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Pier Silvio Berlusconi: rivelazioni e retroscena dall’intervista al Tg5 del 23 dicembre

  • Redazione Assodigitale
  • 24 Dicembre 2025

Risultati economici e crescita paneuropea

Pier Silvio Berlusconi riassume i risultati finanziari del 2025 e la trasformazione di Mediaset in una realtà paneuropea capace di raggiungere oltre 220 milioni di persone, sottolineando il passaggio da gruppo familiare a multinazionale italiana dei media. Nel corso dell’anno la società ha consolidato una presenza operativa in sei Paesi, registrando performance economiche solide nonostante la pressione del mercato digitale e la complessità macroeconomica europea, con investimenti occupazionali significativi e segnali positivi negli ascolti che confermano l’efficacia della strategia industriale.

 

Indice dei Contenuti:
  • Risultati economici e crescita paneuropea
  • FAQ
  • Strategie di contenuto e prodotto su misura
  • FAQ
  • Sfide competitive e regolamentazione europea
  • FAQ
  • Auguri personali e visione per il futuro
  • FAQ

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Pier Silvio Berlusconi definisce il 2025 un anno di svolta per Mediaset e per MediaForEurope, segnato dalla concretizzazione di un progetto pluriennale: la costruzione di una televisione paneuropea. Dopo sette anni di lavoro strutturato, l’azienda ha raggiunto una dimensione multinazionale che le permette di parlare a un pubblico molto vasto. Questo traguardo è accompagnato però da una consapevolezza pragmatica: il percorso di integrazione e di consolidamento non è completo e richiede ulteriori sforzi per rendere il gruppo coerente e resistente ai rapidi mutamenti del mercato.

Sul piano economico i dati comunicati evidenziano una chiusura d’anno positiva. Nonostante il contesto europeo difficile e la competizione agguerrita dei grandi operatori digitali, Mediaset segnala risultati finanziari in crescita e un trend occupazionale contrario alla tendenza del settore: oltre 250 assunzioni di giovani under 30 tra Italia e Spagna nell’ultimo anno. Questo dato diventa indicativo della strategia di investimento sul capitale umano e sulla capacità di innovare internamente, confermando che la trasformazione in multinazionale non ha ridotto l’impegno produttivo locale.

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Il percorso verso una dimensione paneuropea si è concretizzato non solo in termini di audience, ma anche di espansione geografica e strutturale: da due a sei Paesi operativi. Questa estensione ha determinato un aumento della complessità gestionale ma anche nuove opportunità commerciali e di mercato. Per Berlusconi, l’essere l’unica multinazionale italiana nel comparto media rappresenta un motivo di orgoglio e una leva strategica per affrontare le sfide normative e competitive che caratterizzano l’attuale ecosistema mediale europeo.

La direzione aziendale interpreta i risultati non come punto di arrivo, ma come base per ulteriori investimenti e per consolidare la competitività. L’obiettivo operativo rimane rendere il gruppo più organico e sinergico tra paesi, prodotti e piattaforme, preservando al contempo la capacità di parlare al pubblico nazionale in ogni mercato. Questo equilibrio tra scala internazionale e radicamento locale è presentato come il fattore chiave per garantire resilienza economica nel medio periodo.

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FAQ

  • Quali risultati economici ha registrato Mediaset nel 2025? Mediaset ha chiuso il 2025 con risultati positivi, crescita degli ascolti e un trend occupazionale espansivo, nonostante le difficoltà del contesto europeo.
  • Che significato ha la trasformazione in multinazionale? Significa passare da un gruppo prevalentemente familiare a una realtà operativa in sei Paesi, con scala e strutture adeguate a competere a livello paneuropeo.
  • Quante persone ha assunto Mediaset nel 2025? Nell’ultimo anno sono state assunte oltre 250 persone under 30 tra Italia e Spagna.
  • Qual è la principale sfida economica che Berlusconi indica? La competizione con le grandi multinazionali digitali e la mancanza di parità normativa e fiscale in Europa.
  • In che modo l’espansione geografica influisce sulla strategia? Aumenta la complessità gestionale ma apre mercati e sinergie commerciali; l’obiettivo è integrare scala internazionale e radicamento locale.
  • Perché la trasformazione non è considerata conclusa? Perché occorrono ulteriori sforzi per rendere l’insieme operativo coerente e capace di resistere ai rapidi cambiamenti del settore media.
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Strategie di contenuto e prodotto su misura

