La grande novità di Google è il nuovo smartphone Motorola Moto X, lo smartphone intelligente made in Usa
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Si chiama Moto X, e promette di dar battaglia ai celeberrimi iPhone e Galaxy: è il nuovo telefono cellulare annunciato da Google, che insieme a Motorola affila le armi per competere con Apple e Samsung in questa promettente fetta di mercato. Moto X sarà in vendita dalla fine del 2013: a dare l’annuncio è stato Dennis Woodside, Ceo di Motorola Mobility, nel corso della conferenza californiana D11. Lo smartphone è il primo prodotto in uscita da quando la divisione mobile dell’azienda è stata acquisita da BigG, nell’agosto 2011.
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Tra le caratteristiche peculiari del nuovo smartphone spiccano prima di tutto i sensori, che si preannunciano “intelligenti”: il giroscopio o l’accelerometro saranno sempre attivi e permetteranno al cellulare di capire e anticipare le mosse dell’utente.
Per esempio, la fotocamera si accenderà automaticamente quando i nostri movimenti preannunceranno l’intenzione di scattare una foto, mentre il navigatore si accenderà automaticamente quando saliremo in auto: tutto ciò che fino a poco tempo fa era quasi fantascienza, adesso sembra essere diventata la normalità del progresso.
La batteria di uno smartphone è sempre la pecca di un dispositivo che consuma molta energia e di solito dura sempre troppo poco, ma non questa. La batteria di Moto X, infatti, sempre secondo quanto annunciato, avrà una durata maggiore rispetto ai competitor, e il prodotto dovrebbe essere equipaggiato con una fotocamera migliore: si parla di 16 megapixel.
Il monitor si preannuncia da 4,7 pollici, probabilmente Full HD a 1080p, mentre per la memoria si parla di 32GB con 2 Gb di RAM. Ancora molte incognite, invece, in merito al processore, anzi ai processori, visto che Woodside ha anticipato che saranno due. Moto x sarà uno smartphone “made in Usa”: la sua produzione avverrà a Fort Worth, in Texas, in un ex stabilimento Nokia, chiuso ormai da 15 anni, e permetterà l’assunzione di circa 2 mila dipendenti sul suolo americano.
La decisione rappresenta quindi anche un’astuta mossa di marketing, facendo leva sul sentimento patriottico americano. I componenti, tuttavia, saranno ancora prodotti in Asia, tra Corea del Sud e Taiwan.
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