William Nonnis, classe 1982, da oltre vent’anni si occupa di sviluppo software, siti web e web application. Full Stack & Blockchain Developer presso Ministero della Difesa, Membro del Consiglio Nazionale di Italia4Blockchain è considerato tra i 10 Top Influencer Blockchain per MondoCrypto.
Si definisce un purista della blockchain, ma la sua più grande ambizione è quella di divulgare questo protocollo in modo da fornire vantaggi orizzontali alla portata di tutti.
Oggi sono con William Nonnis per porgli delle domande di carattere istituzionale. Ritengo infatti sia importante, oltre alle usuali informazioni di carattere tecnico e su nuovi use case, comprendere cosa sta succedendo in seno alle istituzioni italiane.
M.B.: Qual è lo stato di avanzamento lavori in cui si trova l’Italia in relazione alla tecnologia blockchain rispetto agli altri Governi? Penso a Cina, Stati Uniti, o paesi più vicini come la Svizzera, Malta?
W.N: Seppure l’Italia solo da poco tempo ha dedicato istituzionalmente attenzione al protocollo blockchain, ha comunque già fatto molto, potendo così vantare il primato in Europa per aver regolamentato, con il Decreto Semplificazioni 2019, articolo 8-ter, l’utilizzo degli Smart Contract e DLT (Distributed Ledger Technology).
Sicuramente, a livello globale, è la Cina ad essere nettamente più innovativa, anche rispetto agli USA, tanto che, dal prossimo gennaio, i prodotti di stato verranno immessi online con la loro tracciatura, a garanzia di totale trasparenza, dando così il via ad una nuova era per il Made in China.
Tornando all’Europa, Svizzera e Malta godono di un enorme vantaggio nel settore Fintech, in cui sono molto all’avanguardia e per questo motivo hanno un loro peso sull’economia in tale settore. Da questi due Stati l’Italia dovrebbe trarre ottimi spunti per migliorare la propria competitività finalizzata all’attrazione di capitali dall’estero.
M.B.: Tu lavori per il Ministero della Difesa quale esperto blockchain, ma anche il Ministero dello Sviluppo Economico ha istituito una Task Force Blockchain con 30 professionisti quali consulenti esterni. Chi è responsabile in materia di blockchain in Italia oggi, anche alla luce del nuovo assetto governativo?
W.N. Il Ministero della Difesa già dal 2013, con la nascita della Struttura di Progetto Energia, si è attivato allo studio e sviluppo della blockchain, occupandosi dell’interscambio energetico tra edifici, utilizzando sia fonti rinnovabili che l’efficientamento energetico.
L’interesse del Ministero della Difesa verso l’innovazione digitale che questo protocollo sta delineando, nasce dalle caratteristiche proprie di questa tecnologia, che fa della sicurezza del dato, una delle sue maggiori qualità. Per sua natura, ovviamente, il ministero per il quale lavoro, è attentissimo alla sicurezza e alla riservatezza, ragion per cui, assieme allo studio dell’impatto delle infrastrutture critiche sulla collettività, ha dedicato numerose risorse allo sviluppo di tale progetto.
La Difesa sta facendo la sua parte nello studio specifico di questo progetto energetico, affinché i vantaggi dell’applicazione della blockchain possano essere sfruttati in toto, rimane tuttavia la necessità di intervenire sulla normativa vigente che non consente, a tutt’oggi, l’interscambio energetico tra parti, siano esse Cittadino-Cittadino o Cittadino-Azienda, come è invece già in uso in Australia e Canada.
Per questo motivo è necessario un provvedimento governativo che cambi la regolamentazione, mentre la Difesa continua ad occuparsi di studiare a fondo il protocollo blockchain e di risolvere le eventuali criticità legate ad infrastrutture e sicurezza.
La Task Force del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) è sicuramente indispensabile per comprendere quali processi dovrà intraprendere e quali linee dovrà tracciare l’Italia che guiderà, fino a luglio 2020, unitamente a Svezia, Repubblica Ceca ed altri Paesi Europei, il team dello European Blockchain Partnership, importantissima opportunità per essere, nel nostro continente, in prima linea nell’epocale cambiamento sociale, economico e culturale che si sta diffondendo velocemente.
Affinché ciò accada è necessario, a mio avviso, che il MISE rispetti i principi della vera blockchain, quella pubblica, o permissionless, l’unica realmente in grado di garantire la trasparenza, la sicurezza e l’immutabilità del dato, l’unica concepita dal suo creatore Satoshi Nakamoto.
Per quanto concerne le innovazioni tecnologiche, è ovvio che lo studio, lo sviluppo, la fattibilità e l’impatto sulla comunità, siano responsabilità dello Stato, ed è proprio per questo che è stato creato un Ministero dell’Innovazione che permetterà di coordinare i vari tavoli sulla blockchain, già presenti in tanti ministeri, cercando di sintetizzare e prenderne il meglio per metterlo poi a disposizione della popolazione e della comunità.
