Manovra 2026: come cambiano Irpef, pensioni e incentivi fiscali per la casa

- Irpef: secondo scaglione al 33% fino a 50.000 euro, fino a 440 euro annui in più per 13,6 milioni di contribuenti.
- Pensioni: stop dal 2026 all’uso delle rendite integrative per la soglia, età in aumento di 1 mese nel 2027 e 2 mesi nel 2028.
- Bonus casa: detrazione 50% solo sulla prima casa; altri immobili al 36%; incentivi estesi anche a immobili condonati.
- Affitti brevi: cedolare 21% sul primo immobile, 26% sul secondo; dalla terza unità attività imprenditoriale.
- Isee: esclusa la prima casa entro 200.000 euro nelle città metropolitane e 91.500 altrove, +2.500 per figlio oltre il primo.
Manovra e iter parlamentare
La manovra finanziaria 2026 ha completato il suo percorso parlamentare al Senato, con il voto di fiducia del 23 dicembre, e attende l’ultimo passaggio alla Camera previsto per il 30 dicembre: l’approvazione definitiva trasformerà il provvedimento in legge. Il testo tocca ambiti strategici quali fiscalità, previdenza, politiche per la casa e sostegni alle famiglie, introducendo modifiche che rimodellano regole e soglie di accesso a benefici. Questo aggiornamento legislativo avrà impatti immediati su contribuenti, pensionati, proprietari immobiliari e imprese, con disposizioni operative e finanziamenti distribuiti nel triennio 2026-2028.
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Il calendario istituzionale della manovra è ormai definito: dopo il via libera del Senato, l’ultimo atto della Camera è l’anello conclusivo che consente l’entrata in vigore delle disposizioni contenute nel provvedimento. Il ricorso alla fiducia in Aula ha accelerato l’esame, consentendo la chiusura delle ampie modifiche proposte dalle commissioni e dagli emendamenti di maggioranza, compresi interventi sui conti pubblici e sui fondi strutturali destinati a specifici capitoli di spesa.
Dal punto di vista legislativo, il testo definitivo include misure eterogenee, molte delle quali frutto di compromessi politici. Le norme confluite nella bozza finale spaziano da interventi di carattere fiscale a interventi di politica sociale e industriale, con disposizioni sul sistema previdenziale e sugli incentivi all’edilizia. Alcune previsioni hanno natura temporanea e pluriennale, con stanziamenti vincolati per il 2026 e il 2027, e clausole di revisione successive per adeguare la spesa in funzione degli andamenti economici.
Il ricorso a strumenti normativi urgenti e a emendamenti ha determinato modifiche puntuali su specifici capitoli: dall’inclusione degli immobili soggetti a condono nelle agevolazioni edilizie, alla definizione delle soglie di valore della prima casa ai fini Isee, fino all’introduzione della rottamazione quinquies che disciplina la definizione agevolata delle cartelle. Queste scelte mostrano una strategia legislativa focalizzata su equilibri di bilancio e su misure redistributive calibrate su categorie definite di beneficiari.
La manovra assegna inoltre risorse mirate per programmi nazionali e fondi emergenti: il piano Casa riceve stanziamenti specifici per il biennio, mentre sono previsti fondi dedicati a politiche familiari e al sostegno per studenti e persone con fragilità. Le misure sono accompagnate da indicazioni operative per l’attuazione amministrativa, con deleghe e parametri che le amministrazioni competenti dovranno tradurre in procedure attuative nei prossimi mesi.
FAQ
- Che fase parlamentare ha raggiunto la manovra? La manovra ha ottenuto la fiducia del Senato il 23 dicembre ed è in attesa dell’approvazione definitiva alla Camera, prevista per il 30 dicembre.
- Qual è l’impatto temporale delle misure previste? Il provvedimento contiene disposizioni sia di immediata applicazione sia misure pluriennali con stanziamenti per il 2026 e 2027 e previsioni di revisione successive.
- Come sono stati inseriti gli emendamenti nel testo finale? Emendamenti e modifiche sono stati approvati durante l’iter parlamentare, attraverso il ricorso alla fiducia che ha accelerato l’approvazione del testo definitivo.
