Interbrand 2024: i migliori brand globali premiati per investimenti sostenibili
Valore dei brand nel 2024
La classifica Best Global Brands di Interbrand per il 2024 ha rivelato un incremento complessivo del valore dei marchi valutati, che è salito a 3,4 trilioni di dollari, una crescita impressionante rispetto ai 988 miliardi di dollari della prima edizione nel 2000. Questo sviluppo sottolinea non solo la resilienza del marchio ma anche il potenziale su cui i brand possono contare nel lungo termine. Tuttavia, le aziende hanno perso la possibilità di generare valore per 3,5 trilioni di dollari, evidenziando un’opportunità mancata immense che ha conseguenze significative per il futuro. Questo gap è emblematico dell’importanza di una gestione strategica nel marketing del brand.
Interbrand ha sottolineato che le aziende stanno attualmente privilegiando tattiche di performance marketing a breve termine, spesso trascurando gli investimenti necessari a costruire e mantenere un’immagine di brand forte nel lungo periodo. Sebbene le strategie di marketing possano produrre risultati immediati, la mancanza di un approccio integrato e sostenuto alle dinamiche del brand ha portato a perdite significative: nell’ultimo anno, il costo di tali decisioni si è tradotto in 200 miliardi di dollari di mancati ricavi. In questo contesto, il monitoraggio del valore del brand è essenziale.
I leader di settore comprendono sempre di più che trattare i brand come asset strategici non è solo vantaggioso, ma necessario. Gonzalo Brujó, Global CEO di Interbrand, ha affermato che se i brand fossero stati gestiti con la visione di asset strategici per la crescita, il loro valore totale avrebbe potuto raggiungere i 6,9 trilioni di dollari. Le sfide del mercato attuale richiedono un equilibrio tra spesa per il brand e ricerca del ritorno sugli investimenti, mettendo in evidenza la necessità di approcci più integrati.
In termini di classifica, Apple ha mantenuto il primo posto, anche se il suo valore ha subito una diminuzione del 3% per la prima volta in oltre due decenni. Al contrario, marchi come Ferrari hanno esibito un notevole incremento, guadagnando ulteriori punti nel ranking, dimostrando come l’innovazione e l’impegno nel rafforzare il legame con i consumatori possano fornire una spinta al valore del brand.
Con il passare del tempo, le aspettative nei confronti dei CMO e dei team di marketing si sono intensificate, così come la necessità di generare rendimenti più elevati e rapidi a fronte di investimenti relativamente contenuti. Questo scenario rende cruciale il monitoraggio continuo della forza del brand e la strategia a lungo termine, per evitare di rimanere indietro rispetto ai concorrenti in un mercato sempre più competitivo.
Crescita e declino dei principali marchi
La classifica di quest’anno evidenzia marchi che hanno vissuto percorsi di crescita notevoli, nonché altri che hanno affrontato significativi decrementi di valore. Ferrari e YouTube si sono distinti per il loro straordinario incremento, registrando rispettivamente una crescita del 21% e del 24%, con Ferrari che si è aggiudicata il titolo di “Top rising brand”. Queste performance positive indicano una capacità di risposta a nuove opportunità di mercato e a cambiamenti nei comportamenti dei consumatori, due fattori cruciali per la valorizzazione del brand.
Tuttavia, non tutti i marchi hanno condiviso un destino altrettanto positivo. Tesla, ad esempio, ha visto una riduzione di valore del 9%, evidenziando le sfide che anche i nomi di maggior successo possono affrontare, soprattutto in un contesto di crescente competitività e aspettative del mercato. La vicenda di Tesla serve come un monito sull’importanza di adattarsi e innovare continuamente, per non cedere posizioni guadagnate con difficoltà.
Il settore automotive, con 14 marchi presenti nella top 100, mostra un’interessante dualità: mentre marchi storici come Toyota, Mercedes-Benz e BMW si trovano stabilmente nella top 10, altre realtà come Kia e Hyundai continuano a emergere, con entrambe le aziende che hanno registrato crescita a doppia cifra. Questo suggerisce una forte resilienza del settore, anche se le variazioni nei valori di brand possono comportare significative fluttuazioni all’interno dello stesso segmento di mercato.
Inoltre, marchi del lusso come Louis Vuitton e Hermès continuano a dimostrare il loro appeal, con Louis Vuitton che ha guadagnato tre posizioni, posizionandosi all’11° posto. Questo dimostra come l’innovazione nel settore del lusso, legata alla creazione di esperienze esclusive per il cliente, possa favorire la crescita anche in un contesto economico incerto. Di contro, Gucci ha sofferto un calo, evidenziando la necessità di un attento rinnovamento strategico per mantenere la propria rilevanza sul mercato.
