Mace all’Unipol Forum: un viaggio psichedelico
Quasi tre ore di concerto hanno immerso il pubblico in un’affascinante fusione di digitale e analogico, mescolando rap, pop e musica elettronica tra sfilate di ospiti e assoli indimenticabili. L’atmosfera all’Unipol Forum di Assago, nella serata di venerdì 18 ottobre, era carica di vibrazioni intense, portando gli spettatori oltre i confini della musica tradizionale. Mace ha saputo trasformare la sua esibizione in un’**obe** (esperienza extracorporea), rivelando, sotto il velo del suo ultimo album **Māyā**, un’intensa connessione con i presenti.
L’evento ha preso vita nel pieno rispetto del concept psichedelico di Mace, attraverso una narrazione musicale che ha coinvolto 31 tracce per un totale di 2 ore e 40 minuti di esibizione, rompendo le convenzioni dei concerti più classici. Questo viaggio sonoro ha comunicato una visione unica, tant’è che il produttore milanese ha esordito invitando il pubblico a liberarsi dai pensieri quotidiani e lasciarli all’esterno. **“Avventuratevi in questo viaggio dimenticando i vostri problemi”**, ha esclamato Mace, ponendosi dietro alla sua consolle, circondato da una scenografia éclatante che univa piante, luci e decorazioni ipnotiche, creando un’atmosfera coinvolgente.
La sfida è stata accolta da un pubblico variegato, nonostante le difficoltà legate allo sciopero dei trasporti pubblici. Mace ha dimostrato una forte leadership, creando un gruppo Telegram per coordinare gli spostamenti, favorendo il senso di comunità tra i partecipanti. **“Entra fuori da te”** è stata una delle frasi che ha riecheggiato durante la performance, incitando a una riflessione interiore mentre l’atmosfera cresceva per merito di effetti visivi e sonori avvolgenti.
La modalità immersiva del concerto ha saputo catalizzare l’attenzione, avviando una narrazione in cui ogni nota e ogni immagine contribuivano a costruire un’esperienza multisensoriale. L’illustre produzione di Mace ha dato vita a un mix unico di generi e collaborazioni, mantenendo un filo conduttore potente che ha unito tutti i partecipanti in un abbraccio sonoro collettivo. Il concerto non era solo un evento musicale, ma un viaggio indimenticabile, un momento dove il reale e il surreale si toccavano.
Una scenografia visionaria
“Lasciate i vostri problemi fuori per questa sera”. Così Mace apre il suo spettacolo, invitando il pubblico a immergersi in un viaggio che va al di là del reale. Davanti a lui, il palcoscenico si trasforma in un’opera d’arte vivente, arricchita da piante esotiche, luci abbaglianti e meravigliose decorazioni, tutte sapientemente orchestrate per creare un ambiente che riflette l’estetica psichedelica del suo ultimo album, *Māyā*. Gli spettatori, una vasta gamma di volti, si riuniscono nell’Unipol Forum di Assago, affollato nonostante le problematiche di trasporto della serata, simbolizzando un forte desiderio collettivo di condivisione e connessione.
La scenografia non è solo uno sfondo, ma una componente essenziale dell’esperienza. Luci pulsanti avvolgono il pubblico, mentre immagini tridimensionali danzano sulla parete dietro il produttore. “Sei già stato qui”, ripete uno dei messaggi visualizzati, creando un legame intimo tra Mace e il suo pubblico. Ogni immagine, ogni suono, è progettato per far dimenticare le preoccupazioni quotidiane e guidare gli ascoltatori verso una dimensione oltre il tangibile.
La direzione artistica esemplare del concerto permette a Mace di esaltare la sua visione, unendo elementi analogici e digitali in un cocktail sonoro che esplora confini musicali inusuali. Le immagini psichedeliche non solo decorano il palcoscenico ma si fondono con la musica per stimolare percezioni sensoriali e cognitive. Con il suo approccio innovativo, Mace sfida le convenzioni, proponendo una narrazione che si dipana attraverso la sua musica e la scenografia che la accompagna.
