Percussioni: come suonare unplugged
Sei un batterista e hai una rock band che desidera iniziare a suonare per locali? Hai l’incubo ricorrente di doverti approcciare a percussioni che non siano il set completo della tua batteria?
In elettrico, nessun problema, di certo. Chitarre elettriche e assoli, note di basso calde e decise, una voce aggressiva, magari graffiata e poi naturalmente la batteria. La batteria acustica è, infatti, quel meraviglioso strumento che ti permette di picchiare come un forsennato e sentirti magari per un attimo un piccolo John Bonham. Ma cosa succede quando i brani non sono più Rock ‘n roll e Whole lotta love, due dei più celebri pezzi dei led zeppelin?
E, soprattutto, cosa succede quando arriva quel fatidico momento (e fidatevi arriva), in cui, per qualche motivo, uno dei membri della band propone una data in acustico? I live unplugged, infatti, spesso permettono di avere più possibilità di suonare davanti a un pubblico e farsi conoscere. Molti locali, ad esempio, per permessi o gusti o interessi preferiscono un sound soft, che accompagni la serata del cliente, più che un sound energico e aggressivo. Inoltre, volendo essere sinceri, l’unplugged è una manna dal cielo per il riposo vocale del cantante e, credetemi, non lo dico solo in quanto appartenente a quest’ultima categoria di musicisti.
Si tratta, insomma, di una possibilità reale e concreta che la maggior parte delle band prima o poi si ritrovano a dover affrontare.
E tu, meschino batterista, ti ritrovi a fissare il vuoto chiedendoti che fine farà il suono della gran cassa e la magia del tuo crash. Ma non disperare: questa guida ti aiuterà a trovare ottimi compromessi per eseguire i brani della tua scaletta in chiave più soft, senza per questo rinunciare alla magia del tuo tocco, alla passione e al divertimento anche.
Cajon: la prima universalmente riconosciuta soluzione
Se si parla di percussioni, qual è la prima soluzione che qualsiasi batterista si sentirà proporre?
Ma ovviamente quella del cajon. Si tratta, infatti, di un comodo strumento a percussione a forma di parallelepipedo, composto da legno e dotato di un foro sulla parte posteriore. La sua struttura permette, infatti, comodità, qualità del suono e robustezza, in quanto funge di per sè da sgabello per il percussionista e, a livello di suono, combina risonanza e assorbenza.
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La forma e il materiale permettono al batterista di sedersi direttamente sullo strumento e piegarsi in avanti per colpire la superficie anteriore. In questo modo il suono che prende sostanza grazie al foro posteriore è già di per sè naturalmente amplificato. Ma, a seconda delle circostanze e dei volumi e, quindi, nel caso in cui cajon vada a abbinarsi a una voce microfonata e chitarre amplificate, al buco posteriore è possibile accostare un microfono, per amplificare anche la percussione.
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In questo caso abbiamo un cajon dalle dimensioni di circa 30 x 46 x 30 cm. Si tratta ovviamente delle dimensioni standard di tale strumento. Il materiale è la betulla baltica, un legno che permette di avere un suono caldo e robusto. Ha, inoltre, 2 cordiere interne integrate.
Congas: in un attimo sei già un conguero
Il cajon non è l’unica alternativa che hai per suonare unplugged. Alla famiglia delle percussioni, infatti, appartengono anche le congas, riconducibili alla famiglia dei membranofoni, in quanto prevedono ovviamente la vibrazione di una membrana. Il suono , infatti, viene prodotto colpendo la pelle singola, che è montata sull’estremità superiore. Il resto dello strumento è in legno: a grandi linee è un tamburo alto e stretto.
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Inizialmente, infatti, si ricavavano da un tronco che veniva svuotato e completato da delle membrane in pelle. Gli strumenti così ricavati venivano utilizzati per le cerimonie religiose.
In ogni caso, la creazione di simili percussioni oggi permette di ricreare sound leggermente diversi rispetto a quelli del cajon, ch tendenzialmente simula e ricrea i modi della batteria tradizionale.
Generalmente il set è composto da 4 congas, ma anche da una sola coppia.
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In questo caso abbiamo un set composto non da 4, ma da una sola coppia di congas. I due tamburi sono interconnessi ed hanno una dimensione di 90 x 60 x 35 cm e con un peso di 23 kg. Si tratta insomma di una percussione abbastanza ingombrante, ma sicuramente di buona qualità, vista la lavorazione. Ideale per live e esecuzioni di bran idi musica latino americana.