- Quali settori ricevono stanziamenti specifici? Sono previsti stanziamenti per il piano Casa, fondi per politiche familiari, sostegni agli studenti e risorse mirate ad amministrazioni coinvolte nell’attuazione.
- Ci sono disposizioni urgenti per l’attuazione? Sì: la legge contiene deleghe e parametri operativi che richiedono l’adozione di atti amministrativi per tradurre le norme in procedure concrete.
- La manovra include misure di definizione dei debiti tributari? Sì: è prevista la rottamazione quinquies, che disciplina l’estinzione agevolata delle cartelle dal 2000 al 2023 con possibilità di dilazione in più anni.
Irpef e tassazione sul lavoro
La manovra introduce modifiche immediate e operative al profilo fiscale dei redditi da lavoro e delle partite Iva, con effetti sulla busta paga e sulle scelte salariali contrattuali. La riduzione dell’aliquota Irpef per il secondo scaglione aumenta il reddito netto per milioni di contribuenti; contestualmente vengono ridefinite le agevolazioni fiscali legate a retribuzioni accessorie e buoni pasto, mentre nuove previsioni su imposte specifiche e prelievi settoriali incidono sul costo del credito e delle transazioni finanziarie.
La misura più significativa riguarda la rimodulazione dell’Irpef sul secondo scaglione: l’aliquota passa dal 35% al 33% per i redditi fino a 50.000 euro, traducendosi in un incremento medio del reddito disponibile che può arrivare sino a circa 440 euro annui per i beneficiari. La norma interessa circa 13,6 milioni di contribuenti e agisce direttamente sul netto in busta per lavoratori dipendenti e pensionati, con impatti distributivi calibrati verso i redditi medio-bassi e medi.
Viene mantenuta una tassazione agevolata sulle maggiorazioni contrattuali: gli incrementi retributivi risultano tassati al 5% per i percettori con reddito fino a 33.000 euro, applicabile ai rinnovi contrattuali stipulati nel triennio 2024-2026. Questa disposizione mira a favorire la ripresa salariale contrattuale evitando che l’aumento nominale venga eroso dalla pressione fiscale, pur limitandone la platea attraverso la soglia reddituale fissata.
Interventi fiscali collaterali modificano l’impatto sulle spese quotidiane: la soglia esentasse dei buoni pasto sale da 8 a 10 euro, agevolando i lavoratori che usufruiscono di sistemi di welfare aziendale. Sul fronte delle imposte sui consumi e delle transazioni, la manovra prevede il raddoppio della Tobin tax, che passa dallo 0,2% allo 0,4% sulle vendite di strumenti finanziari dal 2026, aumentando il costo delle operazioni speculative e non per gli operatori di mercato.
Altre variazioni rilevanti riguardano le imposte sui piccoli pacchi importati da paesi extra UE: l’imposta su pacchi di valore fino a 150 euro sale a 2 euro, incidendo sulle importazioni e sul commercio elettronico internazionale. In parallelo, è prevista una progressiva crescita delle accise sul tabacco, con aumenti programmati che portano i rincari medi per pacchetto a 15 centesimi nel 2026, 25 centesimi nel 2027 e 40 centesimi nel 2028, finalizzati anche a incrementare gettito e disincentivare il consumo.
Il trattamento fiscale delle retribuzioni e delle contribuzioni è integrato da misure di contrasto all’elusione e di riforma degli adempimenti: la manovra introduce obblighi e adeguamenti per la determinazione delle ritenute e per la gestione dei crediti d’imposta, e prevede l’introduzione progressiva di ritenute d’acconto per le imprese a partire dal 2028, con aliquote predeterminate per il primo e il secondo anno di applicazione.
Complessivamente, l’architettura fiscale delineata dalla manovra mette insieme interventi redistributivi mirati sul lavoro dipendente e misure strutturali che incidono su transazioni finanziarie, commercio internazionale e consumi specifici. L’obiettivo dichiarato è incrementare il potere d’acquisto dei lavoratori a reddito medio-basso, pur reperendo risorse tramite aumenti selettivi di imposte e accise su consumi e operazioni finanziarie.
