Gianna Nannini e io: incontro freddo e riflessioni su me stessa
Fame di Musica: I Primi Anni di Donatella Rettore
Donatella Rettore ha iniziato la sua avventura musicale sin da giovane, quando, a soli dieci anni, mostrava già la sua determinazione. Riuscì a comprarsi “un biglietto per il concerto dei Rolling Stones a Milano” e prenotò anche un posto in treno in terza classe per raggiungere l’evento. La sua audacia si manifestò in un messaggio lasciato ai genitori: “Addio, vado a vivere con Mick Jagger”, un gesto che evidenziava la sua passione per la musica e il desiderio di libertà. Tuttavia, la madre non le permise di partire e la riportò a casa, ma quell’episodio segnò l’inizio del suo sogno musicale.
La carriera di Rettore ha preso forma anche grazie a incontri significativi, come colui che è diventato il suo mentore, Lucio Dalla. Si conobbero durante “un concorso per voci nuove di Riva del Garda” e successivamente, Rettore ha avuto l’opportunità di aprire i suoi concerti. Descrivendo i suoi primi anni, Donatella racconta: “Ero grassa. Insomma molto in carne, tipo Adele prima maniera.” In quel periodo, si sentiva a proprio agio in Germania, dove la gente non faceva caso al suo aspetto fisico, e si camuffava con “camicioni di garza”, trovando persino successo con le sue “rotondità”.
Tra le esperienze che più l’hanno segnata c’è stato il suo soggiorno a Londra, dove ebbe occasioni straordinarie, come incontrare David Bowie dal fornaio e prendere il thé con Elton John. Questo ultimo le presentò anche George Michael e la portò nei luoghi più esclusivi della città. Questi incontri, uniti alla sua passione per la musica, hanno contribuito a formare l’artista che oggi conosciamo.
Incontri e Collaborazioni Iconiche
Tra i ricordi più preziosi di Donatella Rettore ci sono senza dubbio le esperienze e le collaborazioni che hanno arricchito il suo percorso musicale. Oltre a Lucio Dalla, che le ha aperto le porte del mondo della musica, Rettore ha avuto l’opportunità di condividere il palcoscenico e creare legami con numerosi artisti del panorama musicale italiano e internazionale. La sua carriera si è intrecciata con quella di figure di spicco, dando vita a momenti indimenticabili, sia sul palco che al di fuori.
Rettore descrive con affetto le serate trascorse insieme a vari artisti, commentando l’atmosfera di collaborazione e rispetto reciproco che caratterizzava gli eventi. “Nel 2009, al concerto ‘Amiche per l’Abruzzo’,” racconta, “Giorgia ed Elisa furono adorabili, mentre Gianna Nannini mi diede la mano moscia.” Questo aneddoto mette in risalto non solo il clima di convivialità tra i colleghi, ma anche le diverse personalità artistiche che spesso emergono in tali situazioni.
La sua esperienza con la musica è stata arricchita da una serie di eventi e concerti in cui ha avuto modo di interagire con artisti che sembravano lontani anni luce dalla sua realtà. Ogni incontro ha forgiato non solo la sua carriera, ma anche la sua visione artistica. “Ero in un momento in cui scoprii non solo la mia voce, ma anche chi ero come artista,” spiega, sottolineando l’importanza delle connessioni con chi condivide la passione per la musica.
Questi scambi e collaborazioni hanno permesso a Donatella di crescere artisticamente, abbracciando nuove sonorità e stili che hanno arricchito il suo repertorio. Le ha aperto orizzonti che l’hanno portata a esplorare diverse sfumature della musica, rendendola una delle voci più versatili e riconosciute del panorama musicale contemporaneo.
