Milano si conferma come la città più adatta per camminare a livello globale
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Milano: la città più camminabile al mondo
Secondo un’analisi pubblicata sulla rivista Nature, Milano si posiziona al vertice delle metropoli globali come la città più “camminabile” nel mondo. I dati rivelano che i residenti di Milano hanno accesso a diverse strutture essenziali in un tempo medio di sette minuti a piedi, con il 98% della popolazione che si trova a meno di 500 metri dai servizi fondamentali. Questo risultato sorprendente distingue il capoluogo lombardo all’interno di un campione di oltre 10.000 città, dove sono stati esaminati i tempi di percorrenza pedonale per destinazioni cruciali come scuole, ospedali, supermercati e ristoranti.
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Il modello urbano di Milano si distingue per la sua elevata densità di servizi distribuiti in modo strategico sul territorio. Inoltre, Milano non è sola nella classifica: altre città italiane come Firenze e Bologna dimostrano buone performance riguardo alla camminabilità, con Firenze alla sesta posizione e Bologna al nono. Interessante è anche il concetto di “quartieri a 15 minuti”, sostenuto da urbanisti come Carlos Moreno, che promuove un’organizzazione spaziale delle città che facilita l’accesso a tutti i servizi primari entro un breve tragitto a piedi. Queste informazioni non solo pongono Milano in una luce favorevole, ma stimolano anche un dibattito più ampio su come le città possono svilupparsi in modo sostenibile e vivere in modo più sano attraverso il miglioramento dell’accessibilità e della qualità urbana.
La ricerca di Nature
Un’analisi dettagliata condotta da Matteo Bruno e dal team dei Sony Computer Science Laboratories di Roma ha portato alla luce i sorprendenti risultati sulla camminabilità di Milano. La ricerca si è concentrata sull’analisi dei tempi di percorrenza pedonale verso strutture essenziali in oltre 10.000 città del mondo, rivelando che Milano vanta il minor tempo medio per raggiungere i servizi di prima necessità. I ricercatori hanno misurato i tempi di percorrenza verso punti chiave come scuole, ospedali, supermercati e uffici pubblici, segnalando che i residenti milanesi possono arrivare a queste destinazioni in appena sette minuti. Questo accorgimento è cruciale per comprendere non solo l’efficienza del networking urbano, ma anche l’impatto diretto sulla qualità della vita degli abitanti.
La ricerca ha messo in evidenza il fatto che ben il 98% della popolazione milanese si trova a meno di 500 metri dai principali servizi, un dato che sottolinea l’impatto positivo di una pianificazione urbana consapevole e orientata al cittadino. Tale studio non solo classifica Milano come la città più camminabile, ma espande anche la discussione riguardo al futuro della mobilità urbana. Si introducono elementi di riflessione su come la disponibilità e la distribuzione di servizi possano influenzare il comportamento dei cittadini e favorire stili di vita più attivi e salutari, grazie a percorsi brevi e accessibili per l’accedere ai servizi quotidiani.
Il dominio delle città europee
Il trionfo di Milano nella classifica della “camminabilità” non è un caso isolato. Al contrario, evidenzia una tendenza ben radicata nel contesto urbano europeo, dove diverse città si distaccano per la loro capacità di offrire accesso immediato ai servizi essenziali. A seguire Milano, troviamo **Parigi**, con una media di soli 7,5 minuti a piedi per raggiungere le strutture di base, e **Lione**, che si attesta a 7,8 minuti. Questi dati non solo mettono in luce l’efficienza della progettazione urbana in queste metropoli, ma testimoniano anche l’importanza attribuita alla mobilità sostenibile e all’accessibilità.
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Tra le altre città emergenti nella classifica troviamo **Barcellona**, famosa non solo per la sua architettura ma anche per la sua pianificazione che consente ai residenti di muoversi rapidamente, con un tempo medio di 8,2 minuti. **Stoccolma** non è da meno, oscillando attorno agli 8,5 minuti. Fuori dal continente, solo alcune città giapponesi, tra cui **Kyoto** e **Kobe**, riescono a mantenere tempi competitivi, attestandosi rispettivamente a 8,7 e 9,2 minuti. Questi risultati evidenziano come la filosofia del “camminare” sia ben radicata nelle politiche urbane europee, promuovendo spazi pubblici efficaci e piacevoli che incentivano la mobilità pedonale e il benessere collettivo.
