Dalla nostra inviata CINZIA ALIBRANDI.
Con Lucia Bramieri sono vicina di casa, ed è interessante vedere come si muove nel nostro quartiere proprio alle spalle di piazza Piemonte.
Intanto è di una simpatia disarmante, chiacchiera con tutti, scherza, si mostra con la sicurezza di chi quelle strade le ha attraversate dal 1994, ovvero da quando Cesare, figlio unico della leggenda Gino Bramieri, folgorato già al primo incontro, decide di mettere al muro la sua fama di tombeur de femmes e sposare l’assertiva Lucia.
Ed aveva visto giusto il povero Cesare, perché solo la morte separerà l’adamantina coppia.
1- Chi è Lucia Bramieri, spiega perché tieni tanto a portare questo cognome.
Perchè avrei voluto esserne ancora la moglie, invece ne sono la vedova; in ogni caso è la mia posizione giuridica da quando nel 1994 ho sposato Cesare, figlio unico di quel mito che è stato l’attore Gino Bramieri.
Era il classico scapolone irriducibile che mieteva vittime e amori che duravano lo spazio di una sera. Mi ha trascinato lui all’amore eterno, dichiarando quasi subito intenzioni serie. Io sono una che non si butta in amore, piuttosto mi lascio trasportare sull’onda emotiva dell’altro se comprendo che sono in gioco emozioni vere.
E in questo caso, mai ho dubitato dell’autenticità del sentire di chi avevo davanti. Questo cognome, Bramieri, ancora oggi grazie al mio impegno continuo e costante nel commemorarlo, è noto pure ai giovani che non hanno vissuto le stagioni memorabili in cui il grande Gino, mio suocero, furoreggiava nei teatri di tutta Italia e in televisione.
Ecco, sento il bisogno di eternizzarlo, ho organizzato il ventennale dalla morte dell’artista e realizzato una mostra. Sto provvedendo a quando non ci sarò più io, ragionando su varie soluzioni, tra cui una fondazione. So che Cesare avrebbe caldeggiato il mio operare: non ho mai visto un figlio nutrirsi come lui di orgoglio filiale nei confronti del padre.
-2 Tu hai scritto un libro “Miracolo a Milano” dove racconti con precisione meticolosa la vita di Cesare e la sua lotta per la vita. Un grande esempio per chiunque.
Ci sono persone con un destino segnato: nel caso di Cesare, la sua vita è stata tesa continuamente a dribblare la morte. Ed io sono stata al suo fianco, sempre. Certo, non è facile, avevo i miei attimi di smarrimento, ma siamo stati solidali nel cercare di sconfiggere il tumore.
Credo che in un periodo come questo, in cui molti sprezzano la vita, pensa ai casi di femminicidio, il rispetto reverenziale di Cesare per ogni attimo in più che otteneva di respirare, sia emblematico per chiunque. Purtroppo la fine è arrivata, ma mentre mio suocero è sepolto al “Famedio” al cimitero Monumentale qui a Milano, Cesare mi fa compagnia in un’urna.
Non sono riuscita a separarmi da lui, non del tutto. Anzi! Gli chiedo aiuto, in un dialogo privato, nei miei momenti di difficoltà. Può sembrare folle, invece non lo è per me: recupero nuove energie e vitalità da questo “dialogo muto”.
3- Sempre nel libro traspare il vostro desiderio di evasione attraverso i viaggi, anche in luoghi esotici, quando Cesare aveva dei barlumi di benessere. Oggi come vivi il viaggio?
Le tregue dalla malattia erano sporadiche: allora Cesare, più per distrarre me da quello che riteneva un impegno gravoso, accettava di fare i bagagli. Oggi non mi muovo molto, anche perchè da figlia unica ho due amati ed anziani genitori da accudire, eppure mantengo del viaggio quell’idea di fuga in un posto di assoluto relax, lusso che mi concedo assai poco nel quotidiano.
4- Tu hai avuto la fortuna e il merito di imbattere in un grande amore: oggi che idea hai degli uomini?
Credo che la mia impressione sia assolutamente in linea con quella delle cinquantenni di adesso. Avrò anche io delle colpe, ma non mi spiego la loro inconcretezza. Forse ho dei fantasmi ingombranti, eppure mi pongo nel modo più spontaneo possibile. Immagino faccia scappare l’impegno, l’esigenza dello spessore di un progetto.
Ti svelo una curiosità. Un barista scherzava quotidianamente con me invitandomi ad uscire ed io glissavo sistematicamente. Un giorno sbotto ‘guarda che se acconsento ad uscire, tu fai il fugone!’ Mi ha guardata “hai ragione: sarebbe così!”
Trovo quest’aneddoto esemplare: è più facile essere faceti che seri!
5- Racconta la contesa con la compagna di Gino Bramieri. Sei stata spesso ospite nel talk show ‘Pomeriggio Cinque’ condotto da Barbara D’Urso.
Da tre anni frequento il salotto di Barbara D’Urso e ho affrontato la spiacevole questione relativa all’eredità di Gino Bramieri. Naturalmente molti mi hanno chiesto il perché di questa posizione tardiva. Vivo Cesare, se avessi voluto, avrei potuto muovermi prima.
Invece, ero troppo impegnata a gestire le mie energie in una quotidianità piena di dolori. Dopo, ho dovuto elaborare il lutto. Quando mi sono riscossa, pur sapendo che un’ingiustizia etica è difficilmente impugnabile, ho alzato le armi bianche della mia indignazione.
È stato utile a me stessa, perché atto completamente liberatorio.
6- Ultimamente però, sempre dalla D’Urso, hai cambiato il tuo ruolo di ospite: da rivendicatrice di un diritto usurpato a testimonial di look.
Infatti! Proprio a chiusura di stagione, sono andata in onda una prima volta in uno spazio dedicato al look, presente come commentatore lo stylist Giovanni Ciacci, ed il pubblico ha gradito in termini di audience. Dunque gli autori hanno replicato l’invito in una successiva puntata.
Ne sono felice perché coincide con il mio desiderio di voltare pagina.
7- Di cosa ti occupi attualmente?
Ho una boutique sul lago di Garda che amo molto seguire personalmente, che funziona da aprile a settembre. Poi ho in mente dopo l’estate di creare uno spazio che coniughi le esigenze femminili.
Qualcosa di nuovo e dinamico qui a Milano: sarò più dettagliata nel raccontartene dopo l’estate, quando il progetto ancora embrionale, prenderà forma.
8- Qual è il tuo più immediato proposito?
Lasciare questa casa e comprarne una in zona Niguarda. Ho due motivi urgenti; il primo avvicinarmi ai miei genitori per essere più pronta alle loro esigenze, l’altro è legato ad un’istanza interna. Devo trovare spazi nuovi, privi di memoria: muri che proteggano una Lucia sola. Non sarà facile, eppure io devo ritornare da me stessa.
Dedicherò nel nuovo alloggio, uno spazio d’onore ai cimeli di Gino Bramieri; gli altri ricordi, resteranno nel cuore, dove nessun ladro potrà mai rubarli.
L’intervista è finita ed io ho una nuova amica perché Lucia è persona da aggiungere, nella lista affettiva. Tacco e stacco: e a tutti auguro di trovare un amore che ami fino alla morte.