Cappelli: un simbolo di stile e identità
Negli anni ’50, Christian Dior affermò: “Senza cappello non c’è alcuna civiltà”, una riflessione che risuona nell’epoca moderna, caratterizzata da un desiderio di affermazione individuale. I cappelli, da sempre simboli di status e stile, hanno attraversato periodi di grande popolarità e momenti di crisi. Oggi, indossare un cappello è un atto di audacia e personalità, un modo per esprimere il proprio io senza riserve.
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Nonostante la loro funzionalità nel riparare dalla pioggia e proteggere dal sole, c’è ancora una certa reticenza nel portare questo accessorio. Tuttavia, le tendenze attuali invitano alla scoperta e alla valorizzazione del copricapo, incoraggiando la scelta di modelli che rispecchiano il proprio gusto personale e la forma del viso. L’atto di indossare un cappello diventa così un’espressione di vanità consapevole, in grado di elevare qualsiasi outfit, dal più casual al più elegante.
Tradizione e innovazione nella cappelleria
Uno dei nomi storici nella produzione di cappelli in Italia è indubbiamente Cappelleria Palladio 1899 di Vicenza, la quale rappresenta un perfetto amalgama di know-how artigianale e tradizione. Originariamente, queste creazioni nascevano dalle mani di “trecciaiole” del Veneto e della Toscana, donne abili nel lavorare la paglia. Con l’industrializzazione, però, queste professioni tradizionali dovettero affrontare nuove sfide, come nel caso di Barsene Conti, un pioniere che guidò uno dei primi scioperi femminili del fiorentino nel 1896, testimoniando la crescente consapevolezza di genere.
Un altro protagonista di rilievo è Giuseppe Borsalino, le cui creazioni hanno significato un punto di svolta nella realizzazione di cappelli italiani su larga scala, incrementando significativamente l’export. La partnership recente con Damiani ha ulteriormente esaltato questo patrimonio: tre cappelli Borsalino, ornati con gioielli sartoriali, celebrano un secolo di eleganza e tradizione.
Oggi, marchi come Grevi, Marzi, e Cappelli Marone continuano a mantenere viva l’eredità della cappelleria italiana, con sfilate che mettono in luce la creatività e l’originalità nel design. Louis Vuitton, Dior e Valentino sono solo alcune delle maison che incorporano innovazioni audaci nei loro copricapi, rendendo il cappello un elemento centrale di qualsiasi collezione.
Mostre e designer contemporanei
Uno degli eventi più attesi nel panorama della moda è la mostra dedicata al cappello al Palais Galliera di Parigi, la prima in oltre quattro decenni a focalizzarsi su questo accessorio. Intitolata Stephen Jones. Chapeaux d’artiste, la rassegna, aperta fino al 16 marzo 2025, celebra l’opera di uno dei più rinomati cappellai, Stephen Jones. Le sue creazioni, frutto di un raffinato equilibrio tra humour inglese e audacia creativa, riportano alla mente l’evoluzione del cappello come dimostrazione di arte e ingegno. Jones ha collaborato con grandi nomi della moda come Jean Paul Gaultier e Dior, portando la tradizione del cappello a nuove vette di innovazione.
In mostra si possono ammirare modelli che raccontano la storia del cappello dagli anni ’80 ad oggi, evidenziando un rapporto profondo tra moda e cultura. La curatrice Marie-Laure Gutton sottolinea come il cappello sia un elemento in grado di esprimere l’identità e l’audacia di chi lo indossa, fungendo da manifesto personale in ogni occasione.
A fianco di Jones, designer emergenti come Maryam Keyhani e Ruslan Baginskiy stanno ridisegnando il concetto di cappello moderno. Keyhani, con il suo approccio architettonico, e Baginskiy, che ha guadagnato riconoscimenti internazionali per le sue creazioni, dimostrano che l’arte della cappelleria vive e si evolve, rimanendo al passo con le tendenze contemporanee. Il futuro di questo accessorio, pertanto, appare luminoso, con una continua ricerca di materiali e forme innovative che invitano a una riflessione su stile e identità.
Il cappello nel mondo della musica e della moda
Il dialogo tra cappelli e musica è tanto ricco quanto affascinante. Icone della musica come Boy George e Steve Strange hanno utilizzato il cappello come simbolo di riconoscibilità e individualità. Il celebre locale Blitz di Londra ha rappresentato un punto di incontro tra il punk-rock e i designer del tempo, dove il cappello diventava espressione visiva di un’identità culturale e artistica.
Oggi, modelli come i cappellini da baseball, reinterpretati con un tocco sofisticato, continuano a dominare le scelte stilistiche. Marta Gramaccioni, buyer di LuisaViaRoma, afferma: “Il cappellino da baseball è un modello senza tempo, indossato in look urbani, ma anche in occasioni più eleganti”. Versatile e pratico, il cappello si presta a varie interpretazioni, abbinandosi facilmente a giacche chic e tacchi alti.
La presenza dei cappelli nel panorama musicale contemporaneo, quindi, va ben oltre le semplici scelte estetiche, trasformandosi in un mezzo potente per comunicare personalità e stati d’animo. Dalla scena hip-hop alle passerelle di moda, i copricapi continuano a raccontare storie, riflettendo le tendenze sociali e culturali attuali.