Paesi africani cercano un accordo debt-for-nature innovativo entro il 2024
Accordo debito-per-natura in Africa: obiettivi e finanziamenti
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, almeno cinque Paesi africani starebbero lavorando di comune accordo ad uno scambio congiunto “debito-per-natura” con l’obiettivo di raccogliere almeno 2 miliardi di dollari, da destinare alla protezione di una fascia corallina che si estende sul fronte dell’Oceano Indiano.
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Gli accordi debito-per-natura stanno diventando sempre più popolari per le nazioni più povere, consentendo di attivare misure di tutela e conservazione ambientale. Paesi come Ecuador, Barbados, Belize, Gabon e Seychelles hanno già implementato scambi basati su questa tipologia di debito negli ultimi anni, ma l’iniziativa africana citata da Reuters sarebbe la prima a coinvolgere più nazioni che condividono un ecosistema distinto.
Thomas Sberna, responsabile regionale per la resilienza costiera e oceanica presso l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), non ha ancora rivelato i nomi delle cinque nazioni africane coinvolte nell’accordo. Tuttavia, è prevedibile che tali Paesi provengano da quelli che sostengono il piano di conservazione Great Blue Wall, che include Kenya, Madagascar, Mauritius, Mozambico, Seychelles, Somalia, Sudafrica, Tanzania e Comore.
Annunciato per la prima volta nel 2021, il piano Great Blue Wall è sostenuto da Stati Uniti e Gran Bretagna e si propone di proteggere e ripristinare 2 milioni di ettari di ecosistemi oceanici entro il 2030, a beneficio di circa 70 milioni di persone nelle comunità costiere.
La necessità di una rapida azione è evidente: “Se vogliamo davvero avere un impatto sostanziale nei prossimi cinque anni, non possiamo continuare a rilasciare un accordo alla volta”, ha dichiarato Sberna, sottolineando l’urgenza di trovare soluzioni più efficaci e immediate.
Iniziativa del Great Blue Wall: paesi coinvolti e scopi
Sfide e opportunità nei negoziati
Un aspetto cruciale dei negoziati per l’accordo debito-per-natura sarà la gestione delle differenze e delle complessità legate ai diritti di pesca e alle responsabilità finanziarie. Storicamente, i Paesi coinvolti in simili accordi hanno affrontato sfide significative nel raggiungere un consenso su chi debba farsi carico dei costi per le misure di conservazione e su come dividere equamente i benefici derivanti da tali interventi. Thomas Sberna ha evidenziato che le difficoltà non mancano e che la coesione tra i Paesi è fondamentale per il successo dell’iniziativa.
Nonostante le sfide, ci sono segni promettenti che indicano una volontà di cooperazione. I Paesi africani hanno riconosciuto l’importanza di un approccio collettivo per affrontare la crisi ambientale che minaccia i loro ecosistemi marini. Ciò si traduce in un’opportunità unica per stabilire un modello di cooperazione globale basato su esperienze condivise e obiettivi comuni di conservazione.
La pressione internazionale crescente per un’azione rapida in risposta ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità può fungere da catalizzatore per questi Paesi nel superare le differenze. Inoltre, l’aumento della consapevolezza sull’importanza della salute degli oceani all’interno delle comunità locali e tra i governi rappresenta una spinta positiva per la negoziazione.
Queste opportunità non sono solo necessarie, ma urgenti. L’implementazione di un accordo efficace richiederà un impegno sinergico da parte di tutti i partecipanti, creando un’opportunità storica per l’Africa di diventare pioniere nelle iniziative di conservazione finanziate attraverso scambi di debito. La prossima conferenza ONU sugli oceani sarà un momento cruciale per avanzare in questi colloqui e stabilire un terreno di intesa.
Sfide e opportunità nei negoziati
Fondi e strategie per la conservazione marittima
Per facilitare l’accordo debito-per-natura, le nazioni coinvolte stanno attivamente esplorando strategie di finanziamento innovative. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) sta lavorando per creare un fondo specialistico di almeno 2 miliardi di dollari, con una suddivisione di 500 milioni di dollari in finanziamenti agevolati e 1,5 miliardi di dollari provenienti dallo scambio di obbligazioni. Questo fondo avrà un ruolo cruciale nel supportare le misure di conservazione e nel garantire l’efficacia a lungo termine dell’iniziativa.
Un aspetto chiave di queste strategie è la collaborazione con le principali banche regionali. L’IUCN e le nazioni coinvolte stanno avviando discussioni per ottenere garanzie di credito e polizze assicurative per migliorare le condizioni di scambio. Questi meccanismi aiutano a ridurre i tassi di interesse che i Paesi devono affrontare sulle nuove obbligazioni “blue” o “nature” che sostituiscono il loro debito esistente.
Inoltre, si sta verificando un interesse crescente tra le aziende locali dei settori della pesca, del trasporto e del turismo per partecipare a questi scambi di debito. Il legame economico tra la salute degli oceani e il benessere delle comunità locali sottolinea l’importanza di un approccio integrato alla conservazione, in cui il settore privato può svolgere un ruolo attivo nel finanziamento e nella gestione dei progetti.
