Tutto il fascino del Motorsport firmato Mercedes: nel DNA della Stella Eccellenza tecnica e passione per le competizioni

Tutto il fascino del Motorsport firmato Mercedes
‘Motorsport: team, tecnica, tradizione’, fino a dicembre al Mercedes-Benz Center di Milano, mette in scena la storia nel mondo dell’automobilismo sportivo della Casa con la Stella. La mostra è l’occasione ideale per raccontare la passione e l’esperienza Mercedes-Benz nel Motorsport: una storia ricca di successi che risale alle origini dell’automobile. A partire dalla prima gara automobilistica, fino al ritorno nel campionato di Formula 1 con un team ufficiale nella stagione 2010, le auto da corsa costruite a Stoccarda sono sempre state protagoniste nelle competizioni sportive; una lunga serie di trionfi che testimoniano la superiorità tecnologica, la determinazione dei piloti ed il perfetto lavoro di squadra di ingegneri e tecnici della Stella.
A partire dalla prima gara automobilistica della storia fino al ritorno nel campionato di Formula 1 con un team ufficiale nella stagione 2010, l’attività di Mercedes-Benz nell’ambito delle competizioni racconta una storia ricca di successi, che risale alle origini dell’automobile. Fin dal XIX secolo, infatti, le auto da corsa costruite a Stoccarda, impiegate nel motorsport e nei rally, sono sempre state ai primi posti nel settore delle competizioni sportive. I loro trionfi sono testimonianza della tecnologia innovativa utilizzata, della determinazione dei piloti e di un perfetto lavoro di squadra.
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MERCEDES BENZ NICO ROSBERG, un set su Flickr.
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Nico rosberg ed il fascino motorsport del team f1 mercedes amg petronas inaugurano la mostra storica al mercedes benz center di milano
Tra i momenti più significativi nella storia delle competizioni che hanno visto protagonista il Marchio con la Stella, vi sono la partecipazione alla prima gara automobilistica della storia nel 1894, la prima vittoria in un Grand Prix nel 1908, l’era delle auto sovralimentate a partire dal 1922 e naturalmente il periodo delle Frecce d’Argento. Queste sono le basi sulle quali sono state costruite le recenti vittorie in Formula 1 e nel Campionato Tedesco Turismo (DTM).
I successi ottenuti nel mondo delle corse non possono essere disgiunti dall’attività che si svolge ogni giorno nei laboratori, nelle officine e negli stabilimenti di produzione dell’Azienda. Al contrario, lo sport motoristico ha una diretta interdipendenza con i prodotti di elevatissima qualità appartenenti agli altri settori, poiché l’esperienza acquisita nella realizzazione di auto da competizione viene sfruttata per la produzione di serie, e le capacità dei tecnici che operano sulla gamma del marchio Mercedes-Benz e dei marchi che l’hanno preceduto, forniscono l’ispirazione necessaria a migliorare costantemente le auto da corsa. Particolarmente importante è stato lo scambio diretto di conoscenze tecniche e di esperienze che si è verificato nei primi decenni in cui si sono tenute le corse automobilistiche. Seppur in un contesto più ampio, la stessa interazione avviene ancora oggi. Nel mondo delle gare automobilistiche, la competenza tecnica va di pari passo con la passione per la competizione. Nel contesto globale, le richieste del Cliente e i mercati sono in mutamento e l’azienda è costantemente costretta ad adattarsi a tale situazione. Numerose innovazioni tecniche, che hanno aperto nuovi scenari per quanto riguarda la produzione delle auto, sono derivate direttamente dagli sviluppi realizzati dai tecnici del settore sportivo, influenzando, talvolta, campi apparentemente distanti dall’automotive quali la medicina o la produzione di complementi di arredo. I processi organizzativi dei pit stop nelle gare automobilistiche hanno fornito, ad esempio, un utile modello da seguire per rendere più efficaci le procedure nella medicina d’emergenza.
I protagonisti del mondo delle corse sono le persone e le auto e le vittorie sono il frutto di un lavoro in team. Nel mondo degli sport motoristici, pertanto, ciascuna gara dimostra ogni volta che è il lavoro d’equipe a fare la differenza tra successo ed insuccesso. Il team, la tecnologia e la strategia devono interrelazionarsi alla perfezione. E l’importanza di ciascuna gara e la passione che trasmette non finiscono sotto la bandiera a scacchi. Mercedes-Benz, rivolge una dedizione totale verso il mondo sportivo automobilistico, orientata sempre alla vittoria, promuovendo i propri prodotti anche al di fuori dei circuiti sportivi. La relazione annuale Benz per l’anno 1907/08 recitava: “Riteniamo che i costi aggiuntivi richiesti dalle gare automobilistiche siano un’assoluta necessità se desideriamo difendere la giusta posizione raggiunta dal nostro marchio nelle competizioni internazionali.”
