Omnibus, commenti e richieste delle aziende italiane per una nuova collaborazione

### Feedback delle aziende italiane sul pacchetto Omnibus
Il pacchetto Omnibus sta suscitando non poche discussioni in ambito aziendale e istituzionale, soprattutto in relazione alle sue implicazioni sulla Tassonomia europea e sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Diverse aziende italiane hanno presentato i propri feedback, evidenziando il loro supporto per la semplificazione della normativa, ma anche le preoccupazioni riguardo a potenziali rischi di retrocessione rispetto agli standard precedentemente raggiunti. Tra le principali aziende che hanno fornito commenti vi sono A2A, TIM, Intesa Sanpaolo, Assicurazioni Generali, Leonardo e Snam. Questi feedback spaziano da proposte di modifica e semplificazione delle procedure a osservazioni critiche sulle nuove soglie e requisiti, riflettendo una volontà condivisa di migliorare l’efficacia del reporting sulla sostenibilità mentre si preserva la qualità e l’integrità delle informazioni fornite.
### Criticità e proposte delle società
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Diverse aziende italiane hanno espresso preoccupazioni significative in merito agli impatti della proposta del pacchetto Omnibus sulla Tassonomia e, in particolare, sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). TIM, per esempio, ha suggerito di semplificare i criteri di allineamento per i data center e ridurre i costi di certificazione mediante un sistema di autocertificazione. Questa iniziativa potrebbe facilitare l’accesso delle PMI ai finanziamenti ESG, evitando oneri eccessivi rispetto agli standard imposti alle grandi imprese.
Analogamente, Intesa Sanpaolo ha sollevato critiche riguardo all’incoerenza tra il Green Asset Ratio (GAR) e il Pillar 3 GAR, proponendo un approccio unificato per superare inefficienze operative. Inoltre, ha richiesto una maggiore chiarezza sugli indicatori e la semplificazione del principio “Do No Significant Harm” (DNSH) per attenuare gli oneri amministrativi associati.
In un contesto simile, Generali ha evidenziato che l’attuale Tassonomia non riconosce adeguatamente il ruolo del settore assicurativo nella transizione sostenibile, rilevando la necessità di rivedere i criteri tecnici. Anche Leonardo ha evidenziato complessità nel rispetto del DNSH, suggerendo modifiche alle normative per rendere più agevole l’allineamento delle loro attività ai requisiti europei.Snam si è infine allineata con le proposte di semplificazione, sostenendo che una riduzione delle richieste di dati e l’introduzione di esenzioni chiare per attività a basso rischio possano rendere il reporting più utile e meno gravoso per le aziende.
### Richieste delle associazioni di categoria
Le richieste formulate dalle associazioni di categoria italiane sul pacchetto Omnibus evidenziano una preoccupazione diffusa verso le misure proposte e le loro implicazioni per il tessuto produttivo nazionale. Assogestioni, pur appoggiando la logica di semplificazione, ha sottolineato la necessità di evitare un regime “opt-in” che potrebbe compromettere l’uniformità della rendicontazione sulla Tassonomia, generando lacune informative e riducendo la capacità di confronto tra le imprese. La stessa associazione ha proposto di rendere obbligatorio il reporting sulla Tassonomia per tutte le aziende senza eccezioni.
Un’altra voce cruciale è quella di ANIA, che ha messo in rilievo come la restrizione del campo di applicazione della CSRD possa influire negativamente sulla disponibilità di dati necessari per il settore assicurativo. ANIA ha suggerito di rivalutare il KPI sulla sottoscrizione, per garantire che il ruolo delle assicurazioni nella transizione verde venga adeguatamente riconosciuto.
Inoltre, CDP ha proposto di escludere gli enti pubblici locali dal conteggio del Green Asset Ratio per evitare penalizzazioni ingiustificate. Tali riscontri rivelano una chiara esigenza di chiarimenti e di maggiore coerenza tra le normative europee e nazionali, per garantire una transizione sostenibile che sia inclusiva e realmente efficace.
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