Nasa Messenger: la sonda approda su Mercurio
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Messenger è tante cose. Non solo app, ma anche sonda: quella della Nasa (“MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and Ranging”) che nella serata di oggi 30 aprile 2015 approderà su Mercurio, il più piccolo dei pianeti del Sistema solare e il più vicino al Sole, dopo averlo accerchiato oltre 4mila volte.
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Messenger sarà la prima sonda nella storia a riuscire nell’esplorazione spaziale e orbitale di Mercurio, esplorazione che avverrà a una velocità di 3,91 chilometri al secondo. Con la formazione di un cratere dal diametro di circa 16 chilometri, finirà in questo modo la missione – iniziata nel 2004 – che ci ha permesso di alzare un velo sull’evoluzione del pianeta, nonché una lunga serie di grandi scoperte.
Tra le principali rivelazioni, Nasa Messenger ha rintracciato su Mercurio una notevole quantità di elementi volatili che evaporano a temperature moderatamente elevate; in particolare alte concentrazioni di potassio nelle zone settentrionali, assieme anche a zolfo, sodio e cloro, elementi che ci suggeriscono il tipo di formazione del pianeta, derivata da materiali meno ricchi di ossigeno rispetto a quelli che hanno dato vita ad altri corpi rocciosi.
Per quanto riguarda il campo magnetico, Mercurio ne possiede uno circa 100 volte più debole rispetto quello terrestre, contraddistinto da una spiccata asimmetria. Il Magnetometer a bordo della sonda ha infatti rivelato che il campo magnetico è deviato rispetto all’asse di rotazione del pianeta, di circa un 20% la lunghezza del raggio. In più la magnetosfera è altamente dinamica, a causa del piccolo campo magnetico e della vicinanza al Sole.
Sulla superficie di Mercurio si sono poi riscontrate delle formazioni misteriose, probabilmente tra le più giovani e brillanti, i cosiddetti “hollows”, incavi, avvallamenti e depressioni poco profonde . La loro formazione non è ben chiara, ma un’ipotesi potrebbe essere quella della perdita sublimata di materiale dalla superficie, spesso modellata e plasmata da flussi di lava che a loro volta hanno prodotto vallate attraverso fenomeni di erosione meccanica e termica.
Grazie alle analisi compiute da Nasa Messenger sappiamo inoltre quanto Mercurio si sia ristretto: più o meno il suo raggio si è contratto di circa sette chilometri e questo restringimento ha modificato le caratteristiche topografiche del pianeta, la cui debole atmosfera si rivela essere comunque una delle più dinamiche del Sistema solare.
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