Knightscope la sicurezza digitale della casa passa per il poliziotto robot sperando che non vada in tilt
E’ stato presentato oggi a Sunnyvale, Knightscope, androide messo a punto da una startup che ha sede in California, e che porta lo stesso nome della sua creatura. Questa macchina, che ha un’altezza di 150 centimetri e un peso di 136 chili, è però molto più che un semplice robot, stando almeno alla definizione che i creatori hanno utilizzato per presentarlo: questi ultimi hanno infatti preferito l’espressione autonomous data machine.
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Ma qual è l’idea che sta alla base di questo androide? Stando alla sua presentazione, lo scopo che i progettisti di Knightscope si sono posti, nel concepire questo robot, è quello di utilizzarlo per lo svolgimento di funzioni di vigilanza: la macchina, infatti, è stata pensata per operare in luoghi come aeroporti, stazioni o banche, al posto di guardie giurate, vigilanti e controllori. La nuova creatura potrebbe comunque, almeno, supportare i soggetti suddetti nello svolgimento delle loro mansioni.
A quanto pare, Knightscope sembra avere tutte le carte in regola per farlo, forte anche di tutta una serie di strumenti che costituiscono il suo equipaggiamento, e che consentiranno all’androide di raccogliere svariate informazioni. Il kit a disposizione del robot è composto infatti da diversi tipi di sensori (a infrarossi, termici, radar e lidar, cioè dotati di tecnologia laser), ma anche da microfoni ad alta definizione e videocamera HD a 360 gradi.
Ma l’elenco degli strumenti di cui Knightscope è dotato non finisce qui: il robot può infatti contare anche sull’azione di sensori ultrasonici e di distanza, e di tecnologie che consentono di effettuare scansioni ottiche, per avere la possibilità di reperire all’istante le informazioni di cui necessita, effettuando controlli incrociati con database di documenti (come patenti, targhe automobilistiche e passaporti).
Knightscope si occuperà di immagazzinare tali dati in data center in uso alle forze dell’ordine, dando così a chi si appresta a intervenire, in caso di allarme, di avere a disposizione maggior chiarezza circa la situazione che sta per fronteggiare. Il robot, inoltre, potrà anche lanciare un allarme in caso di pericolo. Infine, tutti i dati raccolti dall’androide potranno essere utilizzati da chi intende dedicarsi alla produzione di sistemi atti alla prevenzione della criminalità.
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I primi due prototipi del robot, K5 e K10, verranno sottoposti ai primi test prima della fine del 2013, ma già si può dire che, mentre K5 pare più adeguato a svolgere le sue funzioni in luoghi meno ampi, K10 sembra adattarsi maggiormente a spazi meno ridotti.
In ogni caso, dalle parole di William Santana Li, CEO della startup, trapelano grandi ambizioni, come quella di “dare modo a tutti gli americani di unirsi alla battaglia contro il crimine”. E infatti, non sarà certamente casuale il fatto che la startup annovera tra i suoi fondatori anche un ex poliziotto, Stacy Dean Stephens. William Santana Li tiene però a rassicurare tutti, affermando di non aver preso a modello “né RoboCop né Terminator ma solo un mix fra Batman, Minority Report ed R2-D2”.
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