Lotta al crimine, Polizia Digitale ed ora è possibile prevederli in anticipo come in Minority Report
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E’ possibile prevedere esattamente quando, dove, come e perché avverrà un crimine, proprio come accadeva nel film “Minority Report”, ispirato all’omonimo romanzo di Philip K. Dick?
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Sarebbe infatti disponibile per le forze di polizia americane un software, chiamato “PredPol”, che consente di raccogliere una mole enorme di dati e analizzarli per prevedere se da qui a breve avverrà un delitto in una determinata zona: in tal caso, viene preventivamente mandata sul posto una pattuglia che monitora la situazione e prende provvedimenti qualora ce ne fosse effettivamente bisogno.
I primi esperimenti sul campo hanno dato esiti abbastanza confortanti: il numero di crimini compiuti si sarebbe leggermente ridotto, anche se chiaramente rimarrà un’utopia allo stato puro debellare completamente la criminalità e rendere le strade un posto sicuro al 100%, ma è stato accertato che la semplice presenza di forze dell’ordine nei dintorni scoraggerebbe i balordi a compiere azioni criminali.
La differenza rispetto a “Minority Report” è che manca un veggente in grado di prevedere il futuro grazie alle sue doti paranormali, al suo posto c’è un computer potentissimo che sviscera una quantità incredibile di dati con i quali è in grado di stabilire quali zone sono a rischio e quali invece più tranquille: chiaramente c’è sempre una probabilità minima d’errore, non essendo questo algoritmo infallibile.
In futuro, ci si aspetta che questo sistema verrà ulteriormente collaudato e perfezionato, e non è detto che l’uso si limiti al territorio degli Stati Uniti: nei prossimi anni, è possibile che questa tecnica sbarchi anche in Europa e magari in Italia.
Per funzionare al meglio, PredPol dovrà acquisire una lunga serie di dati attraverso le registrazioni di videocamere di sorveglianza a circuito chiuso, intercettazioni telefoniche, tabulati e il monitoraggio costante della posta elettronica e dei profili delle persone all’interno dei social network.
Tutto ciò potrebbe costituire un’invasione della privacy ed è uno dei motivi principali per cui non è visto di buon occhio dai suoi detrattori: in questo modo sarebbe quindi possibile tracciare un profilo di ciascuna persona, nessuna esclusa, trasformando la realtà in un Grande Fratello a cielo aperto dove si può sapere tutto di tutti.
Sarebbe dunque questo il prezzo da pagare per ottenere una maggiore sicurezza nei luoghi pubblici e ridurre al minimo il crimine: in questo modo, le autorità avrebbero a disposizione una quantità di informazioni molto più elevata rispetto al passato.
Il dibattito è dunque aperto: vale la pena sacrificare la privacy dei cittadini in favore di una loro maggiore sicurezza? Sicuro che non ci siano altri modi, magari meno invasivi, per garantirne l’incolumità?
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