L’automobilismo sportivo è un leitmotiv della storia del marchio
Fin dai primi tempi, nel XIX e XX secolo, le automobili hanno dimostrato le loro potenzialità e la loro affidabilità proprio nelle competizioni sportive. Le vetture Daimler e Benz infatti presero parte a tutti i più prestigiosi eventi tenuti in Europa e a livello mondiale, vincendo corse e infrangendo una dopo l’altra le barriere della velocità a colpi di record. Straordinari esempi al riguardo sono state la prima Mercedes del 1901 e la Benz da 200 CV detentrice di tanti record: proprio quest’ultima nel 1909 divenne la prima automobile a superare il magico traguardo dei 200 km/h, detenne il record di velocità su sterrato di 228,1 km/h dal 1911 al 1924 ed ottenne il titolo onorifico di ‘Blitzen-Benz’, il fulmine Benz. La fusione della Daimler-Motoren-Gesellschaft (DMG) con la Benz & Cie., che nel 1926, porta alla nascita della Daimler Benz AG, portò anche alla fusione delle attività del settore corse dei due Marchi. Le auto Mercedes-Benz con motore a sovralimentazione dominarono la seconda parte degli anni Venti, vincendo tutte le più importanti competizioni. I modelli K, S, SS, SSK e SSKL, noti come gli ‘Elefanti bianchi’, scrissero la storia dell’automobilismo.
L’era delle Frecce d’Argento, interrotta dalla seconda guerra mondiale, dura dagli anni Trenta al 1955. Con il nome Frecce d’Argento gli storici definiscono un’intera gamma di automobili da corsa, veicoli da record e auto sportive che si distinguevano per la carrozzeria verniciata in color argento e l’avanzatissima tecnologia. Prima della guerra Mercedes-Benz dominava lo scenario dei Grand Prix europei con le sue Frecce d’Argento. Nel 1952, le Frecce d’Argento tornarono al successo con la 300 SL, cui seguirono i titoli ottenuti con la W 196 R nel campionato di Formula 1 del 1954 e 1955 e dalla vittoria nel campionato auto sportive con la 300 SLR (W 196 S) nel 1955.
A seguito delle grandi sfide intraprese nella produzione di serie, a partire dal 1955 la Casa di Stoccarda si ritirò per diversi anni dalle competizioni sportive, ma alcuni team privati, con il supporto di Mercedes-Benz, continuarono a portare avanti la tradizione dell’automobilismo sportivo, specialmente nei rally internazionali. In quel periodo i risultati più importanti furono conseguiti da una vasta gamma di modelli, tra cui la W111, la C/R107, la W115/114 (Stroke Eight), la W113 (Pagoda) e il modello G.
I successi ottenuti in tutte le competizioni, dai rally ai long run come la Parigi Dakar, furono merito non solo delle autovetture, ma anche dei vari modelli Unimog e degli autocarri .
Inoltre, i veicoli commerciali pesanti Mercedes-Benz furono le star delle corse dedicate al settore dei veicoli pesanti. Nel 1989 Axel Hegmann alla guida di un truck Mercedes-Benz vinse il primo titolo European Truck Racing nella Classe C (cilindrata 14,101 cc – 18,500 cc), e nel 1990 ripeté l’impresa nella Classe A (cilindrata max. 11,950 cc). Seguirono numerose vittorie, anche dopo la revisione delle classificazioni per la stagione 1994 (race trucks e super race trucks). I titoli del 2007 (Markus Bösiger) e del 2008-2009 (David Vršecký) andarono a piloti della Freightliner, marchio Daimler.
Oltre ad auto da corsa e vetture con una decisa inclinazione per gli sport automobilistici l’Azienda ha sempre prodotto veicoli che hanno infranto record. Alcuni conseguiti con veicoli sperimentali come la C 111; altri sono derivati da veicoli di serie, come la Mercedes-Benz 190 E 2.3-16 Nardo del 1983.
