Hillary Clinton – The Twitter Show
Ci sono modi differenti di gestire i propri account su Twitter.
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Si può decidere di trattare solo un certo argomento, di porsi come esperti, di costruire di sè una rappresentazione a tutto tondo. I politici italiani adottano le più differenti modalità.
Alcuni raccontano principalmente di ciò che stanno facendo, altri esprimono i valori di partito, altri ancora criticano gli avversari.
I politici americani, invece, dettano le vere regole del gioco su Twitter e mostrano ai politici nostrani il vero significato di politica spettacolarizzata e di politica pop.
Se negli ultimi decenni si è assistito a quella che è stata definita l’americanizzazione della politica europea, a che livello è arrivato lo stile della politica americana?
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Il tweet di Hillary Clinton della scorsa settimana è uno di quelli che hanno infuocato Internet.
453.965 retweet, 567.588 like e un atteggiamento da rockstar. In alcuni articoli, infatti, il tweet della Clinton è stato definito come un mic-drop.
Quando una rockstar non ha nient’altro da aggiungere, dice l’ultima frase ad effetto e poi molla il microfono a terra lasciando tutti senza parole, esattamente questo.
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Il tweet però non ha esattamente chiuso i discorsi ma li ha piuttosto aperti, sia fra Clinton e Trump, sia fra Clinton e suoi sostenitori e oppositori.
Il tweet, tuttavia, è solo una minima parte della strategia di comunicazione politica adottata dalla Clinton su Twitter. Se Obama era l’uomo dei valori, dei sogni da realizzare, Hillary è la donna forte, è l’esperienza fatta persona, è quella che i problemi li vede, li dice, li risolve.
Ed è quella che sa come parlare con i suoi elettori, affrontando l’arduo compito di costruire una nuova comunicazione politica che si può definire come comunicazione post Obama.
La Clinton adotta una comunicazione che strizza l’occhiolino ai video di BuzzFeed, a Snapchat, alle Gif che stanno dominando Internet negli ultimi mesi.
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Come volevasi dimostrare, i comunicatori politici americani mantengono sempre il gioco su un livello più avanzato.
Mentre in Italia i nostri politici giocano ancora a farsi la guerra online e sui loro profili si trovano per lo più foto celebrative (per capire di cosa si sta parlando, si veda, ad esempio questo tweet di Renzi) o slogan di propaganda (in cui Salvini, ad esempio, va fortissimo), in America si abbandona del tutto il politichese, si parla con le persone ma, soprattutto, con i modi delle persone.
Se i contenuti rimangono la parte più importante della comunicazione politica il non comunicarli, o il comunicarli male, li rende inesistenti.
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E così, mentre il mondo va avanti, in Italia si continua ad adattare il vecchio stile al nuovo, ma mantenendo i medesimi stilemi e le stesse modalità. Se la spettacolarizzazione della politica potesse essere un mezzo per riportare i cittadini verso un sano interesse allora il fine giustificherebbe il mezzo.
Quando la spettacolarizzazione serve per creare dialogo e farsi comprendere, essa è, forse, un metodo efficace da adottare. Ma se viene applicata all’unico scopo di “mettere in mostra”, ulteriormente, la propria immagine, rimarrà uno strumento vuoto o riempito di contenuti auto-celebrativi, utili solo ai politici per continuare a fare propaganda.
Mic-drop.
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