Il video dell’Harlem Shake più virale di Draculapp: nonostante il Paese vada a picco, si trova comunque la forza di andare avanti e sorridere
Siamo di ritorno dal Forum della Comunicazione Digitale di Milano. Per una volta, non è semplice valutare non solo il risultato ma il concept stesso di un evento.
Per due giorni un gran numero di relatori ha esposto teorie (più o meno nuove), presentato case study e ricette per il benessere aziendale che esibivano un nuovo modo di comunicare, un modo social, come ingrediente principale. Gli addetti ai lavori hanno ascoltato, commentato, preso atto.
Si è parlato di comunicazione visiva, di viralità, di gaming e gamification – ottimo!
Peccato che il discorso sia rimasto in qualche modo autoreferenziale per via della scarsa affluenza di pubblico generico, al di là della ristretta cerchia di professionisti del settore.
E qui ovviamente scattano le domande e le considerazioni.
Quanto ha pesato su questo risultato la contemporaneità del Forum con il Salone del Mobile, e quindi la scelta delle date? Come spiegare il paradosso di questo mancato coinvolgimento degli utenti e delle aziende, da parte di un evento che si basava sul concetto della comunicazione sociale?
Al netto di un possibile “effetto torre d’avorio”, che potrebbe aver portato gli addetti ai lavori a rinchiudersi in un ghetto di comunicazione digitale invisibile al pubblico potenzialmente interessato, la domanda che aleggiava pesantemente su Palazzo Mezzanotte in questi due giorni riguardava quanto la situazione di stallo del Paese intero possa aver inciso sulla sostanziale immobilità dell’evento.
Al Forum erano presenti molti blogger, diverse figure istituzionali, ma poche aziende. Un dato che non può essere valutato senza tenere in considerazione le condizioni disastrose in cui la nostra economia versa, afflitta da anni di politiche miopi, clientelari, assenti.
Eppure, in questo quadro desolante è comunque possibile trovare segnali positivi. Segnali che partono da chi invece c’era, di chi ha portato con sé il proprio know-how e la propria presenza per condividerli con gli altri. Aziende non necessariamente blasonate che hanno scelto di investire per sbattere un piede (e non i tacchi) nei confronti dell’immobilismo del momento per comunicare che nonostante tutto, ci sono, esistono, e non intendono andarsene.
E’ forse questo il senso dell’Harlem Shake di cui ci siamo resi protagonisti. In barba alla crisi, allo stallo, all’immobilismo… noi balliamo! Ed è già virale.
Fabia Scali-Warner
Editor DraculApp