FAQ
- Chi beneficia della riduzione dell’aliquota Irpef al 33%? La riduzione riguarda i contribuenti con redditi fino a 50.000 euro, includendo lavoratori dipendenti e pensionati che rientrano nel secondo scaglione.
- Quanto può aumentare il netto in busta per i beneficiari? L’incremento può arrivare fino a circa 440 euro annui per i contribuenti interessati dalla riduzione dell’aliquota.
- Qual è la nuova tassazione sugli incrementi contrattuali? Gli aumenti retributivi derivanti da rinnovi contrattuali sono tassati al 5% per percettori con reddito fino a 33.000 euro, per i contratti rinnovati nel triennio 2024-2026.
- Come cambia il trattamento dei buoni pasto? La soglia esentasse dei buoni pasto sale da 8 a 10 euro, aumentando il valore esentasse riconoscibile ai lavoratori.
- Che impatto ha il raddoppio della Tobin tax? La Tobin tax passa dallo 0,2% allo 0,4% sulle vendite di strumenti finanziari dal 2026, incrementando il costo delle transazioni finanziarie soggette alla tassa.
- Ci sono nuove imposte sul commercio elettronico? Sì: l’imposta sui pacchi extra UE fino a 150 euro di valore aumenta a 2 euro, con effetti sui costi di importazione per acquisti online.
Pensioni e previdenza complementare
Le novità previdenziali introdotte dalla manovra 2026 incidono su criteri di accesso alla pensione, modalità di computo delle prestazioni e misure transitorie per categorie protette. Le modifiche riguardano il calcolo dell’età pensionabile, l’utilizzo della previdenza complementare ai fini del raggiungimento dei requisiti, gli aumenti degli assegni minimi e la rimodulazione delle tutele per lavori usuranti e precoci, con effetti immediati su platee di pensionandi e prospettive di spesa del sistema previdenziale nazionale.
La disciplina dell’accesso alla pensione viene ridefinita in senso restrittivo: dal 2026 decade la possibilità di conteggiare le rendite della previdenza complementare ai fini del raggiungimento della soglia mensile richiesta per la pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contribuzione nel sistema contributivo. Questa modifica elimina una via di anticipo dell’uscita dal lavoro che, fino ad oggi, consentiva a chi aveva accumulato capitali nei fondi integrativi di integrare il reddito pensionistico necessario per soddisfare il requisito minimo richiesto dalle norme vigenti.
L’età pensionabile subirà un aumento graduale: è previsto un incremento pari a un mese nel 2027 e ulteriori due mesi nel 2028. L’adeguamento progressivo dell’età punta a contenere l’onere a carico della finanza pubblica in un contesto demografico sfavorevole, imponendo però una revisione delle pianificazioni pensionistiche individuali e aziendali. I lavoratori dovranno pertanto ricalcolare i piani di uscita, tenendo conto di scadenze differite e di possibili implicazioni sulla contribuzione complessiva.
Per i trattamenti minimi la manovra prevede un incremento degli assegni che si aggira intorno ai 20 euro mensili. La misura mira a ridare potere d’acquisto alle pensioni più basse, ma il valore reale dell’aumento dipenderà dall’interazione con l’inflazione e dalle modalità operative di erogazione. Contestualmente, non viene prorogata l’Opzione donna: la mancata estensione chiude un canale di accesso anticipato riservato a un gruppo di lavoratrici che avevano nei precedenti esercizi normativa speciale per uscire prima dal lavoro.
I fondi destinati alle misure di anticipo pensionistico per categorie gravose e lavori usuranti subiscono riduzioni significative: il reperimento di risorse porta a restringere la platea e a rivedere i criteri di accesso. Le risorse inferiori implicano un irrigidimento delle soglie e una revisione dei requisiti, con un impatto diretto sui lavoratori precoci e su chi svolge attività riconosciute usuranti, che potranno trovare più difficile l’accesso a misure come l’APE o analoghi strumenti di tutela.
