Pareidolia ed anche voi vedete facce nelle nuvole? Succede anche alla vostra fotocamera con Face Detection!
E’ capitata sicuramente a tutte le persone e principalmente ai bambini, un’occasione nella quale guardando il cielo coperto da nuvole, hanno identificato in quegli ammassi casuali delle forme note, quali animali, oggetti e perfino volti umani.
Il termine tecnico che definisce questo fenomeno che avviene all’interno del cervello umano è ” pareidolia ” parola proveniente dal greco, con la quale si identifica la capacità del nostro cervello di associare delle forme casuali, come appunto le nuvole, a immagini ben specifiche.
Secondo gli esperti nella maggior parte delle volte questa associazione fatta dal nostro cervello, ci porta a vedere forme umane o di volti.
La ” pareidolia ” non si espleta solamente nell’osservazione delle nuvole, ma riguarda anche il fumo o le formazioni stellari.
Molto noto è il volto che sembra apparire dalla formazione rocciosa presente su Marte, che abbiamo potuto osservare grazie ai satelliti.
Un altro caso è quello raccontato da alcuni testimoni in occasione dell’attentato terrorista contro le Torri gemelle, quando nel fumo causato dall’incendio, negli istanti che precedettero la cauta videro apparire un viso satanico.
Stando alle notizie che giungono dalla Corea, sembra che questo fenomeno, finora conosciuto solo per il cervello umano, sia possibile anche per le macchine.
Due ricercatori coreani, Shin Seung Back e Kim Yong Hun, hanno realizzato una mostra di fotografie, da loro stessi realizzate, ottenute con una fotocamera dotata del sistema face detection, che ritraggono ammassi di nuvole che assomigliano a volti umani.
La presenza, all’interno delle nuvole di particolari di un volto quali bocca, naso ed occhi ha portato il sistema di riconoscimento della fotocamera ad individuarli come tali.
La mostra fotografica fa parte di un più ampio progetto di ricerca portato avanti dai due studiosi, che vogliono studiare le relazioni che esistono tra la visione umana e quella dei sistemi di rilevazione dei computer.
All’interno del progetto di ricerca Shin Seung Back e Kim Yong Hun, hanno incluso anche una parte che, grazie al sistema ” Face/Pet Detection “, attraverso particolari dei volti, riconosce come umani quelli dei felini e viceversa.
Per il loro lavoro, che è stato denominato ” Nube Viso ” i due ricercatori coreani hanno utilizzato algoritmi complessi, che permettono di confrontare la visione artificiale ed il sistema del cervello umano.
Uno dei risultati finora ottenuti, sicuramente prevedibile, è quello che il computer supera il cervello umano nella capacità di resistenza, restando attivo fino all’individuazione di un volto.
Una tecnica simile è stata creata dallo studio tedesco di design Onformative che, utilizzando il software di riconoscimento facciale abbinato a ” Google Maps ” ha cercato di trovare immagini di volti umani sulla superficie del nostro pianeta.