Con mettere a disposizione intendo: offrire corrette informazioni, divulgare e dare gli strumenti idonei per comprendere che cosa sia realmente la tecnologia, incentivarne un uso appropriato sul come e quando essa va utilizzata, il che comporta un’enorme responsabilità etica da parte di questo nuovo Ministero.
M.B.: Quali azioni sta intraprendendo il Governo a sostegno delle società che promuovono o adottano la tecnologia blockchain?
W.N.: Innanzitutto è stato istituito un fondo di Venture Capital, con l’aiuto di Cassa Depositi e Prestiti, che si occuperà di sostenere finanziariamente le startup innovative che decidono di investire in questa tecnologia.
E ancora per le startup, ma anche per le PMI innovative e per gli incubatori, si prevede una riduzione degli oneri.
M.B: A livello governativo è prevista l’adozione della blockchain? Secondo te quali vantaggi eventualmente potrebbe portare?
W.N.: Come detto, tra la Task Force del MISE e i vari altri Ministeri, si sta testando la blockchain e la sua applicabilità. Nella Difesa, ne abbiamo accennato prima, si studia, progetta e sviluppa il P2P (Peer-to-Peer) energetico ma, ritengo, essa debba essere applicata anche e soprattutto al contesto servizi PA (Pubblica Amministrazione), dove i vantaggi sono molteplici:
1) Il Cittadino/Azienda avrà una risposta al servizio richiesto in tempi celeri e in maniera sicura.
2) Lo stato avrà un maggior monitoraggio dei principali servizi gestiti dalle varie Aziende, visualizzando in tempo reale le transazioni svolte.
3) Forte alleggerimento della burocrazia grazie alla digitalizzazione dei servizi, con il ritorno così di un notevole risparmio sulla macchina governativa a vantaggio dell’Azienda e del cittadino, facendo riacquisire la totale fiducia nelle Istituzioni.
4) I dati non saranno più ridondanti grazie all’utilizzo delle identità digitali.
5) Istantaneo controllo incrociato per molteplici esigenze istituzionali o governative.
6) Verifica del dato subitanea ed obiettiva.
7) Sicurezza e trasparenza garantite dall’ affidabilità e solidità della Tecnologia.
8) Contrasto all’evasione fiscale e alla criminalità.
M.B.: William Nonnis esperto blockchain per il Ministero della Difesa, ci vuoi raccontare di cosa ti occupi e in quali altri ambiti sei attivo?
W.N.: Sono un Full Stack Developer, negli anni ho sviluppato vari applicativi sempre per il Ministero della Difesa e dal 2010 ho iniziato ad interessarmi e a concentrarmi sulle criptovalute quali ad esempio BITCOIN. In seguito, da buon Nerd, mi sono calato nel contesto blockchain per comprenderne vantaggi e funzionamento.
All’interno del Ministero della Difesa mi occupo, dal 2011, di blockchain e del suo impatto su vari settori della difesa, dove la fa da pioniere il concetto di infrastrutture critiche, ma soprattutto, poiché la Difesa punta molto sulla Green Energy, settore in cui la blockchain può divenire perno fondamentale, dal 2013 studio, progetto e sviluppo appunto il P2P energetico.
Il mio impiego precipuo oggi è sicuramente quello di sviluppare la blockchain per la Difesa, ma anche quello di divulgarne, in maniera corretta, l’utilizzo e la sua applicabilità.
Attraversando ormai da tempo l’italia, da Nord a Sud e viceversa, noto ancora, purtroppo, poca padronanza della comprensione e di un impiego adeguato della tecnologia, dovuti ad una mancata cultura digitale delle masse, che causa scetticismo, se non opposizione, verso la grande innovazione. Per questo e per il mio impegno etico, che sento profondo, ancor prima della mia immensa passione per lo sviluppo del digitale, conduco la mia capillare “missione” di alfabetizzazione tecnologica, con l’intento di promuovere la trasformazione che cambierà il paradigma socio-culturale dal quale nascerà un buon futuro per tutti.
La tecnologia Blockchain sta silenziosamente muovendo una rivoluzione disarmata con la sua visione antropocentrica che si occupa di dare benessere all’uomo sostenendolo in moltissime sue attività e semplificandone la sua quotidianità. E’ un avvenire in cui, finalmente, si torna al valore essenziale, per l’umanità, della fiducia reciproca e in cui non esisteranno più gli ultimi, perché l’avvenire che io sogno e che sto tentando di realizzare per la società, con il sussidio fondamentale della blockchain, è dato da una rete globale fatta di persone strette e coese per obiettivi comuni.