La coinvolgente produzione non manca di stupire. Ogni dettaglio è curato, dal mixaggio sonoro ai nastri di luce che interagiscono con la folla, regalando un’esperienza multisensoriale trascendente. Perdendosi tra i colori e il ritmo, i partecipanti sono trasportati in un’altra dimensione, in cui il tempo e lo spazio sembrano perdere significato. L’incontro tra l’arte visiva e le performance musicali crea un’esperienza immersiva, dove il concerto di Mace si trasforma in un vero e proprio evento da vivere, un’ode all’arte e alla creatività collettiva.
Il caleidoscopio di artisti
La magia di un concerto di Mace non risiede solo nella sua personalità illuminante, ma si materializza attraverso una vera e propria orchestra di talenti che riempiono il palco. Con una chioma verde fluo, il producer esemplifica un’energia che si propaga a tutto il parterre, ma non è il solo protagonista di questo viaggio. La miriade di artisti che lo accompagna rappresenta un caleidoscopio musicale che abbraccia una varietà di stili e generi, da elementi di rap e pop fino a sonorità più ricercate, come l’arpa e il sitar.
Il concerto inizia con un’interpretazione avvincente di *Dio non è sordo*, a cura di Izi, vestito con un’imponente mantella rossa, accompagnato da Jack The Smoker. Da questo momento, il palco diventa un palcoscenico in continua evoluzione, mentre gli artisti si susseguono creando un mosaico sonoro ricco e dinamico. Una delle performance più toccanti è quella di Venerus, la cui voce delicata avvolge il pubblico come una carezza, diventando una presenza costante durante lo show.
Marco Mengoni, con il suo carisma ineguagliabile, infonde energia con *Fuoco di paglia*, un brano che risuona profondamente nell’arena. La sua interpretazione è accentuata dalla presenza di Gemitaiz e Frah Quintale, creando un momento di pura magia musicale. Altri momenti memorabili includono la struggente esecuzione di *Centomilacarie*, dove il pianoforte accompagna una rivisitazione intensa di *Non mi riconosco*, lasciando spazio a un episodio di standing ovation. Con il crescere della performance, il palco si anima sempre di più, e ogni artista porta la propria unicità nel mix vibrante.
Ma non è solo la quantità di ospiti a rendere questo concerto speciale; è la sinergia che si crea tra loro e Mace. Ogni artista non è semplicemente un’estensione di Mace, ma piuttosto parte integrante di un’opera collettiva, in cui le voci si intrecciano per costruire strutture melodiche avvolgenti. Gli arrangiamenti musicali si fondono con la band, dando vita a momenti di pura strumentalità, dove il supporto di chitarre e sassofoni arricchisce l’esperienza sonica e permette un distacco dalle voci, lasciando emergere la purezza della musica.
Le diverse collaborazioni sono caratterizzate da sorprese, come nel caso della reinterpretazione di *Chic* di Izi, che culmina in una toccante interazione tra Mace e l’artista. La varietà degli stili eseguiti sul palco non solo intrattiene, ma celebra diversi lati della musica e della cultura, dal rap all’elettronica, creando un dialogo vivace tra le tradizioni musicali e le innovazioni contemporanee. Ogni ospite arricchisce l’atmosfera con l’essenza unica, rendendo l’esperienza di Mace all’Unipol Forum un vero e proprio festeggiamento della diversità artistica.
Mace, artista manieristico
Simone Benussi, meglio noto come Mace, si erge sul palco non solo come un produttore, ma come un vero e proprio artista manieristico capace di amalgamare varie influenze musicali in un’unica opera d’arte. Durante il concerto, la sua abilità di orchestrare i talenti in scena emerge con chiarezza: ogni artista che si esibisce non è un semplice ospite, ma un co-creatore che contribuisce a un climax sonoro collettivo. La sua visione si materializza quando la musica e la performance verbale si uniscono, dando vita a un’esperienza coinvolgente.