La supremazia delle città europee nella camminabilità si traduce quindi in un modello da seguire per altre metropoli a livello mondiale. Nonostante i progressi, risulta fondamentale continuare a sviluppare strategie che non solo promuovano l’accessibilità ma anche la qualità della vita urbana, creando ulteriori opportunità per implementare spazi favorevoli al camminare in un contesto globale sempre più urbanizzato.
Assenza delle città americane nella classifica
L’assenza di città americane, canadesi e australiane ai vertici della classifica della camminabilità rappresenta un elemento di grande rilevanza nel dibattito sulla mobilità urbana contemporanea. Le metropoli di questi paesi, sebbene spesso riconosciute per la loro alta qualità della vita, mostrano discrete carenze su questo fronte. Ad esempio, **Los Angeles**, una città nota per il suo stile di vita frenetico e il forte uso dell’automobile, presenta un tempo medio di percorrenza pedonale verso i servizi essenziali che supera i 20 minuti, un dato significativo che pone in evidenza la dipendenza da veicoli privati.
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Analogamente, altre grandi città come **New York**, **Sydney** e **Toronto** confermano questa tendenza, con tempi rispettivi di 18, 17 e 16 minuti. Questi valori, distanti da quelli delle città europee e asiatiche, indicano un modello di sviluppo urbano caratterizzato da una bassa densità abitativa e una pianificazione che privilegia gli spostamenti automobilistici rispetto a quelli pedonali. Si tratta di un aspetto critico, considerando che la mobilità pedonale non solo influisce sulla salute pubblica, promuovendo uno stile di vita attivo, ma anche sull’ambiente, contribuendo a ridurre l’inquinamento atmosferico e il traffico.
La questione diventa ancora più interessante se si considera come le città nordamericane siano spesso progettate in base a una visione di espansione orizzontale piuttosto che verticale, portando a una dispersione dei servizi e a una conseguente difficoltà di accesso per i residenti. In contrasto, **Milano** e altre città europee si sono orientate verso un modello urbano che enfatizza la densità e l’accessibilità, dimostrando la fattibilità di una pianificazione che integra il camminare come elemento fondamentale della vita quotidiana. La sfida per le metropoli statunitensi e non solo, è dunque quella di ripensare il proprio sviluppo urbano, abbracciando strategie che favoriscano una maggiore camminabilità, con il duplice obiettivo di migliorare la qualità della vita e promuovere un ambiente urbano più sostenibile.
Strategie per migliorare la camminabilità urbana
La ricerca dei Sony Computer Science Laboratories ha fornito una guida utile per progettare città più “camminabili” attraverso l’analisi dei dati raccolti. I ricercatori hanno sviluppato un algoritmo che suggerisce modifiche strategiche nella distribuzione dei servizi sul territorio. Questo approccio ha rivelato come sia possibile migliorare l’accessibilità pedonale in modo significativo. Ad esempio, a Parigi, è emerso che la semplice ricollocazione del 5% delle attività sarebbe sufficiente per ridurre il tempo medio di percorrenza a piedi di ben due minuti, elevando al 97% la percentuale di abitanti situati in “quartieri a 15 minuti” dai servizi essenziali.
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Similmente, i ricercatori hanno scoperto che a Rio de Janeiro il trasferimento di alcuni servizi dai litorali verso le aree interne potrebbe dimezzare il tempo medio di spostamento pedonale, portando il tempo da 25 minuti a 12. Questi risultati dimostrano che una pianificazione urbana più attenta e reattiva può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei cittadini, riducendo le distanze e facilitando l’accesso.
Un’altra metropoli analizzata è Melbourne, dove i ricercatori hanno evidenziato che una redistribuzione delle risorse potrebbe aumentare dal 42% al 91% la percentuale di residenti a meno di un quarto d’ora a piedi dai servizi essenziali. L’esperienza di queste città può servire da esempio per altre metropoli che aspirano a migliorare la loro camminabilità, promuovendo un ambiente urbano più vivibile e sostenibile. Pertanto, la sfida si traduce nell’accompagnare le trasformazioni spaziali con politiche che favoriscano la mobilità pedonale, stimolando stili di vita più attivi e responsabili verso l’ambiente.
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