Peter Todd Satoshi: perché la comunità crypto è scettica sulla sua identità
Chi è Peter Todd e il suo coinvolgimento nel Bitcoin
Peter Todd è un noto sviluppatore di Bitcoin canadese, con una carriera che si è intrecciata profondamente con l’evoluzione della criptovaluta fin dai suoi inizi. Iniziò a interessarsi alla crittografia e alle tecnologie blockchain durante l’adolescenza, mostrando una spiccata curiosità verso questi campi già a partire dai suoi 15 anni, quando cominciò a interagire con pionieri del settore come Hal Finney, e Adam Back, l’inventore di Hashcash. Tali interazioni hanno plasmato il suo contributo successivo nel settore delle criptovalute e nella crittografia.
La sua prima partecipazione documentata al mondo di Bitcoin risale alla fine degli anni 2000, poco dopo la pubblicazione del white paper di Bitcoin nel 2008. A soli 23 anni, Todd era attivo nella comunità crypto, emergendo così come una figura rilevante nei primi giorni della criptovaluta. Nel 2014, Todd assunse formalmente il ruolo di sviluppatore di Bitcoin Core presso Coinkite. Da allora, ha ricoperto posizioni di rilievo in vari progetti, tra cui Mastercoin e Dark Wallet, dove servì come scienziato capo.
In un episodio del podcast “What Bitcoin Did” del 2019, Todd raccontò delle sue prime esperienze nella comunità. Questo background gli conferisce un’importante credibilità, dimostrando non solo la sua competenza tecnica, ma anche le sue connessioni con i pionieri del Bitcoin. Prima del suo impegno a tempo pieno nel Bitcoin, Todd aveva lavorato come progettista di elettronica analogica e in una startup di geofisica, entrambi settori che richiedono una solida formazione tecnica.
Nonostante il suo ampio coinvolgimento e la sua esperienza nelle tecnologie di blockchain, Todd ha sempre mantenuto una posizione chiara riguardo alla sua identità: ha negato con fermezza di essere Satoshi Nakamoto. Questo fattore, insieme ai suoi contributi indiscutibili alla comunità Bitcoin, ha creato un contesto nel quale la sua figura è al contempo rispettata e sospettata, soprattutto alla luce delle recenti affermazioni emerse dal documentario di HBO.
Perché Todd è considerato Satoshi?
La designazione di Todd come Satoshi Nakamoto si basa su una serie di indizi considerati a prima vista circostanziali, presentati nel documentario “Money Electric: The Bitcoin Mystery”. Gli autori del documentario, tra cui il produttore Cullen Hobak, hanno richiamato l’attenzione su alcuni post enigmatici online di Todd, tra cui uno in cui si definiva “il principale esperto mondiale su come sacrificare i tuoi Bitcoin”. Questo particolare messaggio è interpretato come un’ammissione velata relativa alla presunta distruzione di accesso a circa 1,1 milioni di BTC, comunemente attribuiti a Nakamoto.
Ulteriori affermazioni nel documentario suggeriscono che Todd avrebbe postato accidentalmente da un account riconducibile a Satoshi sul forum BitcoinTalk nel 2010, incidendo perciò sull’attribuzione di questa identità. Un altro elemento presentato come prova dal documentario è la difesa da parte di Todd del meccanismo di Replace-by-Fee (RBF), una questione controversa nel campo delle criptovalute, introducendo un metodo che consente di sostituire una transazione passata con una nuova con una commissione più alta. L’asserzione che tale raccomandazione potesse provenire solamente da qualcuno con una profonda comprensione del codice originale di Bitcoin ha alimentato le speculazioni delle sue potenziali identità.
Nonostante le evidenze presentate nel documentario, la comunità criptovalutaria ha reagito con scetticismo. Numerosi membri della community, osservando il materiale utilizzato come supporto alla teoria, hanno trovato le correlazioni presentate come insufficienti e imprecise. Infatti, la traiettoria temporale di Todd è stata messa in discussione, con l’argomento che nel 2008, anno della creazione di Bitcoin, egli stava ancora terminando il suo ciclo di studi in belle arti e non aveva ancora un coinvolgimento attivo nel mondo della crittografia e delle criptovalute. Questo ha ridimensionato l’idea che potesse aver necessità di utilizzare uno pseudonimo come Satoshi. La confusione riguardo al post sul forum BitcoinTalk fu anche chiarita da molti, che affermarono si trattasse di una semplice interazione, piuttosto che di un’importante rivelazione.
