Lulù Selassiè affronta il processo per stalking con bracciale elettronico a Bortuzzo
Lulù Selassiè e le accuse di stalking
Situazione intricata per Lulù Selassiè, ex concorrente del Grande Fratello Vip 6, coinvolta in una gravissima accusa di stalking aggravato da parte dell’ex compagno, Manuel Bortuzzo, atleta paralimpico. La denuncia, riportata da fonti credibili come Il Messaggero, evidenzia comportamenti inquietanti da parte della Selassiè, caratterizzati da messaggi minacciosi e da un’ossessione difficile da gestire. Tra i messaggi più allarmanti figura una frase inquietante: “Se non stai con me ti ammazzo e mi ammazzo”. Queste parole rivelano la profondità del disagio emotivo che Lulù stava vivendo dopo la rottura con Bortuzzo, con la quale aveva condiviso un legame nella casa del reality.
Bortuzzo ha descritto lo stato di ansia e paura creato dalla sua ex, costringendolo a modificare le proprie abitudini e a sentirsi in pericolo. In particolare, la situazione è diventata insostenibile, tanto da spingerlo a decidere di interrompere ogni contatto e a richiedere assistenza legale. La denuncia ha sottolineato come la trasformazione dell’amore in ossessione abbia avuto un impatto devastante sulla vita di Manuel, incidendo profondamente sulla sua serenità e sul suo diritto a stabilire nuove relazioni.
Dettagli degli episodi di minacce
La denuncia di Manuel Bortuzzo nei confronti di Lulù Selassiè è costellata da episodi di minacce inquietanti che hanno segnato un periodo di intensa angoscia per l’atleta. Le comunicazioni tra i due, inizialmente cariche di sentimenti, si sono rapidamente trasformate in messaggi inquietanti e minacciosi, generando un clima di paura e tensione. Secondo quanto riportato, il contenuto di alcuni messaggi è stato talmente allarmante da suscitare preoccupazione non solo per la sicurezza di Bortuzzo, ma anche per il suo stato mentale. In particolare, uno dei messaggi più eclatanti riportava: “Se non stai con me ti ammazzo e mi ammazzo”, evidenziando il profondo conflitto emotivo della Selassiè.
La situazione è degenerata in modo drammatico durante l’estate del 2023, quando sono emersi ulteriori episodi di stalking. Lulù ha infatti seguito Manuel durante i suoi spostamenti professionali, apparendo in luoghi in cui lui si trovava, tra cui le competizioni internazionali di nuoto. L’ossessione si è manifestata attraverso comportamenti invasivi e inappropriati, come l’aver prenotato una stanza nello stesso albergo del nuotatore e aver lasciato messaggi affettuosi che si trasformavano rapidamente in richieste pressanti di attenzione. Questi atti hanno creato un’ulteriore escalation di tensione, culminando in aggressioni fisiche. Manuel ha denunciato di essere stato colpito da schiaffi da parte della Selassiè, un gesto che ha definitivamente contrassegnato l’intensificarsi del conflitto tra i due. Tale situazione ha portato Bortuzzo a percepire una costante minaccia alla sua incolumità, inducendolo a cambiare radicalmente le sue abitudini di vita.
Misure cautelari e braccialetto elettronico
La gravità delle accuse rivolte a Lulù Selassiè ha comportato l’imposizione di misure cautelari da parte delle autorità competenti. Il provvedimento di divieto di avvicinamento nei confronti di Manuel Bortuzzo è stato emesso nella scorsa estate, segnando una tappa fondamentale per la protezione dell’atleta. L’accusa di stalking aggravato ha portato a una decisione severa, che include l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico. Questa misura è stata progettata per monitorare i movimenti della Selassiè e garantire che non possa avvicinarsi a Bortuzzo, riducendo al minimo i rischi per la sua incolumità.
Le misure cautelari non solo mirano a tutelare Manuel, ma riflettono anche la serietà della situazione e la necessità di un intervento legale efficace per interrompere il ciclo di molestie. La procura di Roma ha adottato un atteggiamento rigoroso, invitando le forze dell’ordine a garantire il rispetto di tali provvedimenti. Le evidenze raccolte, comprese testimonianze e messaggi, hanno contribuito alla decisione di istituire questa sorveglianza elettronica come strumento di protezione.