Mediaset ha scelto di puntare su contenuti concepiti su misura per il pubblico locale, rafforzando l’identità editoriale dei singoli mercati pur operando a scala paneuropea. La strategia di prodotto privilegia format nazionali e regionali, informazione puntuale e intrattenimento dal forte radicamento territoriale, con l’obiettivo di differenziarsi dalle piattaforme globali attraverso proposte “calde”, dirette e riconoscibili. Questa impostazione mira a preservare l’efficacia della televisione generalista come mezzo che genera identità collettiva e fidelizzazione, trasferendo valore anche alle attività digitali e cross‑platform.

Pier Silvio Berlusconi sottolinea la distinzione tra prodotti confezionati dalle grandi piattaforme e quelli pensati per il palinsesto generalista: la televisione gratuita deve rispondere a bisogni nazionali e locali, offrendo programmi costruiti attorno alle culture e alle abitudini dei singoli Paesi. La scelta editoriale privilegia diretta, informazione territoriale, intrattenimento e fiction con legami forti con il territorio, elementi ritenuti fondamentali per mantenere alta l’identificazione del pubblico e favorire la partecipazione sociale.

La logica del prodotto su misura si traduce in decisioni operative concrete: sviluppo di format locali, investimento in produzioni originali, e potenziamento dei telegiornali come fulcro dell’offerta informativa. Questo approccio comporta risorse dedicate alla ricerca di contenuti autentici, alla formazione di talenti locali e alla cooperazione tra le redazioni dei vari paesi per adattare format con sensibilità culturale. L’obiettivo è creare programmi che siano contemporaneamente riconoscibili come appartenenti al brand e profondamente legati ai pubblici nazionali.

Dal punto di vista industriale, la strategia favorisce sinergie tra televisione tradizionale e piattaforme digitali del gruppo: i contenuti “caldi” realizzati per il broadcast vengono veicolati e valorizzati su canali online, mantenendo però la centralità dell’appuntamento televisivo in diretta. Questo modello sostiene la capacità di monetizzazione pubblicitaria e la retention dell’audience, consentendo al gruppo di offrire al mercato soluzioni integrate che combinano copertura nazionale e profilazione locale.

Infine, la scelta di puntare su prodotti tailor‑made si accompagna a un presidio capillare dei territori: produzioni di fiction ambientate nei contesti locali, programmi di intrattenimento con volti riconoscibili per il pubblico di riferimento e informazione ancorata alle esigenze dei cittadini. Tale impostazione è pensata per creare valore distintivo rispetto ai competitor internazionali e per costruire una relazione di lungo periodo con gli spettatori, elemento cruciale per la sostenibilità editoriale ed economica del gruppo.

FAQ

  • Che cosa si intende per “prodotto su misura” nella strategia Mediaset? Si tratta di format e contenuti progettati per rispecchiare le specificità culturali e le abitudini dei singoli mercati nazionali, privilegiando diretta, informazione locale e fiction radicate sul territorio.
  • Come si differenziano i contenuti Mediaset da quelli delle piattaforme globali? I contenuti Mediaset sono pensati per essere “caldi”, immediati e territoriali, mentre le piattaforme offrono prodotti spesso più uniformi e on‑demand, meno radicati nelle identità locali.
  • Qual è il ruolo dell’informazione nella strategia di contenuto? L’informazione è considerata centrale: telegiornali e programmi di approfondimento fungono da collante tra la televisione e le altre piattaforme, rafforzando la relazione con il pubblico nazionale.
  • In che modo la strategia supporta la monetizzazione? L’integrazione tra broadcast e canali digitali valorizza i contenuti per la pubblicità e la profilazione dell’audience, migliorando le opportunità commerciali e la retention degli spettatori.
  • Quali azioni operative sono state adottate per realizzare questa strategia? Sviluppo di format locali, investimenti in fiction e produzione originale, formazione di talenti locali e coordinamento editoriale tra le redazioni dei diversi paesi.
  • Perché il radicamento territoriale è considerato cruciale? Perché crea identificazione e fidelizzazione del pubblico, offre contenuti rilevanti e distintivi rispetto ai competitor internazionali e aumenta la resilienza commerciale del gruppo.
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Sfide competitive e regolamentazione europea

