L’ultimo libro di Claudio Martelli: “Vi racconto trent’anni di vita politica (e non solo)”
Ammette che se facesse ancora oggi politica attiva, “per forza di cose”, avrebbe anche lui un account Twitter e in 140 caratteri si sforzerebbe a sintetizzare il suo pensiero. Ma Claudio Martelli, giunto alla cifra tonda dei 70 anni, tra l’altro, è libero anche di non essere sul social più di moda nei palazzi del potere e, dall’alto della sua esperienza giornalistica, di bacchettare anche i media di ultima generazione “perchè incapaci di andare alla radice dei grandi mali che viviamo”.
L’ex delfino di Craxi, l’ex ministro della Giustizia che giocò di sponda con Giovanni Falcone, in un tempo che non sa “se definire più complicato, ma di certo più brutto” rispetto agli anni che l’hanno visto protagonista, conta di dire ciò che ha da dire con un libro edito da Bompiani e intitolato ‘Trent’anni di vita politica’.
Operazione nostalgia? Lui giura di no. Anche se la sala Buzzati della Fondazione Corriere che ospita la presentazione milanese del volume è piena zeppa di ex Psi e protagonisti a vario titolo della ‘Milano da bere’. Per citarne uno, si nota l’ex sindaco meneghino Paolo Pillitteri. E sul palco, assieme all’ex numero due del Psi, con Paolo Mieli e Luciano Violante, ci sono Livia Pomodoro, che fu suo capo di Gabinetto al Ministero, e Andrèe Ruth Shammah, responsabile del teatro ‘Franco Parenti’ nonchè amica di vecchia data di Martelli.
Quindi: “No, nessuna operazione nostalgia – spiega Martelli – Ho pensato a questo libro nel 1993, quando mi sono dimesso da tutti i miei incarichi pubblici. All’epoca, cominciai a fissare sulla carta le mie memorie principali. Ma ero ancora troppo preso emotivamente per scrivere il testo completo. L’ho ripreso solo 4 anni fa. Talvolta con divertimento. Talvolta con sofferenza. Ma sempre con l’obbligo che ho avvertito di raccontare anche cose che avrei fatto volentieri a meno di ricordare”.
Paolo Mieli ha avvertito che spesso le autobiografie dei politici risultano poco credibili. Nel suo caso, invece, ha sostenuto che è come avere tra le mani un romanzo…
“E’ il racconto di una storia. La mia e di tanti altri nonchè di quella di chi abbiamo incontrato nel nostro cammino. Non è un libro di politica, anche se si parla di politica. Non è un libro di storia, anche se si raccontano pagine di storia. E’ senz’altro un racconto che non ha potuto ignorare la mia dimensione esistenziale. Altrimenti, sarebbe stato ipocrita. Ci sono i miei studi, le mie amicizie, i miei amori (Martelli è stato sposato tre volte, ndr), i casi della vita. Ho avvertito l’obbligo di non bypassarli affatto perchè altrimenti avrei contribuito a scavare il solco che ci separa dalla gente con un lavoro non sincero, o semplicemente inutile perchè troppo monco”.
Ma visto che ‘Trent’anni di vita politica’ non è una lode tout court a ciò che è stato, se Martelli potesse tornare indietro, cosa cambierebbe della propria esistenza politica e non?
“Goethe diceva che tutto si sistemerebbe a meraviglia se le cose si potessero fare una seconda volta. Ma ciò che mi sembra più vero è che bisogna fare pace con la propria esistenza. E che il modo migliore di farlo è essere sinceri senza aver paura del giudizio. Se si è rigorosi con se stessi non si può temere il giudizio altrui”.
Ma si può dare un giudizio libero sulla Larghe Intese.
“Detto che io non voto finchè c’è il Porcellum, e che per sostenere questa posizione ho finanche perso una collaborazione giornalistica, credo che con la disoccupazione giovanile a livelli record, la crisi, i dati economici così drammatici che dobbiamo affrontare e con tutto ciò che c’è da riformare, è impossibile migliorare cambiando il meno possibile. In realtà, soprattutto a noi anziani toccherebbe fare più sacrifici a favore delle generazioni più giovani”.
Generazioni che hanno votato in massa per il Movimento 5 Stelle.
“A tal proposito, mi ha colpito l’altra sera cosa ha detto in tv Aldo Busi: ‘Io voglio uomini che hanno un passato perchè il passato mi serve per giudicarli. Non voglio chi vuole azzerare la storia'”
Nel libro racconta anche le sue storie d’amore. Ma oggi, si sa tutto sulle cene eleganti di Arcore…
“Perchè si parla di sesso e non più d’amore. Ma la mia generazione è stata educata ad essere parte integrale di una società. Ed è stata l’ultima a beneficiare di questa lezione”.