Le opportunità di finanziamento non si limitano solo a fonti pubbliche; le organizzazioni non governative e le fondazioni internazionali possono anch’esse contribuire con risorse e know-how. Queste collaborazioni possono portare a soluzioni innovative e a un maggiore impegno per la salvaguardia ambientale, rendendo il piano di conservazione ancora più robusto.
La trasparenza nel monitoraggio e nella distribuzione dei fondi sarà fondamentale. È essenziale che le comunità locali e i governi possano accedere alle informazioni relative all’uso delle risorse, affinché tutti i soggetti coinvolti possano tracciare i progressi e garantire che gli obiettivi di conservazione vengano raggiunti.
Fondi e strategie per la conservazione marittima
Per facilitare l’accordo debito-per-natura, le nazioni coinvolte stanno attivamente esplorando strategie di finanziamento innovative. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) sta lavorando per creare un fondo specialistico di almeno 2 miliardi di dollari, con una suddivisione di 500 milioni di dollari in finanziamenti agevolati e 1,5 miliardi di dollari provenienti dallo scambio di obbligazioni. Questo fondo avrà un ruolo cruciale nel supportare le misure di conservazione e nel garantire l’efficacia a lungo termine dell’iniziativa.
Un aspetto chiave di queste strategie è la collaborazione con le principali banche regionali. L’IUCN e le nazioni coinvolte stanno avviando discussioni per ottenere garanzie di credito e polizze assicurative per migliorare le condizioni di scambio. Questi meccanismi aiutano a ridurre i tassi di interesse che i Paesi devono affrontare sulle nuove obbligazioni “blue” o “nature” che sostituiscono il loro debito esistente.
Inoltre, si sta verificando un interesse crescente tra le aziende locali dei settori della pesca, del trasporto e del turismo per partecipare a questi scambi di debito. Il legame economico tra la salute degli oceani e il benessere delle comunità locali sottolinea l’importanza di un approccio integrato alla conservazione, in cui il settore privato può svolgere un ruolo attivo nel finanziamento e nella gestione dei progetti.
Le opportunità di finanziamento non si limitano solo a fonti pubbliche; le organizzazioni non governative e le fondazioni internazionali possono anch’esse contribuire con risorse e know-how. Queste collaborazioni possono portare a soluzioni innovative e a un maggiore impegno per la salvaguardia ambientale, rendendo il piano di conservazione ancora più robusto.
La trasparenza nel monitoraggio e nella distribuzione dei fondi sarà fondamentale. È essenziale che le comunità locali e i governi possano accedere alle informazioni relative all’uso delle risorse, affinché tutti i soggetti coinvolti possano tracciare i progressi e garantire che gli obiettivi di conservazione vengano raggiunti.
Situazione attuale e prossimi passi nel processo di accordo
Attualmente, ci sono segnali incoraggianti per il progresso dell’accordo debito-per-natura, con l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e i rappresentanti dei Paesi coinvolti che stanno intensificando i colloqui. Thomas Sberna ha espresso la sua speranza di giungere a un preaccordo prima della conferenza ONU sugli oceani in programma per il giugno 2025.
Le negoziazioni sono caratterizzate dalla necessità di affrontare questioni complesse, come la quota del debito di ciascun Paese e il controllo su come vengono spesi i fondi per la conservazione ambientale. Questi dettagli richiedono una diplomazia attenta e una profonda cooperazione tra i Paesi africani coinvolti. La sfida principale rimane quella di trovare un consenso equo che soddisfi le preoccupazioni di tutti i membri del progetto.
Le perdite storiche in termini di biodiversità e risorse naturali nella regione, in particolare nelle zone costiere, accentuano l’urgenza di un accordo efficace. Negli ultimi decenni, Kenya, Tanzania e Mozambico hanno visto una riduzione drammatica delle aree di mangrovie e barriere coralline a causa dello sfruttamento e dei cambiamenti climatici, compromettendo gravemente i mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare nel contesto di una crescente vulnerabilità economica.
Per affrontare queste sfide, l’idea di un fondo specialistico di 2 miliardi di dollari emerge come un passo cruciale, in grado di garantire un sostegno finanziario significativo per le misure di conservazione. Questo fondo è visto come un’opportunità per attrarre ulteriori investimenti, specialmente da parte di attori privati, che sono sempre più consapevoli del legame tra la salute degli ecosistemi e le loro attività economiche. I colloqui con banche regionali e aziende locali continuano a progredire, mentre le parti cercano di stabilire un modello operativo che possa rendere attuabile l’iniziativa a lungo termine.
È previsto che un intensificato impegno coeso tra le nazioni coinvolte possa anche influire positivamente sulla dinamica internazionale, attirando maggiore attenzione e supporto da parte di donatori globali e organizzazioni non governative. La trasparenza e l’efficacia nella gestione dei fondi saranno cruciali per mantenere la fiducia tra i partecipanti e garantire che le risorse siano utilizzate in modo efficiente per il bene collettivo.
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