Michela Andreolli: Arke e il sogno dell’unicorno italiano contro le Big Tech
Michela Andreolli e la sua avventura imprenditoriale
Michela Andreolli, giovane imprenditrice milanese, ha tracciato un percorso professionale ricco di esperienze internazionali, ma la sua vera rivoluzione è iniziata quando ha deciso di creare una startup. Dopo un’impressionante carriera trascorsa tra colossi come Amazon, SAP e Google, Michela ha capito che il suo futuro non risiedeva più nel lavorare all’interno di grandi aziende, ma nel lanciarsi nell’innovazione attraverso una propria impresa.
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La decisione di fondare Arke è il culmine di un lungo viaggio, non solo fisico, ma anche personale e professionale. Con una solida formazione accademica in ingegneria gestionale, ha accumulato esperienze significative che le hanno permesso di comprendere le necessità e le sfide del mercato. “Secondo me ce la faremo”, ha affermato, sottolineando che il vero successo non si misura solo in termini di valutazione, ma anche nella capacità di affrontare e risolvere problemi reali.
Michela ha sempre nutrito un forte desiderio di esplorare il mondo, abbinando il suo spirito avventuriero a una crescente consapevolezza delle opportunità imprenditoriali. La sua storia è emblematica di come, al giorno d’oggi, le esperienze all’estero possano influenzare profondamente il percorso di un giovane imprenditore. Questo è particolarmente vero in un contesto imprenditoriale, dove le idee innovative spesso nascono dal confronto con realtà diverse.
Attraverso Arke, che mira a digitalizzare le piccole e medie imprese, Michela ha fatto un passo decisivo verso la creazione di una soluzione nota come sistema operativo per le attività manifatturiere. Qui, un aspetto cruciale è rappresentato dalla gestione del flusso informativo, una problematica riscontrata in molte PMI. La sua ambizione è chiara: “Spero che Arke diventi il nuovo unicorno italiano”, un obiettivo che, sebbene ambizioso, è guidato da una precisa visione del futuro dell’industria e delle tecnologie di supporto.
In questo contesto, la determinazione di Michela e la sua capacità di adattarsi e innovare la posizionano come una delle fondatrici di riferimento nel panorama italiano, pronta a contribuire allo sviluppo di un ecosistema imprenditoriale più resiliente e aperto alle sfide del mercato.
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L’importanza dei viaggi nella crescita personale
Michela Andreolli incarna perfettamente il concetto che i viaggi possano ampliare orizzonti e arricchire l’esperienza di vita. Cresciuta a Pero, una piccola località della provincia di Milano, sin dalla giovane età ha coltivato un’esplorazione che non si è limitata alla sola didattica, ma ha abbracciato culture e paesi diversi. Le sue esperienze, che spaziano da viaggi di istruzione in America e Sudafrica, fino a periodi di insegnamento in Indonesia, hanno segnato una crescita personale fondamentale nella sua vita.
Le istituzioni scolastiche che ha frequentato, definire come un “aeroporto”, hanno avuto un ruolo cruciale nella sua formazione. La borsa di studio che le ha permesso di partecipare a un progetto innovativo al Collegio San Carlo ha ulteriormente spinto Michela verso un’apertura mentale alle diverse prospettive globali. «C’erano professori stellari da tutto il mondo» ricorda, sottolineando come l’influenza di educatori provenienti da posti lontani le abbia fornito strumenti e ispirazioni per affrontare il futuro. Il mix di formazione accademica e opportunità offerte da viaggi ha instillato in lei un forte desiderio di scoprire, apprendere e, alla fine, creare.
La sua mobilità ha avuto un ruolo determinante nel plasmare la sua mentalità imprenditoriale. In un momento in cui molti giovani si sentono bloccati in contesti ristretti, Michela ha trovato la chiave per affrontare le sue paure e abbracciare nuove opportunità, comprendendo che ogni esperienza, positiva o negativa, contribuisce al percorso verso il successo. La decisione di viaggiare per raccogliere esperienze diverse ha modellato la strategia di Michela nei suoi progetti imprenditoriali, portandola a cercare soluzioni innovative per le piccole e medie imprese.
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La determinazione di Andreolli nel creare una connessione tra le sue esperienze all’estero e la realtà delle PMI italiane è un messaggio potentemente ispiratore per molti. Ha capito che, per affrontare le sfide odierne, è essenziale guardare oltre i confini, adottando una mentalità aperta che sfrutti le risorse globali. “Ho passato mesi da sola in diverse parti del mondo”, afferma, evidenziando l’importanza della resilienza e della capacità di adattamento. Questi elementi, uniti all’esperienza pratica ottenuta in contesti direzionali, la preparano ad affrontare il mercato con una visione chiara e realistica.
