta è insita nel funzionamento di base di questo social network: Twitter, infatti, deve il suo successo al fatto che rende possibile seguire i profili delle personalità famose, senza che queste debbano a loro volta farlo. L’”amicizia”, quindi, non è biunivoca come per Facebook, ma è possibile seguire un profilo senza essere a propria volta seguiti.