Intervista a Maurizio Pimpinella, Presidente A.I.I.P
In occasione della giornata di studio dal titolo “Sistemi di pagamento elettronico: Stato dell’arte e prospettive” organizzata dall’Associazione per le Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (AICT), in collaborazione con l’ Associazione Italiana degli Istituti di Pagamento (AIIP), tenutasi a Roma presso il campus dell’ Università di Roma Tor Vergata, abbiamo intervistato il Dott. Maurizio Pimpinella, Presidente A.I.I.P.
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In Virtù della sua esperienza come Presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica, quali misure crede siano necessarie per agevolare la diffusione dei pagamenti elettronici?
Per diffondere i pagamenti elettronici bisogna lavorare sulla comunicazione. Fino ad oggi si è provato a limitare l’uso del contante soprattutto in modo coercitivo, invece di presentare e offrire dei vantaggi reali a chi evitasse di usarlo: non si può puntare soltanto sulle imposizioni ma bisogna rendere l’uso degli strumenti elettronici comodo, conveniente ed allettante.
La cultura della moneta elettronica va insegnata ed in tal senso è da lodare il progetto recentemente promosso da Banca D’Italia che, nell’ambito della collana “I quaderni didattici della Banca d’Italia” ha predisposto un opuscolo per la scuola primaria dal titolo “La moneta e gli altri strumenti di pagamento” finalizzato a promuovere già nei giovanissimi una corretta cultura economica. Ma è necessario fare di più: l’innovazione tecnologica nel mondo dei pagamenti corre così veloce che è d’obbligo tenere sempre aggiornate le nuove generazioni, partendo dalla formazione nelle scuole e nelle università, poiché sono proprio i giovani i maggiori fruitori della tecnologia. Lo stesso deve valere per le imprese, dove va sviluppata un’azione sinergica con le associazioni ed i centri universitari che diventeranno sempre più luogo di ricerca, formazione e sviluppo a supporto dei servizi e dei nuovi sistemi di pagamento.
Per questo ragione l’AIIP organizza ogni anno numerosi incontri di studio e sviluppa partnership con diverse Università in tutta Italia: LUISS, UNINT, Tor Vergata, CETIF-Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli studi di Milano etc. e per lo stesso motivo, presso l’università UNINT, è stato creato, con il patrocinio dell’Associazione, il Centro Ricerche Nuove Tecnologie e Processi di Pagamento C.Ri.N.T.eP. che si propone come punto di aggregazione sia per le aziende pubbliche che per quelle private, favorendo la crescita di un mix di esperienze, idee, progettualità e vision strategica.
Pensa che il Mobile Payment possa agevolare la diffusione della moneta elettronica?
Le dinamiche di utilizzo del Mobile Payment variano molto in funzione del paese e dell’approccio dei cittadini alla moneta elettronica. In Italia, ciò che non è mai mancata è la passione per i cellulari, tanto che vantiamo una media di quasi due SIM attive per cittadino. Perciò non stupisce che una recente indagine condotta da Sia/Ispo abbia dimostrato che anche il Mobile Payment riscuote notevole successo tra gli utenti. Il 59% degli intervistati si è infatti dichiarato molto soddisfatto, il 35% abbastanza soddisfatto, mentre solo il 6% manifestava serie perplessità. I vantaggi maggiormente apprezzati sono stati la velocità e la praticità del servizio tanto che la maggior parte del campione intervistato ha manifestato la speranza che la tecnologia Mobile possa essere utilizzata anche per ospitare altri dati e documenti personali come codice fiscale o il tesserino sanitario e per sostituire il badge aziendale e le carte fedeltà dei supermercati. Il sistema è stato generalmente preferito per gli acquisti sotto i 25 euro perché al di sotto di questa soglia non è necessario l’inserimento del Pin, ma un 22% delle transazioni sono state effettuate anche per cifre tra i 26 ed i 100euro.
Non mancano tuttavia le perplessità. Per più della metà degli utenti infatti, gli esercenti si sono rivelati poco competenti in materia, mentre un 32% ha segnalato fastidiose anomalie tecniche.
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Vanno in ultimo considerate le potenzialità che possono derivare dai sistemi di pagamento che trasformano gli smartphone in terminali Pos, per i quali si attende, come sta già avvenendo negli Stati Uniti, un importante sviluppo, grazie ai bassi investimenti richiesti agli esercenti.
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