Le performance dei brand non possono quindi essere considerate meri numeri, ma rispecchiano vere e proprie storie di branding che si intrecciano con le dinamiche economiche e sociali contemporanee. Da un lato, marchi come Ferrari e YouTube offrono un chiaro esempio di come l’adattamento e la visione a lungo termine possano condurre a successi tangibili, mentre dall’altro, casi come Tesla sottolineano la volatilità del panorama attuale. La crescenti interconnessioni tra i settori rendono inderogabile per i brand la necessità di non perdere di vista la propria identità e di evolversi in continuità, mantenendo un focus consultivo sulle aspettative dei clienti e sul contesto globale di riferimento.
Strategie di investimento e opportunità perse
In un’analisi approfondita delle annuali classifiche di Interbrand, risulta evidente come le scelte strategiche di investimento abbiano un impatto diretto non solo sul valore dei brand, ma anche sulle opportunità di crescita a lungo termine. Secondo quanto riportato, le aziende hanno colto solo una frazione delle potenzialità economiche, con un enorme valore non realizzato stimato in 3,5 trilioni di dollari. Questo dato rappresenta una chiara dimostrazione di come un’attenzione esclusiva al performance marketing, senza affiancare una strategia di branding solida e a lungo termine, possa portare a perdite significative in termini di ricavi e di crescita futura.
Gonzalo Brujó, Global CEO di Interbrand, ha messo in risalto che, se i brand fossero stati considerati e gestiti come asset strategici, il loro valore complessivo non si sarebbe limitato ai 3,4 trilioni di dollari attuali, ma avrebbe potuto avvicinarsi a 6,9 trilioni. Il gap, quindi, non è solo un numero, ma un indicativo di strategie inadeguate che hanno trascurato l’importanza di costruire relazioni solide con i consumatori e di investire nel valore del brand stesso.
È chiaro che il tempo ha evidenziato un cambiamento nei criteri di valutazione da parte delle aziende: la pressione per ottenere risultati immediati ha preso il sopravvento sul valore sostenibile a lungo termine. Risultato di tale dinamica, nel corso dell’ultimo anno, è stato un deficit di 200 miliardi di dollari in mancati ricavi. La performance breve non deve, tuttavia, risultare la sola strategia adottata. Le aziende più attente e lungimiranti sono quelle che riconoscono la necessità di combinare approcci a breve e lungo termine, creando un equilibrio che consente di massimizzare le opportunità di mercato.
Un esempio emblematico di questa tensione è rappresentato da Apple, che, pur mantenendo il primo posto nella classifica, ha visto una flessione del suo valore per la prima volta in oltre vent’anni. La strategia ponderata di Apple di approcciare l’intelligenza artificiale non come un impulso a breve termine, ma come un’integrazione dei valori aziendali, mostra come la costruzione di un’identità di brand solida possa sopportare le fluttuazioni del mercato. Al contrario, il settore automotive, pur essendo ben rappresentato, evidenzia che anche marchi di grande notorietà come Tesla affrontano sfide significative, mostrando che l’innovazione deve essere continua e che le aziende devono essere pronte ad adattarsi alle nuove realtà del mercato.
La necessità di evoluzione è pertanto fondamentale. Non bastano più le campagne a breve termine; le aziende devono investire in modo intelligente, creando strategie che integrino performance e branding per garantire non solo la sopravvivenza, ma anche una crescita sostenibile nel tempo. Solo in questo modo è possibile evitare di rimanere intrappolati in un ciclo di opportunità perse, in un contesto economico in continua evoluzione.
Rappresentanza italiana nella classifica
La presenza italiana nella classifica Best Global Brands di Interbrand continua a essere significativa e rappresentativa del valore dei marchi nazionali nel panorama globale. Quest’anno, l’Italia è rappresentata da marchi iconici quali Gucci, Ferrari e Prada, evidenziando come le aziende italiane siano in grado di competere a livello internazionale, sia per il loro prestigio che per le performance di mercato.
Gucci occupa la posizione n. 41, confermando il suo status di marchio di lusso riconoscibile in tutto il mondo. Nonostante la marca stia affrontando una fase di transizione che ha influito negativamente sul valore, il suo patrimonio di creatività e artigianalità rimane innegabile. La capacità di Gucci di attrarre e coinvolgere i consumatori attraverso campagne innovative e prodotti sempre nuovi è fondamentale per il suo posizionamento, sebbene sia evidente la necessità di un rinnovamento strategico per mantenere la sua competitività.