Negli anni Ottanta Mercedes-Benz fece il suo ritorno ai circuiti sportivi, inizialmente con le vetture sportive del Gruppo C sia per il settore corse che per il settore turismo. Nel Campionato Turismo Tedesco (DTM) e nel Campionato Turismo Internazionale (ITC) tra il 1986 e il 1996 Mercedes-Benz ottenne tre volte il titolo di campione e fu quattro volte seconda in classifica. Poi nel 1994 vi fu il ritorno in Formula 1 con la Sauber (1994) e la McLaren (dal 1995). Durante questo periodo vinsero il titolo di campione del mondo Mika Häkkinen (per due volte, nel 1998 e nel 1999) e Lewis Hamilton (2008) e un titolo costruttori il Team West McLaren Mercedes (1998). Inoltre, nel campionato vennero totalizzati dieci secondi posti. Nel 2010 ha avuto inizio una nuova era, in cui Mercedes-Benz è tornata alla Formula 1 con un suo proprio team ed ha ingaggiato Michael Schumacher come suo pilota di punta. I motori ad Alte Prestazioni Mercedes-Benz verranno usati non solo dal Team Mercedes Grand Prix Petronas, ma anche da Vodafone McLaren Mercedes e da Force India F1.
A partire dal 2000 Mercedes-Benz ha anche gareggiato nel nuovo campionato DTM, conseguendo vittorie negli anni 2000, 2001, 2003, 2005 e 2006. Nel 2003 si è persino aggiudicata i primi tre posti, con Bernd Schneider, Gary Paffett e Christijan Albers. Più di un secolo di automobilismo sportivo sotto il segno della Stella a tre punte: la storia di Mercedes-Benz è indissolubilmente legata alla storia delle corse sportive. Come la storia insegna, l’impegno nel settore sportivo ha sempre dimostrato di essere una forza trainante per il rapido avanzare della tecnologia dei veicoli a motore. Considerato sotto questa prospettiva, l’automobilismo sportivo apre una nuova finestra sul futuro.
Daimler-Motoren-Gesellschaft e l’automobilismo
1894: poker Daimler nella prima gara automobilistica al mondo
Alla sua prima partecipazione ad una competizione pubblica, l’automobile con motore a combustione è stata inventata da soli otto anni. La gara, organizzata nel 1894 in Francia, viene infatti vinta da quattro vetture con motori costruiti secondo il sistema Daimler. La prima competizione automobilistica ufficiale, indetta dal quotidiano parigino “Le Petit Journal”, si svolge su una distanza di 126 chilometri, con partenza dalla capitale francese ed arrivo a Rouen.
La selezione è molto dura: alla partenza si presentano 102 vetture, di cui 21 saranno ammesse alla gara e soltanto 15 raggiungeranno il traguardo. Nove di queste sono dotate di motori costruiti con licenza Daimler.
Al primo posto si classificano a pari merito un’auto dei fratelli Peugeot ed una di Panhard-Levassor. Il motore a V della Peugeot era costituito da due cilindri posti uno di fronte all’altro, con un angolo di 17°. Il propulsore montato perpendicolarmente sotto il divano posteriore aveva 974 centimetri cubi di cilindrata e sviluppava una potenza di 2,6 kW a 620 giri/min. Al terzo e quarto posto si classificano altre due Peugeot, seguite da una Roger-Benz da 3,7 kW.
Anche negli anni seguenti, le vetture con motore Daimler continuano a conquistare nuove brillanti vittorie, contribuendo ad affermare ed aumentare la fama dell’eccellente tecnica tedesca. Le aziende produttrici capiscono quasi immediatamente l’effetto di questi successi sportivi sul pubblico e decidono di sfruttarlo per aumentare le vendite delle proprie vetture.
A quel tempo, però, non era ancora possibile una netta distinzione tra le automobili da usare quotidianamente e quelle utilizzate in ambito sportivo. L’automobile era stata concepita dai suoi inventori principalmente come un mezzo di trasporto per l’uso pratico. Ben presto si afferma però l’idea di utilizzare tali vetture per gareggiare pubblicamente. Le migliorie apportate alle auto sportive vengono direttamente applicate anche alle vetture di serie, sempre che, visto il numero limitato di automobili prodotto a livello manifatturiero, si possa già parlare di prodotti “di serie”. La prima competizione del 1894 viene quindi considerata non soltanto come la nascita dell’automobilismo moderno, ma segna anche l’inizio del rapido progresso nell’industria automobilistica. Fino agli anni Trenta, lo sviluppo tecnico dell’automobilismo va praticamente di pari passo, salvo pochi dettagli, con quello della produzione in serie.
