Twitter big data: l’analisi del dato il nuovo business
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Twitter ha costruito il proprio business in aree come la pubblicità e il commercio. Ma l’azienda ha un altro obiettivo futuro nel mirino: le analisi di massicce quantità di dati, i big data. Twitter ha annunciato la cessazione degli accordi con terze parti per rivendere i flussi completi e non filtrati di tweets, insieme ai metadati che li accompagnano (quello che in gergo viene chiamato accesso di tipo “firehose”, un’analogia col violento getto ad alta pressione dell’acqua collegata ad un idrante dei pompieri).
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Twitter big data, un team interno
Verrà al suo posto utilizzato il proprio team interno di analisi dei big data, sviluppato attorno all’acquisizione di Gnip nel 2014. L’obiettivo è cercare di costruire relazioni dirette con le società di elaborazione dati, i marchi industriali e altri soggetti che usano i dati di Twitter per tastare il polso dei consumatori, misurare le tendenze di mercato e altri obiettivi mobili che possono essere capiti meglio tracciando le conversazioni online.
Twitter big data, l’addio a DataSift
L’auspicio è completare questa transizione per la metà di agosto. DataSift, la maggiore società ad essere colpita dalla mossa di Twitter, serve migliaia di aziende le quali a loro volta ne servono altre migliaia. Non sorprende quindi che abbia rapidamente pubblicato le proprie reazioni verso la chiusura di quel rapporto e la propria determinazione a spingere sul proprio business diretto.
NTT Data, che opera solo sui tweets giapponese, è ancora elencata come partner di tipo firehose, ma Twitter ha confermato che anche questa società è inclusa nell’annuncio di venerdì.
A quanto sembra, si tratta di una mossa allo stesso tempo scontata e improvvisa. Nick Halstead, amministratore delegato e fondatore di DataSift, ha dichiarato che la sua compagnia è stata colta di sorpresa dall’annuncio di Twitter, fatto senza alcun preavviso. Egli ha aggiunto che in precedenza le due parti avevano discusso il rinnovo del contratto; nonostante DataSift avesse recentemente stretto un analogo accordo con Facebook, il maggiore concorrente di Twitter, non sembrava che ciò avrebbe avuto effetto sulle discussioni.
“Ci trovavamo nel mezzo delle negoziazioni e tutto puntava verso la volontà di Twitter di continuare a fare parte di un ecosistema aperto” – ha detto Halstead – “ma ora è chiaro che ciò non era vero“.
Twitter big data, una mossa che non è sorpresa
D’altra parte, per chi ha seguito la crescita di Twitter come azienda, la mossa di tagliare fuori le collaborazioni di firehose con terze parti non dovrebbe costituire una sorpresa. La società non ha certo tenuto segreta la propria filosofia generale su come interfacciarsi con le terze parti. Nel suo famoso (famigerato) “quadrante”, la compagnia ha delineato la posizione verso terze parti che aggiungevano valore a ciò che faceva Twitter contro terze parti che invece si sovrapponevano agli sforzi di Twitter: chi stava elaborando dei client Twitter che “imitavano” l’esperienza diretta di Twitter nella riproduzione dei flussi, è stato tagliato fuori.
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