Per non superare le soglie dell’inquinamento urbano arriva uno zaino per misurare lo smog
Ognuno di noi, ogni giorno, con il proprio stile di vita, con le proprie abitudini, si rende responsabile degli allarmanti livelli di inquinamento dell’atmosfera.
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I numerosi sforzi compiuti dalle amministrazioni locali, dal governo nazionale, dalle istituzioni e dalla scuola per educare la cittadinanza all’ecologia e alla salvaguardia dell’ambiente in cui vi viviamo stanno dando lentamente i primi risultati sensibili.
In questo clima di responsabilizzazione soggettiva rispetto al tema dell’inquinamento si pone il lancio sul mercato di uno zaino capace di rilevare lo smog presente nell’aria, da parte di una impresa di Biella che ha aderito ad un progetto di sperimentazione promosso dalla Comunità Europea, denominato EveryAware.
Il progetto prevede il coinvolgimento di venticinque volontari c ai quali non viene chiesto altro che passeggiare, a piedi o in bicicletta, per un periodo lungo quattro mesi, con lo zaino in spalla: si intende così raccogliere una certa quantità di dati che verranno poi rielaborati al fine di creare una vera e propria mappa dello smog.
Lo zaino funziona grazie all’energia rinnovabile prodotta dal sole per mezzo di piccolissimi pannelli fotovoltaici che alimentano il SensorBox, una sorta di scatola nera, che comunica in tempo reale con uno smartphone per mezzo di una applicazione messa a punto per lo scopo.
Più specificatamente, il SensorBox misura la quantità di anidride carbonica immessa nell’aria ma anche il livello della temperatura, il tasso di umidità e l’eventuale presenza di altre sostanze nocive.
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Un dispositivo GPS, allocato nello zaino, rende visibile l’itinerario seguito da ciascun volontario: nel momento in cui consulteremo in tempo reale i dati raccolti circa monossido di carbonio, ozono, anidride carbonica saremo in grado di visualizzare attraverso un telefono di nuova generazione il luogo a cui questi stessi dati fanno riferimento.
Il progetto di sperimentazione, che vede coinvolte le più grandi università europee, ha avuto inizio nel febbraio dello scorso anno ed è l’evoluzione di una sperimentazione precedente in cui i camminatori, zaino in spalla, erano chiamati a raccogliere dati circa l’inquinamento acustico.
I risvolti assai positivi della prima ricerca hanno armato di entusiasmo i ricercatori che sono riusciti a mettere a punto, in sinergia con l’azienda biellese, il SensorBox e l’applicazione per smartphone che rendo possibile la nuova campagna.
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E’ bene precisare però che questo tipo di progetto non è del tutto originale in quanto già nel 2011 Apple e Androide avevano concesso il download gratuito di una applicazione in grado di misurare l’inquinamento acustico. Nel nostro paese avevano aderito alla sperimentazione Torino e Roma e ad oggi si attende la elaborazione e la pubblicazione della enorme mole di dati raccolti.
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