Menthal Sconfiggere la dipendenza da smartphone e social media con una app rivoluzionaria
Non c’è dubbio che lo smartphone sia il dispositivo più amato del nuovo millennio. Le vendite sono in costante crescita in tutto il mondo e gli italiani non sono da meno. Con le tariffe di Vodafone, Tim, Tre e Wind, poi, è possibile avere sms, minuti di chiamate e internet mobile a prezzi convenienti senza dover spendere per forza una fortuna. L’utilizzo di questi device sta aumentando sempre più fra giovani e adulti, ma siamo sicuri di non soffrire di smartphone dipendenza? Un’app ce lo può dire.
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L’applicazione si chiama Menthal e può misurare quanto tempo utilizziamo lo smartphone, quante chiamate facciamo, quanti messaggi inviamo e quanto tempo usiamo un’app durante la giornata. Sia che scegliamo un dispositivo dell’azienda Apple o della maggiore concorrente Samsung, infatti, oggi è possibile accedere ad internet mobile in modo praticamente illimitato e quindi gli utenti passano sempre più tempo online utilizzando le app dei social network o dei servizi di messaggistica istantanea.
L’eccessivo utilizzo dello smartphone, però, può avere conseguenze negative secondo i ricercatori dell’Università di Bonn che hanno realizzato l’app Menthal disponibile gratuitamente per dispositivi Android. “Alcuni dei risultati sono stati scioccanti” ha dichiarato il docente di psicologia Christian Montag commentando i dati rilevati dall’app.
Fra i soggetti che hanno partecipato alla ricerca, infatti, un quarto di loro utilizzava il proprio smartphone per più di due ore al giorno e, in media, i dispositivi venivano attivati 80 volte al giorno.
Ma qual è lo scopo scientifico di Menthal? “Vorremo sapere con precisione quando l’uso del cellulare è normale e quando comincia a diventare eccessivo” ha detto Christian Montag. L’uso dello smartphone quindi può diventare morboso secondo i ricercatori che accostano gli apparecchi telefonici alle slot machine come potenziale fonte di dipendenza psichica. Al momento, la dipendenza da smartphone non è ufficialmente riconosciuta, ma presto si affronterà anche questo tabù come già si è fatto per l’uso di internet.
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Ma quali sono i ritmi di uno “smartphone dipendente”? Difficile dirlo, allo stato delle cose, gli studi scientifici dovranno progredire in questo senso. In ogni caso si può dire che un utente medio utilizza il telefonino per chiamare per circa 8 minuti al giorno, scrivendo invece una media di 2,8 sms. Il vero boom, però, è dovuto a internet e all’utilizzo delle app. La maggior parte del tempo, infatti, lo passiamo sui social network o chattando con i servizi di messaggistica istantanea.
Nel dettaglio, WhatsApp è in testa alle preferenze con il 15% dell’utilizzo totale delle app. A seguire troviamo Facebook (9%) e poi i vari giochi che tangono gli utenti attaccati allo smartphone nel 13% dei casi. Il tempo di utilizzo delle varie app cambia in modo sensibile a seconda del profilo utente, ma ci sono soggetti che passano numerose ore con le dita sul touchscreen.
Come curare gli smartphone dipendenti? Come spesso accade il primo passo è la consapevolezza, rendersi conto di abusare di questi strumenti. I cellulari di ultima generazione sono dispositivi utilissimi alle persone per il lavoro o semplice piacere privato, ma occorre usare i vari servizi con parsimonia per non rimanere troppo incantati davanti agli schermi.
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Allora spegniamo per qualche ora gli smartphone e mettiamoci a fare altro. Là fuori c’è un mondo che aspetta solo noi.
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