Per lottare contro contro il bullismo ci vuole un videgioco ed arriva if …
Si chiama If… il nuovo videogioco proveniente dagli Stati Uniti che si propone di contrastare il bullismo. A crearlo è stato un ex sviluppatore di Apple, Trip Hawkins, in seguito uomo di punta della casa produttrice Electronic Arts, che ha voluto dare vita a un gioco divertente e appassionante che riuscisse a integrare la cosiddetta Sel, disciplina di social emotional learning.
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La Sel viene studiata nella scuola frequentata dai figli di Hawkins, e intende insegnare ai bambini e ai ragazzi l’importanza dell’emotività e la capacità di controllarla, ma anche il valore delle relazioni sociali e dell’empatia. Lo sviluppatore ha confessato che proprio parlando con i figli si è accorto dell’efficacia di tale strategia di insegnamento, e per questo ha voluto tentare di proiettarla in un gioco. Il risultato è stato, appunto, If…
Insieme con il suo team di sviluppatori, Trip ha collaborato con i ricercatori dell’università di Stanford, gli educatori della Nueva School e l’università di Yale, reclutando tra i consulenti anche Roger Weissberg, guida del Collaborative for Academic, Social and Emotional Learning, che si occupa della promozione dell’apprendimento sociale ed emotivo.
La società creata da Hawkins si chiama If You Can Company, e metterà sul mercato il gioco If… tra pochi giorni, a gennaio del prossimo anno: si tratta di un videogame destinato agli iPad che si rivolge specialmente ai bambini di età compresa tra i sei e i dodici anni, e che ha lo scopo di aiutare i più piccoli a consolidare le competenze che permettono loro di incrementare il quoziente di intelligenza emotiva. Il nome If… deriva da un verso di una poesia di Kipling.
Insomma, un videogioco basato sulla Sel, il cui compito è quello di dare vita a processi mediante cui gli adulti e i bambini introiettano conoscenze e apprendono come mettere in pratica competenze e attitudini necessarie a gestire le emozioni, comprendere i sentimenti, stabilire gli obiettivi, raggiungere i traguardi, provare empatia per le altre persone, assumere decisioni responsabili e intrattenere relazioni positive.
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Tutti comportamenti che servirebbero a contrastare comportamenti rischiosi come il bullismo, la violenza e l’assunzione di sostanze stupefacenti, ma anche a procurare miglioramenti in ambito scolastico e di conseguenza ad agevolare il successo nel lavoro. Se If… riuscirà nell’intento che si propone, lo si scoprirà solo nei prossimi mesi, se non addirittura nei prossimi anni.
Certo è che questa novità testimonia un cambio di prospettiva nei confronti dei videogiochi, spesso ritenuti pericolosi in quanto capaci di provocare dipendenza o di scatenare violenze (secondo l’opinione dei loro detrattori).
Ebbene, Trip Hawkins e il suo If… vogliono dimostrare che un videogame può servire a educare e favorire l’apprendimento senza per forza essere noioso o esageratamente didattico.
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