Investire in formazione digitale per dare un futuro ai giovani italiani. A Capri, Milano e Roma imprenditori ed esperti parlano di tecnologia e innovazione
Digital X Italia, InternetDays, Maker Faire Rome: in questi giorni, mentre la politica italiana vive le baruffe da operetta tante volte viste in passato, a Capri, Milano e Roma va in scena il futuro. I tre eventi dedicati al digitale e all’innovazione tecnologica parlano di un paese che è stanco di restare imbrigliato nelle maglie della parola “crisi” e cerca una via per tornare a crescere.
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I dati sulla disoccupazione giovanile sono da brivido, oltre il 40% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni non ha un lavoro. Eppure, conosco molti imprenditori che si lamentano di non riuscire a trovare esperti per i ruoli più tecnologici delle loro aziende. In Italia la formazione digitale, evidentemente, è insufficiente.
La sensazione è quella di un paese spaccato in due: da un lato chi guarda la Tv con lo smartphone o il tablet sulle ginocchia per postare in diretta su Twitter o Facebook, dall’altro famiglie in cui si ripete come un mantra che “il cellulare serve solo per telefonare”, oppure che “comprare in Internet è pericoloso”.
La scuola non aiuta. I giovani o si digitalizzano da soli o restano tagliati fuori dalle opportunità. Non si tratta di soltanto di formare ingegneri e progettisti IT (che di certo servono), ma anche di preparare professionisti in grado di coniugare conoscenze umanistiche a competenze digitali.
Alla sesta edizione di Digital X Italia, a Capri, Paola Scarpa, Brand Sector Leader di Google Italia, ha detto chiaramente che “Il binomio Made in Italy – digitale sarà la chiave per lo sviluppo italiano”. Come darle torto? Gli italiani si contraddistinguono da sempre nel mondo per la creatività delle loro idee. Poi, però, troppo spesso sono altri a metterle in pratica. Soltanto investendo nella formazione digitale si può colmare questo gap.
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Sono ancora troppi i giovani che utilizzano Internet e i social network solo come passatempo, senza immaginare che potrebbero essere non solo canali per trovare lavoro ma anche strumenti della propria attività.
Un libro in uscita in questi giorni per l’editore Franco Angeli, Farsi assumere in tempo di crisi. Come sviluppare personal branding e relazioni online con i social media, di Alessandro Prunesti e Massimo Perciavalle, spiega come il marketing e la pubblicità oggi passino sempre più spesso per i social e come la loro conoscenza sia una risorsa da usare sul mercato.
Probabilmente, salvo felici eccezioni, non faremo in tempo a convertire nonni e genitori al digitale, ma con le nuove generazioni la scommessa è da vincere. Ne va del futuro del Paese.
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