La prima sessione del Lugano Global Forum 2025: idee, tensioni e visioni in un mondo sempre più incerto

Un Forum che interpreta il nuovo disordine globale
Nel cuore di Lugano si è aperta la prima sessione del Lugano Global Forum 2025, un appuntamento che rifiuta la liturgia delle conferenze tradizionali in favore di un dialogo autentico, diretto, senza filtri né discorsi preconfezionati. Una formula che rispecchia perfettamente il tema scelto: «La certezza dell’incertezza: Navigare il nuovo disordine mondiale».
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Per due giorni la città svizzera diventa un laboratorio di riflessioni strategiche, ospitando nomi di massimo livello provenienti da governo, finanza, accademia, tecnologia, diplomazia e media. Il parterre di questa edizione include figure come Martin Wolf, Chief Economic Commentator del Financial Times; Bill Emmott, già direttore di The Economist; Marion Jansen, Direttrice per il Commercio dell’OCSE; oltre a personalità dell’informazione e della diplomazia come Antonio Di Bella, l’Ambasciatore Bernardino Regazzoni, Bruno Giussani, Vittorio Emanuele Parsi, Laurent Frésard e Giovanni Barone-Adesi.
L’evento, sostenuto dalla Città di Lugano e dall’USI – Università della Svizzera italiana, insieme a un gruppo selezionato di sponsor svizzeri — LGT Banca Svizzera SA, Scavia Gioielli SA, Air Dynamic SA, The View (Paradiso) e Cibodivino — punta a diventare un vero polo alpino della riflessione strategica globale.
Il format del Forum, volutamente informale, invita a una conversazione franca, spesso animata, nella quale si affrontano le forze che stanno ridisegnando il mondo: la geopolitica mutevole, l’economia globale sotto pressione, l’evoluzione tecnologica e la nuova architettura dei rapporti tra Stati.


Le cinque idee chiave emerse nella sessione inaugurale
Il primo giorno ha offerto un quadro ricco e, per certi versi, spiazzante della realtà internazionale. Tra i contributi più significativi, spicca l’analisi di Martin Wolf, secondo cui, nonostante le turbolenze, «la crescita economica proseguirà: il peggio è alle spalle». Ma la sua nota più forte è un avvertimento: «La vera bomba a orologeria resta il debito pubblico degli Stati Uniti, che potrebbe condurre il Paese, prima o poi, sull’orlo della bancarotta».
Un giudizio che pesa, soprattutto di fronte alla polarizzazione politica americana e all’incertezza sulle scelte economiche future.
Sul fronte commerciale, David French, Executive Vice President della National Retail Federation, introduce un elemento di forte tensione interna agli USA: «Se la Corte Suprema dichiarerà illegittimi i dazi imposti da Trump, il Presidente invocherà una “emergenza di sicurezza nazionale” per reintrodurli». Una proiezione che mostra un Paese pronto a muoversi anche al limite delle procedure per preservare vantaggi competitivi.
Uno dei momenti più intensi è stato il confronto, dai toni accesi, tra Romano Prodi e Václav Klaus, moderato da Antonio Di Bella. Prodi ha ricordato come «l’Unione Europea abbia conosciuto un processo di congelamento dopo il referendum francese», sottolineando la necessità di rafforzare l’UE e dare corpo politico al Rapporto Draghi: senza un rilancio strutturale, l’Europa rischia di essere «schiacciata tra una Cina sempre più forte e Stati Uniti sempre meno filo-europei».
Klaus, di contro, ha ribadito una posizione diametralmente opposta: «L’Unione Europea ha perso capacità d’azione. Solo un ritorno alla piena sovranità nazionale può garantire stabilità e visione strategica». Uno scontro di visioni che ben rappresenta il dualismo interno alla governance europea.
Intelligenza artificiale e quantum computing: un’accelerazione senza precedenti
Il dibattito sulla tecnologia ha trovato spazio nell’intervento di Markus Pflitsch, CEO di Quantum Terra, azienda svizzera leader nel quantum computing. A differenza delle voci che temono un eccesso speculativo sull’AI, Pflitsch ha dichiarato: «Non vedo alcuna bolla pericolosa nell’attuale utilizzo dell’intelligenza artificiale. Al contrario, la sua crescita sarà esponenziale nei prossimi anni, grazie all’integrazione con il quantum computing».
Il messaggio è chiaro: la fase in cui AI e quantistico convergono non sarà una parentesi, ma la base di un ecosistema nuovo, capace di ridefinire modelli industriali, processi decisionali e competitività internazionale.
L’impatto potenziale è enorme: dalla farmaceutica alla difesa, dalla finanza avanzata alla gestione dell’energia. In un mondo già destabilizzato, la tecnologia appare tanto un acceleratore di soluzioni quanto di nuove complessità. La Svizzera, con il suo ecosistema scientifico e finanziario, rimane un hub ideale per questa transizione.
Ucraina, ricostruzione e il ruolo della Svizzera
Il tema geopolitico più delicato, inevitabilmente, è stato quello della guerra in Ucraina. Maksym Melchyuk, ex Governatore dell’Oblast di Kyiv, ha evidenziato come la ricostruzione del Paese «possa e debba partire dalla Svizzera, Paese neutrale e da sempre promotore di approcci positivi e pragmatici».
Una dichiarazione che va letta all’interno della crescente centralità svizzera nei processi di mediazione internazionale. La ricostruzione non è solo un esercizio economico: richiede fiducia, governance trasparente e una cornice internazionale capace di garantire stabilità e continuità. Lugano, che già in passato ha ospitato conferenze cruciali per l’Ucraina, si candida così a diventare un punto di riferimento anche per la fase post-conflitto.
Il Forum, con il suo mix unico di informalità e profondità analitica, sembra fornire proprio quello spazio di dialogo strategico necessario per comprendere le distanze tra le potenze, anticipare i rischi sistemici e delineare possibili vie d’uscita dal caos globale.
FAQ
- Che cos’è il Lugano Global Forum? È un incontro annuale su invito che riunisce leader globali di governo, finanza, tecnologia e accademia per discutere le forze che stanno ridisegnando il mondo.
- Perché l’evento si definisce “una conversazione, non una conferenza”? Perché elimina panel, discorsi preparati e formalismi, favorendo un dialogo autentico e spontaneo.
- Quali sono le principali preoccupazioni economiche emerse? Il debito pubblico statunitense e l’incertezza sulla politica commerciale americana sono stati indicati come elementi ad alto rischio.
- Perché il confronto Prodi-Klaus è stato così rilevante? Perché rappresenta due visioni opposte sul futuro dell’Europa: integrazione più forte contro ritorno alla sovranità nazionale.
- Che ruolo ha la Svizzera nella ricostruzione dell’Ucraina? Secondo Melchyuk, la Svizzera può offrire un punto di partenza neutrale e pragmatico per coordinare iniziative e investimenti.
- L’intelligenza artificiale è in una fase di bolla? Secondo Markus Pflitsch no: l’integrazione con il quantum computing genererà una crescita ancora più accelerata nei prossimi anni.