Ferrari, al n. 62, ha mostrato una crescita esplosiva, aggiudicandosi il riconoscimento di “Top rising brand” con un incremento del 21% nel suo valore. Questo risultato impressionante è attribuibile non solo alla tradizione e all’heritage del marchio, ma anche alla sua abilità di innovare nel design dei prodotti e di espandere le esperienze per i clienti. La Casa di Maranello ha saputo adattarsi ai cambiamenti del mercato automobilistico, mantenendo intatta la sua identità esclusiva e l’appeal tra gli appassionati ed i collezionisti.
Prada, intervenendo al n. 83, rappresenta un altro esempio di successo nel settore del lusso, registrando un incremento del 14%. Questa performance è dovuta a un’attenta strategia di marketing che ha saputo rispondere efficacemente alle aspettative dei consumatori, favorendo relazioni di lunga durata. L’Eccellenza e l’innovazione di Prada creano un legame significativo con un pubblico che cerca autenticità, riconoscendo il marchio non solo come un simbolo di lusso, ma anche come un portatore di valori e storie.
In un contesto globale, la presenza di marchi italiani di alta qualità dimostra chiaramente la capacità di queste aziende di evolversi e prosperare, affrontando le sfide e le opportunità di un mercato sempre più competitivo. La crescita dei brand italiani riflette l’importanza di investire in relazioni solide con i consumatori, un aspetto cruciale che offre potenziale per continuare a generare valore. Come evidenziato da Lidi Grimaldi, CEO della sede italiana di Interbrand, “I brand con i migliori tassi di crescita sono quelli che sono in grado di leggere e anticipare le aspettative dei consumatori e di creare relazioni rilevanti trascendendo il settore di appartenenza.” In questa prospettiva, l’italianità diventa un vantaggio distintivo nell’affermazione della qualità e nella costruzione di narrazioni di brand forti e memorabili.
Impatto dell’innovazione sul valore del brand
L’innovazione rappresenta un elemento cruciale nel determinare il valore di un brand, e la classifica Best Global Brands di Interbrand per il 2024 offre illuminanti spunti su questo tema. Dallo studio emerge che le aziende che hanno saputo integrare innovazione e strategia di marketing a lungo termine hanno visto il proprio valore crescere in modo significativo. Per esempio, marchi come Ferrari, che ha registrato un incremento del valore del 21%, evidenziano l’importanza di investire in nuove tecnologie e design, oltre a costruire esperienze memorabili per i consumatori.
Ferrari, con il suo costante perfezionamento nel design dei veicoli e nell’offerta di esperienze esclusive legate al brand, ha saputo trasformare la tradizione in innovazione, creando un perfetto equilibrio fra il suo heritage e le aspettative moderne del mercato. Allo stesso modo, Louis Vuitton ha scalato tre posizioni nella classifica, dimostrando come l’innovazione, combinata con una forte identità di marca, possa portare a un aumento del valore e a una crescente rilevanza nel settore del lusso.
Un altro caso interessante è rappresentato da Apple, che, pur mantenendo la prima posizione in classifica, ha visto una diminuzione del valore per la prima volta in oltre vent’anni. Questo cambiamento è attribuibile alla scelta di approcciarsi all’intelligenza artificiale in modo ponderato, prioritizzando la costruzione di fiducia a lungo termine piuttosto che cercare guadagni immediati. È un chiaro segnale che l’innovazione non deve essere perseguita a scapito dei valori fondamentali di un brand; al contrario, i brand devono trovare modi per integrare l’innovazione nei loro principi, garantendo coerenza e autenticità.
Nel contesto attuale, dove le aspettative dei consumatori si evolvono rapidamente, l’abilità di un marchio di adattarsi alle nuove tendenze e di rispondere in modo agile è fondamentale. Marchi come Tesla, pur avendo una reputazione consolidata, hanno dovuto affrontare sfide significative a causa di un calo del valore del 9%. Ciò mette in luce la pressione che le aziende devono fronteggiare per innovare continuamente e rimanere rilevanti in un panorama competitivo in continua evoluzione.
È cruciale, dunque, che le aziende non solo investano in innovazione tecnologica, ma che costruiscano anche solide relazioni con i consumatori, ascoltando le loro esigenze e aspettative. Questa interazione favorisce non solo un adattamento rapido alle tendenze di mercato, ma consente anche di mantenere un forte legame emotivo tra il brand e il suo pubblico. Come ha sottolineato Gonzalo Brujó di Interbrand, i brand capaci di rispondere in modo proattivo alle sfide del mercato e di investire in strategie di lunga durata si posizionano meglio per sfruttare le opportunità future e aumentare il proprio valore nel lungo termine.