Bonghi: non solo congas
Oltre alle congas, appartengono alla categoria dei tamburi i bonghi. Sono, infatti, membranofoni, più piccoli, composti anch’essi da un’unica membrana posta sull’estremità superiore del corpo dello strumento.
A differenza delle congas, però, producono suoni più alti, che variano da coloriture acute o medie, a seconda della tecnica di esecuzione del brano.
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Si suonano , infatti, col palmo della mano o con le dita, a seconda del suono che si desidera ottenere. Nel caso in cui la resa cercata sia quella di un sound più robusto e sostenuto, si utilizzano due dita.
Tali percussioni, mentre vengono utilizzate, sono tenute tra le ginocchia o su un apposito supporto, viste le dimensioni comunque ridotte rispetto agli strumenti che abbiamo proposto precedentemente.
Vengono sfruttati anche dalle orchestre e in quel caso si possono anche suonare in piedi. Insomma, sia che tu sia un esecutore delle migliori opere di Wagner, sia che tu sia un rockettaro devoto a Keith Moon, il celebre batterista degli Who, i bonghi sono sicuramente una delle tue alternative.
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A differenza delle congas, abbiamo un prodotto notevolmente ridotto, quanto a dimensioni e anche prezzo. Infatti le misure sono di 17 e 20 cm, per un peso di appena 2,3 kg. Le pelli sono naturali e i dettagli di sostegno in nero. Inoltre il prodotto è disponibile in due diverse tonalità: rosso vino e naturale.
Crea il tuo set: unplugged, ma non del tutto
Se proprio non vuoi rinunciare al tuo sound, abbiamo la soluzione giusta per te.
Parliamoci chiaro: le percussioni saranno anche perfette per un live in acustico, ma alla lunga possono stancare. Per quanto, per esempio, le tecniche siano molteplici e così i colpi, lo strumento rimane ridotto a un unico pezzo con un sound più o meno uniforme.
Sì, è vero, congas e cajon possono essere colpiti dalla mano in punti diversi e rendere così suoni differenti: tra le tecniche per suonare la conga, per esempio, si può citare lo slap, che si ottiene colpendo in maniera rapida e decisa il centro della pelle con la punta delle dita e permette la produzione di un suono secco.
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In ogni caso però, in unplugged con percussioni simili è facile che tu senta la mancanza, magari, del tuo amato set di piatti. E allora anche il semplice charleston comincia a diventare un buon compromesso.
In un live in acustico, infatti, si può anche pensare di ricreare un piccolo set che si avvicini il più possibile a quello di una batteria completa. Nulla di più facile: ci basterà “rubare” il rullante e il charleston della batteria acustica et voilà, siamo pronti per un unplugged.
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Il prodotto comprende i due piatti componenti il charleston. I piatti sono realizzati in bronzo e hanno delle dimensioni pari a 33 x 33 x 3,8 cm e un peso di 2 kg. Il vantaggio di questo tipo di piatti è il suono caldo e robusto. Il doppio supporto e l’effetto martellato sono, infatti, le due caratteristiche fondamentali del prodotto. Sono realizzati amano e le loro caratteristiche strutturali permettono di avere un’ampia dinamica, oltre che dei suoni vivi e decisi.
Dai sfogo alla tua fantasia e scegli in base al tuo sound
Ti bastino l’asta del charli, il charleston stesso ovviamente e il rullante. Il risultato è ottimo. Il pedale, infatti, permette di ottenere più suoni ed effetti dai due piatti. Così la dinamica dei brani sarà rispettata e anzi migliorata. Inoltre, il rullante, rimane un componente fondamentale all’orecchio di qualunque ascoltatore.
Ovviamente un ulteriore arricchimento del tuo piccolo set da acustico può essere quello di aggiungere la grancassa o magari i tom o qualsiasi pezzo tu ritenga adatto all’esecuzione dei brani.
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Altri strumenti a percussione a cui puoi indirizzarti, per esempio, sono i sonagli o gli ovetti. Insomma, sei pronto per dare libero sfogo alla tua creatività e optare per le percussioni che più si avvicinano al sound che desideri creare.
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Ecco un ottimo rullante, adatto sia come componente di una batteria completa, sia, quindi, ad essere associato a un charleston, per l’esecuzione di brani unplugged. La profondità della cassa è di 15,24. I suoni acquistano ottima risonanza. Il pezzo è composto da bubinga e la superficie è verniciata. Il cerchio di acciao è di 2,3 mm e le dimensioni totali sono di 42,4 x 42,2 x 21 cm.
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