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Investitori abbandonano i fondi obbligazionari USA nel secondo trimestre, ma le Treasuries a lungo termine possono risollevare.

  • Redazione Assodigitale
  • 29 Giugno 2025
Investitori abbandonano i fondi obbligazionari USA nel secondo trimestre, ma le Treasuries a lungo termine possono risollevare.

Investitori in fuga dai fondi obbligazionari statunitensi

Nei recenti sviluppi del mercato obbligazionario, si è registrato un significativo esodo di investitori dai fondi obbligazionari statunitensi, evidenziando una situazione che richiama l’attenzione degli analisti finanziari. Secondo i dati elaborati dal Financial Times, nel secondo trimestre si sono verificati deflussi netti da fondi sia di debito governativo che di debito corporativo per quasi $11 miliardi. Questo contrasta in maniera netta con i deflussi medi di circa $20 miliardi che si erano registrati nei precedenti dodici trimestri. La dimensione relativamente contenuta di questi fondi all’interno del mercato obbligazionario statunitense, che ammonta a circa $28 trilioni, non diminuisce l’importanza di tale fuga.

Investitori come Miguel Laranjeiro, direttore degli investimenti per il debito municipale presso Aberdeen Asset Management, hanno commentato che il cambio di sentiment riflette un’inquietudine riguardo le politiche fiscali piuttosto che quelle monetarie, specialmente per quanto concerne i titoli a lungo termine. Nonostante l’aumento di incertezze, tuttavia, vi è una certa fiducia nelle modifiche normative proposte, che potrebbero portare nuovo slancio al mercato. Al contrario, esperti del settore, come Bill Merz di U.S. Bank Asset Management, avvertono che i flussi di fondi a breve termine offrono una visuale limitata, confermando solo le tendenze temporanee del sentiment degli investitori.

Deficit e preoccupazioni nel mercato obbligazionario

Deficit e preoccupazioni nel mercato obbligatorio

Il clima attuale nel mercato obbligazionario è caratterizzato da un’evidente preoccupazione legata al deficit nazionale degli Stati Uniti. Con il rendimento delle obbligazioni a lungo termine che ha raggiunto picchi quasi inediti, gli investitori stanno manifestando una crescente ansia riguardo alla sostenibilità della situazione fiscale americana. Recentemente, il rendimento del Treasury a 30 anni ha superato il 5,1%, segnando il livello più alto registrato dal 2007. Questa escalation è spinta da timori che circondano l’approvazione del nuovo pacchetto fiscale proposto dall’amministrazione Trump, stimato dalla Congressional Budget Office aggiungere ben $2,8 trilioni ai deficit federali nei prossimi dieci anni.

La situazione è stata aggravata dalla decisione di Moody’s di declassare gli Stati Uniti, rendendo evidente che le preoccupazioni sul debito iniziano a farsi sentire anche a livello internazionale. Nonostante Goldman Sachs affermi che le misure fiscali e i tagli delle tasse potrebbero portare a una riduzione del debito, gli economisti avvertono che questa visione ottimistica potrebbe essere perfettamente inadeguata. La crescente preoccupazione per il rapporto debito/PIL degli Stati Uniti, che si avvicina ai massimi post-bellici, rappresenta una seria sfida per il mercato.

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In questo contesto, le recenti letture sull’inflazione mostrano segni di contenimento, suggerendo che i rendimenti a lungo termine potrebbero non dover salire ulteriormente per compensare le aspettative di inflazione. Tuttavia, l’inasprimento delle tensioni commerciali, come dimostrato dall’annuncio di Trump di interrompere i colloqui commerciali con il Canada, ha portato a un’improvvisa volatilità. In un panorama in evoluzione, esperti come JoAnne Bianco di BondBloxx Investment Management avvertono i loro clienti di esercitare prudenza nell’investire in titoli a lungo termine, evidenziando che la protezione che tradizionalmente fornivano potrebbe non essere più garantita.

Andamenti dei tassi a lungo termine

Il trend attuale dei tassi d’interesse a lungo termine presenta un quadro di fluttuazioni significative, influenzate dalle preoccupazioni per il deficit e dalle politiche fiscali in corso. Negli ultimi mesi, il rendimento dei Treasury a 30 anni ha oltrepassato il 5,1%, un livello che non si vedeva dal 2007. Questa ascesa dei rendimenti è emersa in un contesto in cui gli investitori riflettono sul deterioramento della sostenibilità fiscale degli Stati Uniti, specialmente alla luce del pacchetto fiscale di Trump, che la Congressional Budget Office prevede possa aggravare il deficit federale di $2,8 trilioni nei prossimi dieci anni.

I recenti report sull’inflazione, peraltro, hanno mostrato segnali di stabilità, il che potrebbe indurre gli investitori a non richiedere compensazioni così elevate per il rischio inflazionistico. Tuttavia, l’incertezza rimane palpabile, con diversi indicatori economici influenzati dall’instabilità delle trattative commerciali. La sospensione dei negoziati con il Canada ha creato un’ondata di volatilità nel mercato, portando gli investitori a riconsiderare le loro posizioni.

