Insospettabili sospetti: ci vuole stile per fare certe cose

Insospettabili sospetti – terza pellicola del regista Zach Braff (protagonista della serie televisiva Scrubs) e remake di Vivere alla grande (Martin Brest, 1979) – racconta le vicende di tre vecchi amici, Willie, Joe ed Al, vittime del sistema bancario e del mondo globalizzato.

Insospettabili sospetti non è la solita ramanzina ai grandi poteri. Non è nemmeno la solita commedia per farsi due risate dopo il pranzo della domenica. Il film è una presa di posizione di tre ottantenni che, sentendosi deprivati della pensione sudata un’intera vita, decidono di rapinare la propria banca. L’obiettivo è riprendersi ciò che gli spetta. Inoltre, la pellicola tratta con ironia argomenti importanti come: la difficoltà di permettersi anche solo un caffè, il diritto alla dignità e all’assistenza sanitaria. Fondamentale si rivela anche l’accento sulla società che trascura e fa sentire le persone soltanto dei numeri.

Oltre alla solida trama, la carta vincente è il cast. Morgan Freeman, Michael Caine ed Allan Arkin, tre premi oscar, portano sul grande schermo una recitazione impeccabile. Sono proprio loro a trasmettere quella sensazione di calore che ti farà ripensare alla magia delle piccole cose. Una tazza di caffè scadente o un pezzo di torta, sembra tutto più buono in compagnia degli amici.

L’amicizia, il forte senso della famiglia e la complicità si intrecciano con cinismo, astuzia e ingegnosità. Il risultato finale è una gang di ottimisti che cercano di vedere il bicchiere sempre pieno. Uomini che desiderano mangiarsi un pezzo di torta quando gli viene voglia e non accettano più di essere trattati con sufficienza.

La cosa più divertente del film è che ti permette di entrare dentro la vita dei personaggi. Senza renderti conto diventi membro di una banda non convenzionale e assolutamente spassosa.

I tre fuorilegge fanno tenerezza ma non cercano assolutamente compassione. Nonostante l’età non esitano a lanciarsi in nuove avventure e non intendono lasciarsi sopraffare senza combattere, in quanto:

Non è mai troppo tardi per regolare i conti.