Rilevante è anche la progressiva estensione dell’obbligo di conferimento del Tfr al Fondo previdenza Inps: nel biennio 2026-2027 rientrano le imprese con almeno 60 dipendenti, dal periodo successivo la soglia si abbasserà fino a includere, nel 2032, le aziende con 40 dipendenti. Questa estensione modificherà flussi finanziari aziendali e individuali, incrementando la massa gestita dal fondo pubblico e imponendo scelte di adesione automatica per i nuovi assunti, i quali avranno 60 giorni per esercitare l’opzione di esclusione.
L’introduzione dell’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti, con finestra di 60 giorni per l’eventuale opposizione, segna un cambio di paradigma nella cultura previdenziale: la misura punta a incrementare la copertura integrativa e a favorire l’accumulo di capitale individuale a fini pensionistici. L’effetto atteso è un aumento delle posizioni attive nei fondi complementari, sebbene la reale efficacia dipenderà dall’informazione ai lavoratori e dalle condizioni contrattuali offerte dagli operatori del settore.
FAQ
- Che cambia nell’uso della previdenza complementare per il pensionamento anticipato? Dal 2026 le rendite dei fondi integrativi non possono più essere conteggiate per raggiungere la soglia mensile necessaria all’accesso alla pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi nel regime contributivo.
- Quanto aumenta l’età pensionabile? L’età di accesso aumenta di un mese nel 2027 e di due mesi nel 2028, con adeguamenti progressivi successivi previsti dalla normativa.
- Qual è l’entità dell’aumento degli assegni minimi? Gli assegni minimi beneficeranno di un incremento di circa 20 euro mensili, applicato secondo le modalità di erogazione previste dalla legge.
- Viene prorogata Opzione donna? No: la misura non è stata estesa nella manovra 2026 e quindi non sarà più operativa per nuove uscite.
- Chi dovrà versare il Tfr al fondo Inps? Nel biennio 2026-2027 l’obbligo riguarda le imprese con almeno 60 dipendenti; soglie inferiori saranno introdotte negli anni successivi fino a 40 dipendenti nel 2032.
- Come funziona l’adesione automatica alla previdenza complementare? Dal luglio previsto, i neoassunti saranno iscritti automaticamente ai fondi integrativi e avranno 60 giorni per comunicare l’opzione di non adesione.
Bonus casa e misure per le famiglie
La manovra 2026 rinnova e circoscrive gli incentivi edilizi e i sostegni alle famiglie, stabilendo regole precise per l’accesso ai bonus casa, modifiche alla cedolare secca per gli affitti brevi e criteri aggiornati per l’Isee che condizionano molte agevolazioni. Le risorse sono allocate su più anni e alcune misure sono limitate all’abitazione principale; la disciplina introduce vincoli di valore e nuove possibilità per gli immobili soggetti a condono, con impatti diretti su proprietari, inquilini e operatori del settore immobiliare.
Bonus ristrutturazioni: per il 2026 la detrazione al 50% viene confermata ma esclusivamente per gli interventi sull’**abitazione principale**. Gli interventi su immobili diversi dalla prima casa beneficeranno di un’aliquota ridotta, pari al 36%. La restrizione comporta una selezione più mirata dei progetti ammessi e richiede attenzione nella documentazione tecnica e nelle asseverazioni richieste per la fruizione del credito d’imposta. I proprietari devono verificare preventivamente la normativa comunale e catastale per evitare esclusioni dovute a difformità.
Cedolare secca e affitti brevi: la disciplina distingue in modo netto tra il primo immobile locato con cedolare secca – mantenendo l’aliquota al 21% – e i successivi. La seconda unità locata in regime di cedolare per affitti brevi vede l’aliquota aumentare al 26% mentre, a partire dalla terza unità, si produce automaticamente la qualificazione dell’attività come imprenditoriale con conseguenti obblighi fiscali e contributivi ulteriori. Questa scelta normativa mira a ridurre l’uso massiccio di immobili a scopo speculativo e a riequilibrare il mercato delle locazioni a breve termine.