La prima competizione per automobili con motore a combustione segna contemporaneamente la fine delle vetture a vapore: il primo a tagliare il traguardo nel 1894 è il trattore a vapore di De-Dion-Bouton, ma gli viene assegnato, a tavolino, soltanto il secondo posto, perché giudicato troppo pesante e non conforme al regolamento. Viste le prestazioni in rapida crescita delle automobili con motore a ciclo Otto, le competizioni tra vetture a vapore ed a combustione diventano, negli anni seguenti, sempre meno frequenti. Mentre le vetture a vapore di diversa costruzione continuano ad essere ammesse alla gara, le automobili dotate di altri tipi di propulsione vengono scartate: auto elettriche, a propulsione idraulica, ad aria compressa, a gas ed elettropneumatica.
Tra le migliaia di persone che assistono alla gara, c’è anche Gottlieb Daimler con suo figlio Paul che, più tardi, descriverà le impressioni di quel giorno con queste parole: “Il giorno della gara, al mattino presto, mio padre ed io ci trovavamo vicino a Porte Maillot, a Parigi. Una vera e propria folla irruppe accanto a noi per assistere allo spettacolo veramente unico, a quei tempi, delle automobili che si scontravano tra loro durante la corsa. Le auto da corsa erano molto diverse tra loro per forma, tipo e dimensioni; pesanti veicoli a vapore con rimorchio, dalla potenza enorme, gareggiavano con leggeri tricicli a vapore che si misuravano a loro volta con automobili a benzina, tutti accomunati dallo stesso obiettivo: arrivare per primi a Rouen e tornare a Parigi, a Porte Maillot.
Noi – Paul Daimler e Gottlieb Daimler – seguimmo la corsa in macchina. I vari tipi di veicoli in gara erano veramente curiosi: i pesanti trattori a vapore avevano a bordo un fuochista che, grondante di sudore e coperto di fuliggine, spalava incessantemente il combustibile nella caldaia; c’era poi il pilota del triciclo a vapore che controllava costantemente la pressione ed il livello dell’acqua nella piccola ed artistica caldaia, regolando la combustione dell’olio; i piloti delle automobili a benzina e petrolio, invece, stavano comodamente seduti sul sedile di guida, azionando di tanto in tanto una leva, come se guidassero per puro piacere. Un quadro veramente pittoresco e, per me, indimenticabile…”
L’anno seguente si presenta un quadro simile alla Parigi – Bordeaux – Parigi, con un percorso di 1192 chilometri, passata alla storia come la prima gara puramente automobilistica: tra le prime otto vetture giunte al traguardo, sei sono dotate di motore Panhard-Levassor, secondo licenza Daimler, due sono invece vetture Benz. Nel 1896, sui 1728 chilometri del tratto Parigi – Marsiglia – Parigi, con una velocità media di 25,2 Km/h, ai primi tre posti si classificano ancora tre automobili con motore Daimler. I motori Daimler continuano a registrare successi in territorio francese: nel 1897 nelle corse Parigi – Dieppe (tripla vittoria) e Parigi – Trouville (vittoria), l’anno seguente nelle competizioni Marsiglia – Nizza (tripla vittoria) e Parigi – Bordeaux (vittoria di René de Knyff).
1898: Le vittorie delle prime automobili interamente Daimler
Daimler-Motoren-Gesellschaft non vuole brillare soltanto come costruttore di motori, ma vincere anche con prodotti propri. Il sogno si realizza nella corsa Berlino – Lipsia – Berlino (25-27 maggio 1898), con la vittoria di un’automobile Daimler. Al volante c’è Friedrich Greiner che taglia il traguardo con una velocità media di 24,3 Km/h. La prima gara automobilistica tedesca si era svolta qualche giorno prima, sempre nel maggio del 1898, partendo da Berlino alla volta di Potsdam e ritorno. Lo storico dell’automobile Karl Eric Ludvigsen, nella sua cronaca della storia dell’automobilismo di Mercedes-Benz, descrive la nascita di questo sport sul suolo tedesco in una sorta di reportage: “Alcuni curiosi si erano riuniti per assistere alla partenza di tredici carrozze senza cavalli, sbuffanti e traballanti. Si trattava della partenza della prima gara automobilistica dell’Impero tedesco.