In definitiva, i viaggi di Michela non sono stati solo esplorazioni geografiche, ma anche un viaggio verso la scoperta di sé e il rafforzamento della sua identità imprenditoriale, rendendola pronta a contribuire attivamente all’innovazione nel panorama italiano.
Il percorso professionale alle Big Tech
Il cammino di Michela Andreolli nelle grandi aziende tecnologiche, conosciute anche come Big Tech, ha rappresentato un’importante tappa nel suo percorso di crescita professionale. Dalla sua esperienza in Amazon come vendor manager nel team di Kindle fino al suo arrivo a Google, Michela ha accumulato competenze fondamentali, che oggi applica nella sua startup Arke. Questo percorso non solo le ha fornito strumenti utili ma ha anche influenzato profondamente il suo approccio all’imprenditorialità.
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All’inizio, il suo ingresso in Amazon è avvenuto attraverso uno stage che inizialmente sembrava un’operazione azzardata. Grazie a una miriade di curriculum inviati in un colpo solo, Michela ha sorpreso se stessa confermandosi come una delle fortunate ad aver fatto colpo su un recruiter. A questo punto, Michela si è immersa nel mondo dell’e-commerce, gestendo relazioni con editori e comprendendo le dinamiche di un ambiente ad alta intensità. La preziosa esperienza riguarda non solo le competenze tecniche, ma anche la cultura aziendale delle grandi multinazionali.
Successivamente, Michela ha deciso di estendere la sua formazione frequentando un master a Berlino. Qui ha avuto l’opportunità di lavorare in SAP, un’importante azienda europea nel campo del software, dove ha contribuito a digitalizzare i processi interni per un team di vendite dell’area EMEA. Questa esperienza le ha offerto un contesto dinamico per crescere e sviluppare competenze in project management e operations, oltre a consolidare il suo interesse per la digitalizzazione.
Il trampolino di lancio verso Google è stato un altro momento cruciale. Con un sogno che la portava a New York, Michela ha capito che la sua carriera professionale l’avrebbe condotta a Dublino. Qui, sotto il dipartimento di Google Ads, ha avuto l’opportunità di lavorare su progetti innovativi, apprendendo ulteriormente sul funzionamento delle tech company. Tuttavia, ciò che ha vissuto in questa fase l’ha portata a una riflessione decisiva: i vantaggi di lavorare in una Big Tech sono indiscutibili, ma spesso i dipendenti si sentono solo una componente di un grande ingranaggio.
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Il periodo trascorso nelle Big Tech ha infatti confermato l’idea di Michela che, nonostante l’eccellenza di queste aziende in termini di benefit e opportunità di apprendimento, il contatto diretto con il mercato e la possibilità di far crescere la propria visione imprenditoriale sono in qualche modo limitati. Così, nel 2023 ha deciso di lasciare Google, scrivendo un capitolo nuovo della sua carriera che non era più indirizzato verso aziende consolidate, ma verso l’innovazione attraverso un sistema tutto suo.
Le esperienze accumulate hanno dato a Michela una visione privilegiata delle problematiche del mercato, rendendola finalmente pronta a lanciarsi nel mondo imprenditoriale. Le know-how acquisite da queste grandi realtà le permettono oggi di affrontare le sfide del settore con una formulazione strategica e consapevole, guidata dalla volontà di risolvere problemi reali per le piccole e medie imprese italiane.
La nascita di Arke e il suo obiettivo
La creazione di Arke segna un momento cruciale nella carriera di Michela Andreolli, un passo che rappresenta non solo un’avventura imprenditoriale, ma anche un tentativo di affrontare le sfide moderne delle piccole e medie imprese italiane. Dopo aver accumulato una ricca esperienza tra Big Tech e una vasta gamma di progetti internazionali, la visione di Michela ha preso forma: sviluppare un sistema operativo mirato per le attività manifatturiere, un ERP (Enterprise Resource Planning) capace di semplificare i processi interni e migliorare l’efficienza aziendale.
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Il viaggio che ha portato alla fondazione di Arke è stato caratterizzato da un intenso lavoro di preparazione. Michela ha dedicato diversi mesi a una fase “stealth”, in cui il focus principale era quello di studiare il mercato e le problematiche riscontrate dalle PMI. Il lavoro di ricerca ha coinvolto interviste e incontri con quasi 200 aziende, dalla quale sono emerse le criticità più significative. Attraverso questo processo, Andreolli ha potuto comprendere i reali bisogni delle imprese e le lacune delle soluzioni esistenti. È emerso chiaramente che la gestione del flusso informativo all’interno delle aziende era un nodo critico da sciogliere.