Un altro aspetto cruciale è che, secondo esperti di settore come JoAnne Bianco di BondBloxx Investment Management, i titoli a lungo termine, tradizionalmente considerati un rifugio sicuro, non stanno più funzionando come tali. Gli investitori, pertanto, sono esortati a valutare con cautela i rischi associati all’investimento in obbligazioni con scadenze prolungate, poiché la protezione attesa potrebbe non offrirsi colloquialmente come in passato. Questa continua evoluzione del mercato rende importante mantenere una sorveglianza attenta sulle dinamiche economiche e fiscali che influenzano i tassi d’interesse a lungo termine, poiché continuerà a incidere sulla fiducia degli investitori e sulle future decisioni di allocazione dei capitali.

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Il ritorno delle banche nel mercato

Attualmente, le istituzioni assicurative e i fondi pensione, che hanno obbligazioni di pagamento a lungo termine, representano tra i pochi “investitori naturali” nel mercato delle obbligazioni a lungo termine. Tuttavia, il panorama potrebbe cambiare a seguito della recente iniziativa della Federal Reserve, che ha adottato misure per incentivare la partecipazione degli istituti bancari nel mercato dei Treasury, allentando i requisiti di capitale per i grandi prestatori. Talenti del settore, come il CEO di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, hanno messo in evidenza come le restrizioni attuali, introdotte per prevenire una crisi analoga a quella del 2008, siano eccessive e stiano limitando la capacità delle banche di fornire liquidità in un contesto di mercato teso.

La Fed ha precedentemente esentato i Treasury e le riserve bancarie dal calcolo del “supplementary leverage ratio”, un parametro che limita la quantità di fondi prestati che gli istituti possono utilizzare per effettuare investimenti. Si profila così una mossa strategica per rendere il finanziamento del debito pubblico meno dipendente da investitori esteri, i cui investimenti in obbligazioni statunitensi stanno diminuendo come percentuale dell’intero mercato. Questo andamento rappresenta un’opportunità per rafforzare la domanda domestica di debito americano, un passo che potrebbe attestarsi come cruciale per contenere l’eccesso di offerta di titoli, che è aumentato negli ultimi anni.

Secondo Thomas Urano, co-CIO di Sage Advisory, favorire la domanda interna potrebbe mitigare le preoccupazioni riguardo all’assorbimento di un volume crescente di emissioni da parte del Tesoro. Con molti analisti e professionisti del settore che ripongono le loro speranze in questa evoluzione, esiste la possibilità che queste ripercussioni favoriscano il ritorno di investitori precedentemente riluttanti, rendendo così il mercato obbligazionario più stabile e prevedibile.

In questo contesto, ulteriori cambiamenti normativi e il potenziamento della partecipazione bancaria nel mercato potrebbero ripristinare la fiducia degli investitori, portando gradualmente a una normalizzazione delle condizioni di mercato. La capacità delle banche di riassorbire l’eccesso di offerta di debito potrebbe, nel lungo termine, reincanalare investimenti verso titoli di stato, contribuendo così a rendere più attraente il mercato per una nuova generazione di investitori.

Prospettive per il futuro del debito pubblico lungo termine

Il futuro del debito pubblico a lungo termine negli Stati Uniti presenta sfide e opportunità in un contesto di crescente incertezza economica. Con le recenti fluttuazioni dei tassi d’interesse e i timori legati al deficit nazionale, la traiettoria delle obbligazioni a lungo termine potrebbe subire significative modifiche nei prossimi anni. Gli esperti del settore manifestano diverse opinioni sulle potenzialità di questo mercato, molti dei quali condividono la necessità di monitorare attentamente le dinamiche fiscali e monetarie. L’accresciuta preoccupazione riguardo alla sostenibilità del debito, unita all’aspettativa di un aumento della domanda interna per titoli di Stato, potrebbe creare un ambiente più favorevole per il mercato dei Treasury.

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Negli ultimi mesi, l’approccio prudente degli investitori, desiderosi di mettersi al riparo dalle incertezze, ha portato a un’attenzione crescente verso i titoli obbligazionari meno rischiosi. L’auspicio di un intervento normativo da parte della Federal Reserve e del governo potrebbe significare un atteso riequilibrio delle forze nel mercato dei debiti, dando spazio a una nuova era di stabilità. Esperti come Miguel Laranjeiro e Thomas Urano sollevano interrogativi sul contributo che le modifiche ai requisiti di capitale per le banche potranno apportare alla domanda di bond a lungo termine e se questo possa tradursi in una fiducia rigenerata verso i titoli di Stato.

Un altro elemento determinante per il futuro del debito a lungo termine è rappresentato dalla gravità delle scelte di politica fiscale. L’equilibrio tra spese pubbliche e incassi fiscali inciderà direttamente sui tassi d’interesse e sull’appeal di questi titoli. Se le politiche fiscali continueranno a mostrare segnali di squilibrio, il mercato obbligazionario potrebbe trovarsi a fronteggiare ancora più volatilità. Dipenderà dalle azioni messe in atto sia dal governo che dalla Federal Reserve per stabilizzare il mercato, generando un clima di fiducia che favorisca gli investitori a tornare a operare nel settore del debito pubblico a lungo termine.

Le prossime scelte in materia di regolamentazione, oltre all’evoluzione della situazione economica globale, modeleranno l’andamento dei titoli di Stato. Fattori esterni, come le politiche di altri governi e le tendenze economiche internazionali, influenzeranno inevitabilmente il mercato dei Treasury statunitensi. È necessario quindi un monitoraggio costante, affinché gli investitori possano orientarsi tra le opportunità e i rischi che il futuro del debito pubblico presenta.

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