Pensione 2027 per nati nel 1960 senza lavoro come ottenere i requisiti necessari

Assegno sociale: la soluzione per chi non ha mai lavorato
Nel panorama previdenziale italiano, la situazione di chi non ha mai svolto un’attività lavorativa è complessa, ma non priva di soluzioni. Il sistema pensionistico, fondato essenzialmente sui contributi versati, esclude infatti la possibilità di una pensione ordinaria per chi non ha contribuito. Tuttavia, l’INPS eroga una prestazione assistenziale chiamata assegno sociale, che rappresenta una forma di sostegno economico destinata a chi si trova in condizioni di difficoltà, inclusi coloro che non hanno mai lavorato, a patto di rispettare precisi requisiti anagrafici e patrimoniali.
Indice dei Contenuti:
L’assegno sociale si configura come la principale misura pubblica rivolta ai soggetti più vulnerabili e, pur non essendo una pensione nel senso tecnico del termine, assomiglia molto a quest’ultima sotto diversi aspetti fondamentali. È erogato mensilmente dall’INPS e segue il medesimo calendario di pagamento previsto per le pensioni di vecchiaia.
Fino ad oggi, per accedere all’assegno sociale è indispensabile aver raggiunto l’età minima stabilita per la pensione di vecchiaia, attualmente fissata a 67 anni, valore che potrebbe subire eventuali modifiche a partire dal 2027, in relazione all’andamento delle aspettative di vita.
Questa prestazione non richiede alcun versamento contributivo, diventando così l’unica strada percorribile per chi non ha mai lavorato ma ha comunque raggiunto l’età pensionabile, offrendo un sostegno minimo a chi si trova in condizioni di reddito limitato o nullo. Si tratta dunque di un importante strumento di tutela per categorie di cittadini che altrimenti rimarrebbero completamente scoperti dal sistema previdenziale tradizionale.
Requisiti e condizioni per l’ottenimento nel 2027
Per poter beneficiare dell’assegno sociale nel 2027, i nati nel 1960 devono necessariamente raggiungere l’età anagrafica prevista, che si attesta attualmente a 67 anni, ma che potrebbe essere ritoccata a 67 anni e 3 mesi, in virtù dell’aggiornamento basato sull’aspettativa di vita degli italiani. Questo requisito resta imprescindibile e costituisce la soglia minima per accedere alla prestazione, a prescindere dall’assenza totale di contribuzione lavorativa.
Non è richiesto alcun contributo versato per ottenere l’assegno sociale, il che rende questa misura unica nel suo genere, poiché svincolata dalla storia lavorativa del beneficiario. Tuttavia, vi sono condizioni patrimoniali stringenti da rispettare: il richiedente deve rientrare nei limiti di reddito personale e, se coniugato, deve considerare anche il reddito complessivo familiare.
Per accedere all’assegno sociale è fondamentale che il beneficiario non superi le soglie reddituali stabilite annualmente dall’INPS, che tengono conto dell’importo della misura e delle variazioni dovute all’inflazione. Questo significa che l’assegno sociale funge da integrazione al reddito e viene erogato solo quando il reddito individuale o familiare è insufficiente a garantire un minimo sostentamento economico.
È importante sottolineare che l’eventuale aumento dell’età pensionabile a 67 anni e 3 mesi, previsto nel 2027, potrebbe impattare sull’accesso all’assegno sociale, allungando di fatto il periodo di attesa prima di poter usufruire della prestazione. Tale eventualità resta al momento oggetto di monitoraggio e potrebbe essere influenzata da decreti governativi volti a sospendere o modificare l’aumento.
In sintesi, per i nati nel 1960 che non hanno mai maturato contributi, le condizioni per ricevere l’assegno sociale nel 2027 contemplano:
- Raggiungimento dell’età anagrafica prevista, compresa l’eventuale maggiorazione;
- Posizione contributiva nulla o insufficiente;
- Limiti reddituali personali o familiari entro le soglie stabilite dall’INPS;
- Essere cittadino italiano o comunitario con residenza stabile in Italia.
Importi, limiti di reddito e prospettive future
Gli importi dell’assegno sociale sono soggetti a variazioni annuali, influenzate principalmente dall’adeguamento all’inflazione e dall’andamento della normativa vigente. Nel 2025, l’assegno è stato fissato intorno a 538,69 euro mensili, con un incremento dello 0,8% rispetto all’anno precedente, trend che molto probabilmente proseguirà anche nel 2027, salvo eventi economici eccezionali. Questo aumento porta a un contestuale innalzamento dei limiti di reddito necessari per accedere alla prestazione, in modo da mantenerne la sostenibilità e l’efficacia sociale.
Il limite di reddito per ricevere l’assegno sociale non può essere superato: la soglia è calcolata in base all’importo annuo dell’assegno e varia se il beneficiario è single o coniugato. Ad esempio, una persona non coniugata può percepire l’intera somma solo se il suo reddito è pari o inferiore al limite fissato; nel caso di coniugati, il reddito complessivo della coppia deve restare entro valori inferiori, pena la riduzione o la perdita della prestazione.
Questa condizione rende l’assegno sociale una sorta di integrazione minima a garanzia di un sostegno economico essenziale, e non una pensione sostitutiva vera e propria. È importante notare che, in assenza di contribuzioni, l’importo rimane invariabilmente inferiore rispetto alle pensioni ordinarie.
Guardando al futuro, le prospettive legate all’assegno sociale restano incerte poiché dipendono dagli sviluppi normativi e dalle manovre fiscali del governo. È ipotizzabile un ulteriore innalzamento dell’età pensionabile, eventualmente accompagnato da modifiche dei limiti di reddito o degli importi percepiti. Tuttavia, a oggi, l’assegno sociale continua a rappresentare l’unica tutela economica per chi, pur non avendo mai lavorato, raggiunge l’età prevista per la pensione di vecchiaia e versa in condizioni reddituali di particolare bisogno.
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