Immobili condonati e incentivi edilizi: è prevista la possibilità di estendere gli incentivi edilizi anche agli immobili oggetto di condono. Tale apertura richiederà, però, il rispetto di condizioni tecniche e il superamento di vincoli urbanistici e catastali che potranno essere posti dall’amministrazione locale. La norma consente una nuova platea di beneficiari ma impone verifiche puntuali sulla legittimità dell’immobile e sulla compatibilità degli interventi con la normativa vigente.
Risorse e piano Casa: il finanziamento del piano Casa ammonta a 110 milioni per il 2026 e 100 milioni per il 2027; questi stanziamenti sono finalizzati a interventi mirati per il sostegno abitativo, per il recupero del patrimonio edilizio e per misure a favore di categorie svantaggiate. La dotazione, pur presente, è circoscritta e richiederà procedure selettive per la ripartizione, con priorità stabilite da criteri sociali ed economici che le amministrazioni dovranno specificare nei bandi attuativi.
Isee e prima casa: il calcolo dell’Isee esclude il valore della prima casa a condizione che il valore catastale rientri nei limiti stabiliti: nelle principali 17 città metropolitane come Roma, Milano, Torino e Napoli il tetto è fissato a 200.000 euro; per gli altri comuni il limite scende a 91.500 euro, con un incremento di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il primo. La novità incide direttamente sull’accesso a sussidi locali e nazionali, agendo come filtro per la platea dei beneficiari di agevolazioni sociali e scolastiche.
Bonus libri e sostegni alle famiglie: il bonus per i libri scolastici viene esteso alle scuole superiori per famiglie con Isee fino a 30.000 euro; lo stesso tetto Isee disciplina l’erogazione del contributo di 1.500 euro per studenti che scelgono la scuola paritaria secondaria. Sono istituiti inoltre due nuovi fondi: 20 milioni per il sostegno abitativo ai genitori separati e 1,15 milioni per i caregiver familiari. La rimodulazione delle risorse punta a coprire bisogni specifici ma richiederà l’emanazione di decreti attuativi per definire criteri e modalità di erogazione.
Pratiche operative e compliance: la fruizione dei bonus richiede una rigorosa documentazione: fatture elettroniche, visti di conformità quando richiesti, attestazioni energetiche per gli interventi rilevanti e dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà nei casi di esclusione dall’Isee. L’accesso agli incentivi per la prima casa comporterà controlli incrociati con le banche dati catastali; gli operatori e i professionisti del settore dovranno aggiornare pratiche e procedure per garantire il rispetto dei nuovi requisiti e minimizzare il rischio di diniego o di recuperi fiscali successivi.
FAQ
- Chi può beneficiare del bonus ristrutturazioni al 50%? L’aliquota del 50% è riservata agli interventi sull’abitazione principale per il 2026; per gli altri immobili l’aliquota è ridotta al 36%.
- Come cambia la cedolare secca per gli affitti brevi? Il primo immobile resta tassato al 21%, la seconda unità passa al 26% e dalla terza unità scatta la qualificazione come attività imprenditoriale.
- Gli immobili condonati possono accedere agli incentivi? Sì: la manovra prevede l’accesso agli incentivi per immobili oggetto di condono, subordinato al rispetto di condizioni tecniche e urbanistiche.
- Quali sono i limiti Isee per l’esclusione della prima casa? Nelle grandi città il tetto è 200.000 euro; negli altri comuni il limite è 91.500 euro, con un aumento di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il primo.
- Quali fondi sono stati istituiti a favore delle famiglie? Sono previsti 20 milioni per il sostegno abitativo ai genitori separati e 1,15 milioni per i caregiver familiari, oltre all’estensione del bonus libri per le superiori con Isee fino a 30.000 euro.
- Quali documenti servono per ottenere i bonus casa? È richiesta documentazione completa: fatture, asseverazioni tecniche, visti di conformità dove necessari e attestazioni catastali; oltre all’eventuale dichiarazione Isee aggiornata.