Ogni canto che si leva dal palco segue un percorso di crescente intensità, delineando un racconto che trasfigura la dimensione del concerto in un viaggio esperienziale. Mace, con il suo approccio variegato, sfrutta la ricchezza di ogni voce, creando interazioni che superano il semplice scambio di parole. Gli assoli strumentali, uniti a ritmi incalzanti, liberano un’energia che trasmette vitalità al pubblico. Le sue scelte artistiche sono un’ode alla musicalità, un richiamo a un’epoca in cui il suono è protagonista.
La struttura dei brani non segue sempre le convenzioni, con alcune canzoni come *Praise The Lord* che si lanciano in esplorazioni sonore prive di voci, permettendo ai musicisti di brillare in impropri solisti. In questa danza di suoni, i finali delle tracce diventano un momento di liberazione. La musica si fa perno attorno a Mace e alla sua band, il cui interplay di suoni arricchisce il panorama sonoro, dando spazio a momenti di pura espressione artistica.
Mace non teme di avventurarsi in territori sconosciuti, come dimostra il suo discorso accorato dopo l’esecuzione di *Ayahuasca*. Racconta dei suoi viaggi, non solo fisici ma anche interiori, condividendo esperienze personali in modo diretto e crudo. **“Non parlo solo dei viaggi fisici, ma delle esperienze psichedeliche che mi hanno trasformato,”** afferma, portando la narrazione del concerto in una dimensione profonda che sfida le percezioni comuni. È un momento di vulnerabilità, una connessione autentica con il suo pubblico che si fa portavoce di una riflessione sulla salute mentale e sull’accettazione.
Questo approccio non convenzionale non solo intrattiene, ma invita a una riconsiderazione dell’essenza stessa della musica. Mace si distacca dalle tradizionali barriere degli eventi live, trasformandoli in esperienze immersive. Ogni nota, ogni immagine proiettata, ogni parola pronunciata cresce in intensità, avvolgendo il pubblico in un abbraccio sonoro e visivo. La performance culmina in un crescendo di emozione, dove il corpo di Mace e la sua band sembrano danzare insieme a ogni vibrazione emessa dai loro strumenti, in un perfetto equilibrio di intenzione e improvvisazione. Così, mentre i riflettori si spengono, l’essenza di quel momento resta impressa nella mente di chi ha assistito a questo straordinario spettacolo.
L’esperienza del pubblico
Entrare all’Unipol Forum durante il concerto di Mace è come varcare la soglia in un’altra dimensione, dove la musica diventa la lingua universale che unisce tutti i partecipanti. Ogni spettatore si sente subito accolto, coinvolto in un’atmosfera di attesa carica di energia. Mace, con il suo stile inconfondibile e la sua presenza magnetica, riesce a trasformare la sala in un luogo in cui ogni individuo è sia protagonista che testimone di un’esperienza collettiva straordinaria. La risposta del pubblico è immediata: mani alzate, cori e un’energia palpabile che si diffonde nell’aria, abbracciando ogni nota con entusiasmo e partecipazione.
Il concerto non è solo un ascolto passivo; è un viaggio sensoriale in cui ogni singola traccia è come un capitolo di una narrazione più ampia. La folla è colpita da un suono che fluttua tra melodie accattivanti e ritmi trascinanti, capace di far ballare anche il più riservato degli spettatori. La scenografia contribuisce in modo determinante a questa immersione: luci pulsanti e proiezioni tridimensionali trasformano il palcoscenico in un caleidoscopio visivo, che accompagna il pubblico in un passaggio quasi onirico attraverso le diverse sfumature musicali. **”Vivi il momento,”** sembra esortare Mace, e così il pubblico dimentica i propri problemi, lasciandosi trasportare dalla magia dell’evento.