Inoltre, si segnala che il braccialetto elettronico rappresenta un deterrente significativo per comportamenti futuri, fungendo da costrizione per Lulù e richiamando l’attenzione sulla gravità delle sue azioni. Questa sorveglianza non è solo una misura di sicurezza, ma un chiaro messaggio che sanziona comportamenti delittuosi quali lo stalking e che sottolinea l’importanza della protezione per le vittime di tali violenze.
Il procedimento giudiziario in corso
Il caso che coinvolge Lulù Selassiè e Manuel Bortuzzo ha già intrapreso un cammino giuridico significativo. La procura di Roma ha richiesto un giudizio immediato nei confronti della Selassiè, evidenziando la gravità delle accuse e il potenziale rischio di recidiva. L’udienza preliminare è stata programmata per il prossimo 28 gennaio, data che segnerà un passaggio cruciale nella risoluzione della controversia legale. Lulù, attualmente sottoposta a misure cautelari, deve affrontare non solo le accuse di stalking aggravato, ma anche la possibilità di conseguenze legali severe, dato il contesto di tormento emotivo e fisico descritto da Bortuzzo.
Nel corso del procedimento, saranno analizzati diversi elementi di prova, inclusi messaggi, testimonianze e comportamenti che hanno caratterizzato la relazione tra i due. La difesa di Lulù avrà l’onere di dimostrare la non sussistenza delle accuse o di attenuarne la gravità, mentre l’accusa cercherà di dimostrare la natura ossessiva e pericolosa del comportamento della giovane. Il giudizio si concentrerà sulla valutazione delle prove presentate e sull’interpretazione delle leggi in materia di stalking, con particolare attenzione alla tutela delle vittime e alla loro sicurezza.
In questo contesto, la figura di Manuel Bortuzzo rimane centrale, poiché la sua testimonianza sarà fondamentale per delineare il quadro accusatorio. L’attenzione mediatica su questo caso, già alta, è destinata a crescere ulteriormente man mano che ci avviciniamo alla data dell’udienza. La questione coinvolge non solo la responsabilità penale della Selassiè, ma anche il più ampio tema della violenza di genere e del stalking, argomenti di rilevante importanza sociale e giuridica.
Reazioni pubbliche e impatto mediatico
La situazione riguardante Lulù Selassiè e Manuel Bortuzzo ha suscitato un ampio dibattito nella sfera pubblica e sui social media, dando vita a reazioni diverse e a intensi scambi di opinioni. Molti hanno espresso solidarietà verso Bortuzzo, evidenziando la gravità della situazione e la necessità di affrontare seriamente il tema dello stalking. Le testimonianze e le denunce pubbliche, concepite come un monito, hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che colpisce molte persone, spesso invisibili nella loro sofferenza.
D’altro canto, la figura di Lulù ha generato anche critiche severe, sia per il suo comportamento sia per il suo passato mediatico. In tanti hanno messo in discussione la rappresentazione della sua figura nel mondo dello spettacolo, chiedendo se fosse giusto continuare a sostenere chi, come lei, sembra trasgredire i confini del rispetto personale e della legalità. La denuncia di stalking, emersa con chiarezza, ha spinto a riflessioni più ampie sul tema della salute mentale e sulle conseguenze delle relazioni tossiche.
Il coinvolgimento dell’ex gieffina e atleta paralimpico in un contesto così delicato ha attirato anche l’attenzione di esperti e professionisti, molti dei quali hanno colto l’occasione per commentare le dinamiche delle relazioni affettive e il rischio di sviluppare comportamenti ossessivi. Media e portali di news hanno dedicato ampio spazio a questo caso, cercando di fare luce non solo sui singoli eventi, ma anche sulle tematiche più generali legate alla violenza di genere e alla vulnerabilità di chi vive sotto minaccia.
In questo contesto, il caso di Lulù non è visto solo come un semplice fatto di cronaca, ma come un campanello d’allarme per affrontare questioni più complesse e profonde della società attuale, mirate a garantire la sicurezza delle persone e a promuovere un dialogo costruttivo attorno a questi argomenti delicati.