Le automobili sfrecciavano, sferragliando, lungo la strada principale della città, in direzione Potsdam, cittadina scelta come punto di svolta per riprendere poi la strada del ritorno verso la capitale. Potsdam era inoltre la residenza di uno dei primi sostenitori tedeschi della motorizzazione, l’imperatore Guglielmo II. C’era un altro motivo per cui questa corsa, lunga 54 chilometri, fosse considerata un evento storico: per la prima volta, alla partenza, erano schierate delle vetture di Daimler e Benz.”
Seguono poi altre manifestazioni di vario genere. La prima corsa delle Dolomiti, che si svolse nell’agosto 1898 intorno a Bolzano, viene vinta da Wilhelm Bauer e Wilhelm Werner con un’automobile Daimler-Viktoria. La competizione, dominata dalla due cilindri da 5,5 kW di potenza, è considerata la prima gara controllata su grande distanza attraverso le Alpi. Ecco che Daimler segna, anche in questo caso, una tappa fondamentale nella ancor giovane storia dell’automobilismo. Wilhelm Bauer trionfa, l’anno seguente, anche nella gara per automobili biposto Nizza – Colomars – Tourettes – Magagnone – Nizza, che fa parte della cosiddetta “Settimana di Nizza”.
Al secondo posto si classifica Arthur de Rothschild. Entrambi i piloti guidano una Daimler modello Phönix con una potenza di 8,8 kW. Il successo del marchio tedesco viene coronato dalla vittoria di Wilhelm Werner, a bordo di una Daimler Phönix 12 CV da corsa, nella categoria delle quattro posti. Anche nel 1899, le automobili Daimler ottengono una doppia vittoria, nella loro categoria, nella prima gara di Semmering. Il pilota della vettura vincitrice, una Daimler Phönix 12 CV, farà ancora parlare molto di sé nel mondo dell’automobilismo: si tratta di Emil Jellinek, commerciante e console generale austriaco viennese. Nel 1897 ordina la sua prima Daimler, nel 1898 acquista i primi due veicoli stradali del mondo con motore a quattro cilindri (Daimler Phönix 8 CV), montato anteriormente. Jellinek, però, non si limita a guidare le automobili Daimler, ma le vende anche. All’epoca era soprattutto l’alta società ad acquistare le vetture prodotte a Stoccarda e la richiesta aumentava in modo esponenziale: nel 1899 la DMG fornisce a Jellinek dieci automobili, nel 1900 sono già diventate 29. Il commerciante austriaco, nel frattempo, richiede automobili sempre più potenti e veloci, che guida egli stesso in occasione di gare automobilistiche. Famose diventano le sue gesta alla Settimana di Nizza, alla quale partecipa con lo pseudonimo di “Monsieur Mercédès”. Il nome si ispira a quello della figlia di Jellinek, Mercedes, nata nel 1889.
1900: inizia l’era Mercedes
Nell’aprile 1900, quando Jellinek e DMG sottoscrivono un accordo per la distribuzione di vetture e motori con cui Daimler acconsente ad attribuire il nome “Daimler-Mercedes” ad un nuovo motore, “Mercedes” diventa per la prima volta denominazione ufficiale di un prodotto. Nelle settimane successive, Jellinek ordina a DMG un totale di 72 vetture di vari livelli di potenza che. Questo trattandosi del 1900, rappresenta un ordine molto consistente. La prima automobile dotata del nuovo motore, la Mercedes 35 CV da corsa, viene consegnata il 22 dicembre 1900.
La prima Mercedes, progettata come molti altri veicoli precedenti da Wilhelm Maybach, progettista capo di DMG, raggiunge uno dei primi apici dello sviluppo dell’automobile moderna: l’evoluzione dinamica dal veicolo a forma di carrozza all’automobile con un design proprio è già avvenuta da lungo tempo, ma Maybach riesce, con questa vettura da corsa, ad inventare un concetto del tutto nuovo. L’automobile ha un motore a quattro cilindri, da 5,9 litri, montato anteriormente, la cui potenza di ben 26 kW consente di raggiungere la ragguardevole velocità di 100 Km/h. Alle notevoli prestazioni si aggiungono altre importanti caratteristiche, come il baricentro basso, il telaio in acciaio stampato, la struttura leggera del motore ed il rivoluzionario radiatore a nido d’ape. Le automobili Mercedes dominano letteralmente la Settimana di Nizza del marzo 1901: Wilhelm Werner vince la corsa Nizza – Salon – Nizza, di oltre 392 chilometri, con una velocità media di 58,1 Km/h. Anche nella gara di montagna Nizza – La Turbie, su una distanza di 15,5 chilometri, Werner trionfa nella categoria delle auto da corsa biposto (velocità massima di 86 Km/h, media 51,4 km/h), seguito da Lemaitre con un’altra Mercedes 35 CV.