Il tema centrale affrontato riguarda la pressione competitiva esercitata dai grandi operatori digitali e la necessità di un quadro regolatorio europeo che ristabilisca condizioni di gara eque. Pier Silvio Berlusconi richiama la disparità fiscale e normativa che, a suo avviso, favorisce le multinazionali del web rispetto alle imprese media europee. La posizione è pragmatica: senza regole omogenee e meccanismi di tutela competitiva, le aziende continentali rischiano di essere erose in termini di ricavi pubblicitari, capacità produttiva e occupazione, con impatti diretti sulle economie nazionali.

Berlusconi sottolinea come la dimensione e il potere economico delle piattaforme rendano difficoltosa la concorrenza per broadcaster tradizionali e gruppi editoriali. Il problema non è solo commerciale ma di sistema: le grandi piattaforme raccolgono dati, pubblicità e consumi su scala globale, spesso senza essere soggette alle stesse regole fiscali e normative che gravano sulle aziende europee. Questo squilibrio, secondo la sua lettura, altera la libera competizione e limita la capacità degli operatori locali di reinvestire in contenuti e produzioni nazionali.

Dal punto di vista operativo, la reazione aziendale passa per due leve: innovazione e advocacy. Sul fronte dell’innovazione, Mediaset investe in modelli che integrano broadcast e digitale, migliorando l’offerta cross‑platform per trattenere audience e inserzionisti. Sul piano dell’advocacy, la richiesta è di una maggiore cooperazione tra Stati membri per definire norme fiscali e regolatorie che impediscano pratiche di arbitraggio e garantiscano una contribuzione fiscale proporzionata al valore generato sul territorio europeo.

La proposta implicita è che l’Europa debba assumere un ruolo attivo nel creare condizioni che permettano alle imprese media locali di competere su basi sostenibili. Ciò include regole fiscali più stringenti per le piattaforme, standard comuni sulla trasparenza degli algoritmi pubblicitari e misure di tutela del patrimonio culturale e informativo nazionale. Per Pier Silvio Berlusconi, senza questi interventi il rischio è una progressiva perdita di capacità produttiva locale e di occupazione qualificata nel settore audiovisivo.

Infine, il ragionamento politico‑economico si collega direttamente alla visione strategica: l’Europa, per difendere la propria sovranità culturale ed economica, deve favorire la crescita di player continentali competitivi. Questo non significa chiusura, ma regole bilanciate che consentano lo sviluppo tecnologico preservando al contempo la capacità di investire in informazione, produzioni locali e occupazione stabile. Per il management di Mediaset la sfida regolatoria è dunque tanto urgente quanto centrale per la sostenibilità futura del settore.

