LHC Cern Ginevra, riparte il super acceleratore

LHC Cern Ginevra, dopo due anni è stato riacceso il super acceleratore di particelle. Quello che ha permesso di scoprire il bosone di Higgs. Il direttore generale, Rolf Heuer, ha commentato: “Sono contentissimo, come tutti quelli che lavorano al centro di controllo del Cern“.
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Il presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, Fernando Ferroni, ha aggiunto: “Ora si apre la porta su un universo sconosciuto e imprevedibile”. I due anni di pausa sono stati necessari per la manutenzione della macchina e che ora dovrebbe essere in grado di battere il suo primo record, raggiungere l’energia di 13 mila miliardi di elettronvolt, entro l’estate.
Stiamo parlando di energia doppia rispetto a quella raggiunta nella prima fase del funzionamento, quando venne scoperto nel 2012 il bosone di Higgs, la particella grazie alla quale tutto ha una massa.
Quando la macchina funzionerà a regime e inizieranno le collisioni, queste forniranno un’enorme quantità di dati, probabilmente destinati a mostrare i limiti della teoria di riferimento della fisica contemporanea, il cosiddetto Modello Standard. Potrebbero trovare spiegazione la materia oscura (che occupa il 25% dell’universo) e l’energia oscura (che ne costituisce il 70%).
Ferroni: “Confidiamo che questa nuova esplorazione possa aiutarci a gettare un po’ di luce sulle componenti oscure del’universo, ma speriamo anche in sorprese inaspettate. Le premesse sono delle migliori, non resta che augurare buon lavoro a Lhc”.
Lo scienziato italiano Luciano Maiani, uno dei padri dell’Lhc, ha cercato di spiegare la materia oscura: “E’ stata ipotizzata per spiegare le anomalie del Modello Standard, cioè il modello che spiega l’origine dell’universo. La scoperta della natura della materia oscura è il fronte più attivo sul quale si punta a Ginevra”.
Nei mesi scorsi, dopo il raffreddamento a -271 gradi sotto zero, l’acceleratore ha subito diverse accensioni parziali, facendo scorrere i protoni solo in alcuni settori dell’anello sotterraneo di 27 chilometri a cento metri di profondità. Nel dicembre scorso, sono entrati in azione fasci di particelle 6,5 TeV e, all’inizio di marzo, si sono condotti test con gli esperimenti Lhcb e Alice.
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