In occasione della Settimana di Nizza, Lorraine-Barrow, durante un tentativo per battere il record di velocità su un miglio con partenza a fermo, raggiunge una velocità media di 79,7 Km/h, stabilendo così il nuovo record mondiale. Le auto da corsa Daimler vincono in quasi tutte le discipline, garantendo una straordinaria promozione pubblicitaria per Jellinek e DMG che si traduce in un notevole incremento delle vendite.
Le vittorie della nuova automobile impressionano il pubblico e gli addetti ai lavori. Paul Meyan, segretario generale dell’Automobile Club francese, riconosce la supremazia del marchio automobilistico tedesco Mercedes sui percorsi dominati a lungo dalle vetture francesi: “Nous sommes entrés dans l’ère Mercédès” (“Siamo entrati nell’era Mercedes”), scrive alla conclusione della Settimana di Nizza del 1901.
1903: vittoria alla Coppa Gordon-Bennett in Irlanda
La Mercedes 35 CV da corsa e turismo viene sostituita, nel 1902, dalla Mercedes-Simplex 40 CV da corsa. Un nome meritato: Wilhelm Maybach ha dotato la nuova vettura di un motore da 29,4 kW, garantendo quindi maggiore potenza, un azionamento più semplice ed una maggiore affidabilità. A bordo di questa vettura, il conte William Eliot Zborowski ai aggiudica il secondo posto nella categoria dei veicoli pesanti nella gara sulla lunga distanza Parigi – Vienna del giugno 1902. Il segmento Parigi – Innsbruck vale, al contempo, come terza edizione della leggendaria Coppa Gordon Bennett.
Si tratta del campionato automobilistico internazionale più importante dell’epoca. La competizione era stata inventata alla fine del 1899 dall’editore americano, residente a Parigi, del “New York Herald”, James Gordon Bennett. Si disputava una volta all’anno come competizione tra nazioni. Le vetture dovevano avere un peso compreso tra 400 e 1000 chilogrammi ed essere costruite, fino all’ultima vite, nel Paese che rappresentavano. La nazione vincitrice avrebbe potuto organizzare la gara dell’anno successivo. La Coppa Gordon Bennett inaugura, all’inizio del XX secolo, la tradizione dei colori nazionali per le vetture da corsa. DMG partecipa, per la Germania, con automobili verniciate di bianco. Gli altri colori, che si affermano nel corso degli anni, sono il verde per l’Inghilterra, il rosso (all’inizio nero) per l’Italia, il blu per la Francia, il nero-giallo per l’Austria-Ungheria ed il rosso-giallo per la Svizzera.
L’edizione del 1902 viene vinta dal pilota britannico S. F. Edge a bordo di una Napier, la coppa dell’anno successivo dovrà quindi tenersi in Inghilterra, dove però le corse su strada non sono consentite. L’edizione del 1903 si svolse allora in Irlanda. Una serie di gravi incidenti occorsi durante la Parigi – Madrid nel maggio 1903 decreta la fine delle corse su strada da città a città. In Irlanda inizia così l’era delle gare su circuito. DMG vi partecipa con la nuova generazione delle auto da corsa Mercedes-Simplex, con la versione più potente da 66 kW, costruita appositamente per l’uso competitivo. Le auto da corsa Mercedes 90 CV sono coinvolte in un grande incendio avvenuto il 10 giugno 1903 nello stabilimento di Cannstatt. Alla partenza in Irlanda, il 2 luglio, si schierano quindi tre Mercedes-Simplex 60 CV che la DMG ricompra o affitta da clienti che,animati dallo spirito sportivo, le avevano acquistate per uso privato.
Le Daimler raggiungono quindi a fine giugno, sulle proprie ruote, l’Irlanda. Per vincere: il belga Camille Jenatzy taglia per primo il traguardo, a bordo di un’automobile dell’entusiasta americano Clarence G. Dinsmore. Con una velocità media di 79,2 Km/h, Jenatzy conquista la prima vittoria internazionale importante di DMG. L’anno successivo, la Gordon Bennett si