Inoltre, le rivendicazioni riguardanti il termine “sacrificare bitcoin” sono state interpretate come un gioco di parole su questioni di integrità della blockchain, piuttosto che come un’ammissione diretta di possedere asset legati alla figura di Nakamoto. Nel complesso, tali punti critici hanno sollevato ulteriori dubbi sulla validità delle affermazioni di HBO e sulla possibilità che Peter Todd sia veramente il creatore di Bitcoin.
La comunità crypto respinge le affermazioni di HBO
La reazione della comunità criptovalutaria alle affermazioni di HBO è stata rapida e predominante, evidenziando un forte scetticismo riguardo alla validità delle prove presentate nel documentario. Molti esperti del settore hanno messo in discussione l’attendibilità delle connessioni tra Peter Todd e la figura di Satoshi Nakamoto, sostenendo che i link tra Todd e Nakamoto siano sostanzialmente non comprovati.
Pix, ricercatore attivo nel Web3, ha puntualizzato vari aspetti critici del documentario, sottolineando in particolare che nel 2008, anno fondamentale per la creazione di Bitcoin, Todd era occupato con il completamento del suo diploma di belle arti. Questa informazione ridimensiona la possibilità che egli fosse coinvolto nel mondo della crittografia, rendendo improbabile l’idea che avesse bisogno di uno pseudonimo per operare come Satoshi. Inoltre, ha respinto l’importanza del presunto post avvenuto nel 2010 sul forum BitcoinTalk, in cui si sostiene che Todd si sarebbe rivelato accidentalmente come Satoshi. Secondo Pix, un post successivo, avvenuto con diverse ore di distanza, è meglio interpretato come un commento casuale, piuttosto che una confessione di identità.
La comunità ha inoltre contestato l’interpretazione del messaggio in cui Todd fa riferimento a “sacrificare bitcoin”. Molti hanno chiarito che si trattava di una battuta, considerando che il contesto riguardava l’integrità della blockchain e non un’ammissione della distruzione di asset legati a Satoshi. Questi aspetti critici hanno generato una narrativa alternativa tra gli esperti, evidenziando come il materiale usato nel documentario possa essere stato estrapolato e manipolato in modo da sostenere le tesi avanzate.
Il dissenso non è venuto solo da analisti indipendenti. Ricercatori come Ki Young Ju di CryptoQuant hanno etichettato le affermazioni del documentario come “disgustose”, colpendo la qualità e l’accuratezza della narrativa proposta da HBO. Ju ha sottolineato il fatto che, contrariamente a quanto suggerito dal documentario, vi è un ampio consenso tra gli esperti di Bitcoin sul fatto che Todd non sia dettagliatamente associato a Nakamoto.
Un’altra voce controversa è stata quella di BitMEX Research, che ha descritto le evidenze presentate da HBO come “claramente ridicole”, evidenziando l’assenza di prove concrete che possano avvalorare il legame tra Todd e la creazione di Bitcoin. Anche figure di spicco come Adam Back, noto per il suo impatto nel mondo di Bitcoin, hanno preferito mantenere una posizione di cautela, dichiarando semplicemente che l’identità di Satoshi rimane sconosciuta.
Le reazioni dei ricercatori e degli esperti del settore
Le affermazioni di HBO riguardo all’identità di Satoshi Nakamoto hanno suscitato reazioni incisive all’interno della comunità di ricercatori e analisti del settore cripto. Sin dalla diffusione della notizia, molti esperti hanno espresso un’opinione critica nei confronti del documentario e delle sue conclusioni, sottolineando l’assenza di evidenze concrete a sostegno della tesi che Peter Todd possa essere il creatore di Bitcoin. In particolare, il ricercatore di Web3, Pix, ha messo in evidenza numerosi punti problematici, sostenendo che l’argomentazione principale per associare Todd a Nakamoto si basi su deduzioni inaccuratamente interpretate.
Uno dei nodi critici sollevati riguarda i tempi. Secondo Pix, nell’anno della creazione di Bitcoin, il 2008, Peter Todd non era nemmeno coinvolto nel settore della crittografia; era infatti impegnato a completare un diploma in belle arti. Questo dettaglio è fondamentale per dentare ulteriormente l’improbabilità della sua necessità di utilizzare uno pseudonimo come Satoshi. La deduzione che Todd avrebbe accidentalmente postato come Satoshi su BitcoinTalk negli anni successivi è stata parimenti contestata da Pix, il quale ha chiarito che un successivo intervento sul forum potrebbe semplicemente essere interpretato come un commento innocuo, privato di alcun valore rivelatore di identità.