Ogni intervallo tra le canzoni diventa un momento di connessione, in cui Mace condivide pensieri e riflessioni personali. Questi attimi di autenticità fanno sentire i presenti parte di un’esperienza intima e significativa. Le sue parole risuonano con sincerità, aprendo un dialogo inaspettato e profondo, dove la musica si intreccia con emozioni e condivisibilità. Una volta avviato il flusso melodico, l’Unipol Forum si trasforma in un grido collettivo: ogni brano è un invito a unirsi, a vibrate insieme e a convivere nella diversità delle esperienze.
La varietà degli artisti che salgono sul palco non solo amplifica l’esperienza, ma arricchisce il momento, regalando ai fan la possibilità di ascoltare interpretazioni uniche e collaborazioni inaspettate. Quando il pubblico esplode in applausi e cori, scatta un contagioso senso di comunità, un’unità che emerge nonostante il contesto urbano e moderno in cui si svolge l’evento. **“Siamo tutti qui per la stessa ragione,”** è il messaggio che aleggia tra gli spettatori.
A ogni performance di Mace, il pubblico diventa parte integrante dello spettacolo stesso. È una danza reciproca in cui le emozioni si alimentano a vicenda, il produttore interagisce con il pubblico, generando un’energia che si amplifica e si riflette. Questo scambio tra artista e spettatore raggiunge il culmine durante i brani più celebri, con ovazioni che rimbombano all’interno del Forum, mentre il ritmo incalzante invita tutti a lasciarsi andare. Non è solo un concerto; è un’esperienza trasformativa che lascia un segno indelebile nella memoria, un ricordo da custodire come un viaggio condiviso in un momento di pura magia musicale.
Conclusioni e riflessioni finali
Il concerto di Mace all’Unipol Forum è stata un’esperienza che è andata ben oltre le aspettative, rivelando un panorama musicale ricco e stratificato, capace di emozionare e coinvolgere il pubblico in modi profondi. L’abilità del producer nel combinare elementi visivi e sonori ha creato un’atmosfera immersiva che ha saputo attrarre l’attenzione di tutti i presenti, trasportandoli in una dimensione alternata di vibrazioni e sensazioni. Lungo le quasi tre ore di performance, ognuno si è trovato a vivere una storia sonica, fatta di momenti unici e di interazioni reali, rendendo il concerto un viaggio indimenticabile e collettivo.
Non è stato solo un susseguirsi di brani, ma piuttosto una narrazione coesa e coinvolgente, in cui ogni canzone si è inserita perfettamente nel contesto generale della serata, contribuendo a costruire un legame intimo tra Mace e il suo pubblico. Le testimonianze dell’artista sul suo percorso personale hanno aperto una finestra su un’esperienza più ampia, invitando i presenti a riflettere sulle proprie emozioni e sui propri viaggi interiori. La vulnerabilità di Mace, espressa attraverso parole e melodie, ha reso il concerto non solo un evento musicale, ma un vero e proprio percorso di crescita condiviso.
La varietà artistica presente sul palco ha ulteriormente arricchito l’esperienza, dimostrando che ogni contributo è prezioso nel creare un’opera complessiva armoniosa e audace. Ogni artista ha portato la propria unicità, arricchendo il mosaico sonoro con colori e stili differenti, dal rap alle sonorità più melodiche e raffinate. Questo caleidoscopio di suoni e talenti ha mostrato chiaramente che la musica è un linguaggio universale, capace di unire le persone, trascendendo le barriere culturali e generazionali.
Al termine del concerto, mentre il pubblico usciva dall’Unipol Forum, era palpabile un senso di soddisfazione collettiva. Le emozioni vissute durante la serata continuavano a risuonare, creando una sorta di eco che avrebbe accompagnato ciascuno nel proprio cammino. Mace, con il suo talento e la sua visione artistica, ha saputo trasformare una semplice performance in un’esperienza totale, ricca di significato e bellezza. In un’epoca in cui spesso si cerca autenticità e connessione, questo concerto ha offerto un rifugio in cui molti hanno potuto sentirsi accolti e rappresentati, lasciando un ricordo indelebile nel cuore di ciascuno.