La decisione di concentrare gli sforzi sul settore manifatturiero non è casuale: Michela ha percepito che questo ambito era particolarmente vulnerabile a inefficienze legate alla digitalizzazione. Gli attuali software disponibili sul mercato spesso non soddisfano le esigenze specifiche delle piccole e medie imprese, costringendo i clienti a lottare con soluzioni rigide e poco flessibili. Arke, invece, mira a offrire un’esperienza più intuitiva e accessibile, consentendo alle aziende di gestire procurement, inventario, vendite e preventivi senza le complicazioni tipiche degli strumenti tradizionali.
Situata a Milano, la startup è composta da un team affiatato di cinque persone, pronte a spingere verso l’innovazione. Una delle priorità attuali è quella di garantire un lancio efficace del prodotto, previsto per la fine del primo trimestre del 2025. Questa ambizione di entrare nel mercato con una proposta concreta ed efficace è alimentata dalla convinzione di Michela che la chiave del successo risieda nel risolvere problemi reali in modo tangibile e diretto.
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Il messaggio di Michela è chiaro: il potenziale di Arke va ben oltre la semplice ambizione di diventare un “unicorno”. Il vero traguardo è quello di creare un impatto significativo nel panorama delle PMI italiane, contribuendo a una trasformazione culturale e tecnologica. L’obiettivo non è solo quello di ottenere una valutazione elevata da parte degli investitori, ma piuttosto di affrontare una delle problematiche più sentite nel settore e costruire un futuro in cui le imprese siano equipaggiate per prosperare nell’era digitale.
Sognando l’unicorno italiano: ambizioni e sfide future
Michela Andreolli guarda al futuro con grande entusiasmo e ambizione. Dopo aver accumulato esperienze significative nel mondo delle Big Tech, ha deciso di rientrare in Italia per perseguire un sogno imprenditoriale che mira a trasformare il panorama delle piccole e medie imprese. La fondazione di Arke rappresenta per lei non soltanto una nuova avventura, ma anche un’opportunità per contribuire attivamente all’innovazione e alla digitalizzazione di un settore frequentemente trascurato.
Il termine “unicorno” nel gergo imprenditoriale si riferisce a startup valutate oltre il miliardo di dollari, ma Michela chiarisce che il suo obiettivo va oltre la mera valutazione economica. «Spero che Arke diventi il nuovo unicorno italiano», dichiara, sottolineando che per lei il vero successo significa risolvere problemi tangibili anziché raggiungere cifre straordinarie. La sua visione è chiara: identificare difficoltà reali e affrontarle con soluzioni pratiche che possano migliorare la vita delle aziende manifatturiere.
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In un contesto in cui le PMI italiane spesso lottano per stare al passo con la digitalizzazione, Michela è consapevole del ruolo cruciale che Arke può avere nell’alleviare queste sfide. Ha trascorso mesi in fase di studio, raccogliendo feedback da oltre 200 aziende e trascorrendo del tempo per capire le loro esigenze. Le difficoltà legate alla gestione del flusso informativo e all’accesso a strumenti digitali efficienti sono stati i punti focali della sua ricerca, e ha sviluppato Arke proprio per risolverli. «Abbiamo deciso di concentrarci sull’industria manifatturiera perché volevamo affrontare i problemi più urgenti e manifesti», afferma.
Inoltre, Michela sottolinea l’importanza di un ecosistema favorevole all’innovazione in Italia. Nonostante alcuni cambiamenti positivi, riconosce che c’è ancora molto da fare per creare una cultura imprenditoriale più supportiva. La sua visione per Arke è ambiziosa: non si tratta solo di sviluppare un software, ma di catalizzare un movimento che incoraggi le PMI a intraprendere il percorso di digitalizzazione con fiducia e determinazione. La mentalità necessaria per garantire il successo delle startup è fondamentale: «Quando c’è un round importante, non è solo una sola azienda a vincere. Tutti possono beneficiarne», afferma, accentuando l’importanza di un approccio collaborativo.
Con un team di professionisti appassionati al fianco suo, Michela sta preparando il terreno per il lancio del prodotto, previsto per la fine del primo trimestre del 2025. Nonostante le difficoltà e le incertezze che si presentano, il suo optimismo rimane intatto: “Voglio fare un unicorno, ma soprattutto voglio trovare una soluzione a un problema che è essenziale per il futuro delle PMI.” La sua determinazione risuona con la passione di quelli che credono nella trasformazione digitale e nella capacità delle imprese italiane di fiorire nel panorama globale.
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