La banca Centrale Europea si pronuncia sulle stablecoin
Con un paper della Occasional Series pubblicato nel Settembre 2020[1] (il n. 247/2020) la Banca Centrale Europea fa il punto sulla situazione presente e la possibile situazione futura delle Stablecoins.
Il punto più rilevante è il perdurare dell’atteggiamento attendista da parte dell’istituzione guidata da Christine Lagarde nel confronto delle criptovalute. Infatti, l’unica azione con un effetto immediato è quella di una condanna verso il termine “Stablecoins” dal momento che, come mostrano alcuni grafici nel documento, la stabilità di queste coins è inferiore rispetto a quanto ci si possa aspettare.
Il resto del documento consiste nella rappresentazione da parte della BCE di vari scenari che possono seguire ad una maggiore adozione di queste e alla predizione dei diversi effetti che ciò possa avere sulla vita economico, finanziaria ed anche bancaria dell’Eurozona.
Di certo non si può biasimare l’Unione per tale atteggiamento diffidente, visto che la natura delle criptovalute (e delle Stable in particolare) è tuttora estremamente fumosa, e benché l’articolo stesso mostri un deciso aumento della loro adozione, pare non sia ancora possibile iscriverle nelle categorie del pensiero monetario ed economico classico.
Ma questa confusione non si ritrova solo a valle, ma bensì è presente anche a monte, poiché nel loro stesso funzionamento e nella loro stessa natura ci sono tante variabili, dall’asset usato come collaterale (Moneta, criptovaluta, token) al meccanismo utilizzato per la stabilizzazione delle stesse (arbitraggio, algoritmo etc..)
Si può chiaramente evincere che si tratti di una condizione “magmatica” nella quale la BCE non vuole assolutamente farsi trovare impreparata, a prescindere dal risultato finale pur rimanendo ferma nel richiedere la maggiore collaborazione possibile fra attori comunitari e non, sia economici che legislativi.
[1] https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpops/ecb.op247~fe3df92991.en.pdf