FAQ

  • Perché la regolamentazione europea è considerata cruciale? Per creare condizioni di concorrenza eque e impedire che le grandi piattaforme sfruttino disparità fiscali e normative a discapito delle aziende europee.
  • Quali squilibri vengono evidenziati da Berlusconi? Disparità fiscale, assenza di regole uniformi sugli algoritmi pubblicitari e capacità delle piattaforme di captare risorse pubblicitarie su scala globale.
  • Quali misure operative propone Mediaset? Rafforzare l’integrazione broadcast‑digitale, incrementare investimenti in contenuti locali e promuovere azioni di advocacy per regole fiscali e di trasparenza.
  • Che impatto ha la concorrenza digitale sull’occupazione? Se non bilanciata da regole eque, può ridurre la capacità di investimento delle imprese locali, con effetti negativi su produzioni e posti di lavoro qualificati.
  • Che ruolo dovrebbe avere l’UE secondo l’intervento? Promuovere cooperazione tra Stati membri per normative fiscali e regolatorie comuni che proteggano il mercato audiovisivo europeo.
  • La proposta è contro le piattaforme internazionali? No: l’obiettivo è consentire lo sviluppo tecnologico e le sinergie, ma su una base normativa che garantisca equità competitiva e tutela delle produzioni locali.
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Auguri personali e visione per il futuro

Pier Silvio Berlusconi conclude l’intervista rivolgendosi ai valori personali e alla responsabilità imprenditoriale, con un auspicio che coniuga dimensione privata e prospettiva pubblica. Nel saluto di fine anno mette al centro la famiglia e la serenità domestica come priorità esistenziale, mentre richiama la necessità di un’Europa più coesa e capace di sostenere il tessuto produttivo. L’augurio è semplice ma strategico: conservare relazioni affettive e stabilità sociale come elementi imprescindibili per il benessere collettivo e la crescita economica.

Nel suo intervento non manca un richiamo pragmatico: la forza delle imprese e delle famiglie sono interdipendenti. Berlusconi sottolinea che la maggiore capacità dell’impresa di generare occupazione e valore si traduce in condizioni di vita migliori per le famiglie, mentre una società stabile favorisce investimenti e fiducia. Questo legame tra sfera personale e dinamiche economiche serve da base alla sua visione: un’Europa più robusta e cooperativa è condizione necessaria per tutelare il lavoro, l’innovazione e la coesione sociale.

L’augurio natalizio porta con sé anche un messaggio politico‑pratico: l’auspicio per un continente capace di crescere e difendersi. Pier Silvio Berlusconi esprime la speranza che gli Stati membri trovino modalità concrete di collaborazione per affrontare le sfide globali, dall’equità fiscale alla competitività tecnologica, che influenzano direttamente il benessere delle famiglie. È un invito alla responsabilità istituzionale, pensato per favorire un clima economico e sociale che renda possibili aspirazioni personali e collettive.

Infine, la dimensione umana prevale nella sua chiusura: il vero augurio, ribadisce, è la possibilità per ciascuno di vivere un Natale sereno e di godere dell’affetto dei propri cari nel nuovo anno. Questa affermazione, pronunciata da un manager al vertice di una media company paneuropea, ricolloca la leadership in una prospettiva che combina efficacia gestionale e attenzione alle relazioni fondamentali che sostengono la società.

FAQ

  • Perché Berlusconi mette al centro la famiglia nel suo augurio? Perché ritiene che la stabilità familiare sia la base del benessere individuale e collettivo e influisca positivamente su fiducia e consumi.
  • Qual è il legame tra imprese forti e benessere delle famiglie? Imprese redditizie e stabili generano occupazione e reddito, migliorando la qualità della vita delle famiglie e sostenendo la domanda interna.
  • Cosa auspica per l’Europa nel suo messaggio finale? Un maggior livello di cooperazione e regole condivise che permettano alle imprese europee di competere efficacemente a livello globale.
  • Il messaggio ha una valenza politica? Sì: implica un invito alle istituzioni a promuovere politiche che rafforzino la competitività e la coesione sociale.
  • Come collega gli auguri personali alle strategie aziendali? Ribadisce che il benessere sociale e familiare è imprescindibile per creare un contesto favorevole agli investimenti e all’innovazione aziendale.
  • Qual è il significato concreto dell’augurio di Natale? Il desiderio che i cittadini possano vivere festività serene e un anno nuovo caratterizzato da sicurezza affettiva e miglioramenti nelle condizioni economiche.
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