La controversia si è intensificata ulteriormente allorché è emerso il fraintendimento del messaggio di Todd circa “sacrificare bitcoin”, un’affermazione che Pix e altri hanno rapidamente etichettato come una battuta. Questa battuta, intesa in un contesto più ampio di integrità della blockchain, non rappresenterebbe affatto un’ammissione relativa alla distruzione di asset attribuiti a Nakamoto. La mancanza di credibilità delle interpretazioni presentate nel documentario ha dunque aperto la strada a narrazioni alternative tra gli esperti, evidenziando come molte affermazioni siano state estratte dal loro contesto originale e manipolate per far sembrare che supportassero il profilo di Todd come Satoshi.
Voci degne di nota dal settore hanno confermato questa necessità di cautela. Ricercatori come Ki Young Ju di CryptoQuant hanno definito le affermazioni del documentario come “disgustose”, criticando l’approccio seguito. Ju ha rimarcato come, contrariamente a quanto insinuato, ci sia un consenso diffuso tra gli esperti nel ritenere che Todd non debba essere connesso a Nakamoto in termini di autenticità. Anche il team di ricerca di BitMEX ha etichettato le evidenze come “ridicole”, sottolineando l’enciclopedica mancanza di prove a supporto di tale rivendicazione. Non meno significativa è stata la posizione di Adam Back, figura storicamente legata a Bitcoin, il quale ha semplicemente affermato che l’identità di Satoshi rimane ancora sconosciuta, riflettendo quindi una cautela diffusa e un forte senso di scetticismo all’interno della comunità.”
Le scommesse di Polymarket e la sorpresa per i scommettitori
Polymarket, una piattaforma di scambio di previsioni, ha offerto scommesse su chi sarebbe stato identificato come Satoshi Nakamoto nel documentario di HBO. Questo genere di scommesse ha catturato l’attenzione di investitori e appassionati di criptovalute, desiderosi di prevedere l’esito di una delle questioni più intriganti della comunità crypto. Tuttavia, la sorprendente esclusione di Peter Todd dalle opzioni iniziali ha messo in evidenza quanto le affermazioni del documentario siano sembrate fuori dal comune e inattese.
Gli appassionati di previsioni avevano puntato su nomi più noti, come Nick Szabo e Len Sassaman, figure regolarmente accostate alla creazione di Bitcoin nei dibattiti e nelle teorie alternative. Altri candidati, come Hal Finney e persino Elon Musk, hanno accompagnato il coro di nomi circolati nel corso degli anni. La non inclusione di Todd nelle scommesse dimostra dunque quanto la sua attribuzione a Satoshi fosse vista con sospetto, persino nel contesto stesso delle scommesse, dove i nomi più credibili erano scelti in base a un patrimonio di speculazioni consolidate.
Con l’emergere delle affermazioni di HBO, i scommettitori che avevano puntato su nomi diversi hanno di fatto visto i loro presupposti messi alla prova. Molti esperti dentro e fuori della comunità crypto si sono affrettati a sottolineare che la narrazione del documentario fosse carente di fondamento, portando a una revisione delle scommesse e delle Ande sugli argomenti proposti. Alcuni scommettitori hanno addirittura cominciato a vigilare su eventuali cambiamenti delle quote relative a Todd, rendendo il panorama delle scommesse ancor più volatile e intrigante.
Il collega Mike McGlone, economista senior di Bloomberg, ha twittato sulla questione, notando la legittimità delle scommesse su varie figure rispetto a Todd, e sottolineando quanto la comunità crypto fosse rimasta sorpresa dalla direzione presa dal documentario. Anche il disprezzo mostrato verso i contenuti esibiti dal documentario ha reso evidente una frustrazione all’interno della comunità crypto riguardo a che tipo di narrazioni vengano amplificate dai media tradizionali.
Questo nuovo sviluppo ha indotto una riflessione critica sul mercato delle predizioni legato alle criptovalute. Gli scommettitori e gli analisti ora si trovano a dover considerare se la speculazione basata su tali affermazioni appaia fondata o se il framing stesso di tali narrative, come nel caso di Todd, offra semplicemente lo spunto per discussioni più ampie e distratte rispetto alla vera natura dell’identità di Satoshi. In un settore già dominato dall’incertezza e dalla mancanza di prove definitive, i risultati delle scommesse di Polymarket forniscono un interessante spaccato della percezione collettiva e di come tale dibattito continui a evolversi in tempo reale.