Comprare una stampante 3D a basso costo: da chimere tecnologiche a oggetti di uso quotidiano.
Che le stampanti 3D siano un vezzo dell’era moderna o qualcosa di concretamente utile nella sfera quotidiana pare non essere del tutto chiaro, ma sicuramente affascinano e fanno sognare gli appassionali di tecnologia. Per ora, quelle destinate alla massa, sono in grado di riprodurre piccoli oggetti, come utensili da cucina, portachiavi, giocattoli per bambini, e non hanno una gran diffusione.
Nonostante tutto però, secondo una ricerca della International Data Corporation (IDC) il mercato delle stampanti 3D è destinato ad incrementare esponenzialmente in un periodo relativamente breve: lo studio infatti, prevede che entro il 2017 questo mercato decuplicherà il giro d’affari. Le stampanti tridimensionali attualmente sono una pura sciccheria tecnologica appannaggio di pochi esperti, ma diventeranno ben presto un prodotto destinato ad una popolazione più eterogenea.
Le possibili applicazioni in campo medico, automobilistico, architettonico o addirittura in alcune branche dell’industria aerospaziale, garantiscono cospicui investimenti finalizzati ad elevare gli standard di efficienza di queste stampanti. A fronte di ciò, i primi colossi del settore cominciano a rimboccarsi le maniche, come ad esempio “HP”, che sta lavorando allo sviluppo di una tecnologia propria, per arrivare a presentare i primi modelli già a distanza di qualche anno, se non addirittura nel 2014.
Ogni singolo oggetto stampabile è basato su un codice di programmazione, che una volta inviato alla stampate funge da ‘libretto di istruzioni’ nella creazione dello stesso, a partire da un materiale plasmabile che si solidifica a contatto con luce. Questo materiale, generalmente del polimero liquido, viene esposto alla luce di un proiettore “DPL” (acronimo di Digital Light Processing), e sarà quella porzione esposta a diventare l’oggetto materiale. Il residuo polimero ancora in stato liquido viene successivamente espulso dalla vasca-contenitore, tramite un sistema di drenaggio. Esiste inoltre un’altra modalità di stampa 3D, quella a ‘getto d’inchiosto’, più economica e rapida della precedente.
Come nelle vecchie stampanti bidimensionali, l’oggetto prende forma a strati, che vengono posti uno sull’altro fino ad ottenere il risultato finale. Quest’ultima modalità sarà quella che molto probabilmente verrà sviluppata in modo estensivo per far si che i costi diventino accessibili al grande pubblico. Ovviamente anche questo tipo di stampante è dotata di una sua specifica risoluzione, che nella fattispecie viene espressa in micrometri: ogni particella “3D” ha un diamentro che varia dai 50 ai 100 micrometri.
Attenderemo dunque che le stampanti 3D entrino nelle nostre case dalla porta principale, facendo compiere alla società attuale un’ulteriore piccolo balzo verso il futuro.