Riflessioni Personali e Trasformazione
Donatella Rettore, con la sua schiettezza e la sua sincerità, si apre sulle sue introspezioni più profonde. Non si considera “pazza di sé”, ma è critica con il suo mondo interiore. Confessa: “Cambierei la mia testa, vorrei essere meno emotiva, paranoica, più calcolatrice.” Questa affermazione rivela un desiderio di trasformazione, di voler controllare le proprie emozioni e reazioni, un bisogno di razionalità in un settore dominato dall’improvvisazione e dall’arte dei sentimenti.
Rettore parla delle sfide che ha affrontato nella sua vita personale, accennando a problematiche di salute serie. “Sono talassemica e nel 2020 ho avuto un tumore al seno,” afferma, illuminando i sacrifici e le difficoltà che ha dovuto affrontare. La sua esperienza l’ha portata a una comprensione più profonda della vita e, in particolare, dell’importanza della salute, un valore che spesso viene sottovalutato in un mondo frenetico e pieno di pressioni.
Oltre alla salute, la Rettore sottolinea la mancanza di una figura di fiducia, dicendo: “Non ho mai trovato qualcuno di cui fidarmi ciecamente.” Questa mancanza ha influito sulla sua vita personale e professionale, rendendola più cauta nei rapporti e nelle collaborazioni. La vulnerabilità che si cela dietro il suo successo la rende ancora più reale agli occhi dei fan e degli amanti della musica.
Nella sua narrazione, apprendiamo che la trasformazione interiore è un viaggio continuo. Donatella si riflette sul passato con nostalgia e un certo rimpianto, pur accettando le sue esperienze come fondamentali per la sua crescita personale. Vivendo la vita con intensità, ella ha appreso che ogni dolore e ogni gioia contribuiscono a creare l’artista e la persona che è oggi, un viaggio di continua evoluzione e scoperta.
Il Rapporto con Gianna Nannini
Il rapporto tra Donatella Rettore e Gianna Nannini è caratterizzato da un clima di freddezza e incomprensione. Donatella non esita a definire la loro relazione come “glaciale”. “Era noiosa, la Ricordi le consigliò di imitarmi. E fece Fotoromanza vestita da marinaretta, abbastanza ridicola,” ricorda con un tono di velata critica, rievocando aneddoti che sembrano mettere in luce una rivalità più che una fratellanza artistica.
In un episodio particolare, Rettore racconta di un incontro avvenuto in aereo, dove, mentre lei si trovava in economy, Nannini occupava un posto in prima classe. “La salutai, non mi rispose,” afferma, descrivendo un momento che ben simboleggia il distacco tra le due artiste. Questo episodio rivela non solo la mancanza di interazione tra loro, ma anche una certa barriera che fa apparire la Nannini distante e inaccessibile.
La Rettore, pur avendo raggiunto traguardi significativi nella sua carriera, si mostra disarmata di fronte al modo in cui Gianna Nannini si presenta nel panorama musicale. A differenza di altre colleghe, come Giorgia ed Elisa, che nel contesto del concerto “Amiche per l’Abruzzo” si sono sempre dimostrate calorose e disponibili, la Nannini viene descritta da Donatella come priva di slancio nei suoi gesti. “Mi diede la mano moscia,” commenta, un gesto che rivela più di mille parole sulla qualità dei loro scambi. Si percepisce un senso di sconforto nel riconoscere come i legami nel mondo della musica possano a volte risultare superficiali e privi di autentica empatia.
Queste esperienze contribuiscono a delineare un quadro complesso e articolato delle dinamiche tra le artiste, suggerendo che, al di là delle loro carriere e degli applausi, l’umanità e le emozioni fanno spesso da sfondo a relazioni marcate da solitudine e distacco. La Rettore, attraverso queste riflessioni, mette anche in discussione il vero significato di “amicizia” nell’industria musicale, dove le persone possono apparire vicino ai riflettori eppure sentirsi altrettanto isolate.
Amore e Relazioni nel Mondo dello Spettacolo
L’amore e le relazioni nel mondo dello spettacolo sono spesso complessi e sfumati, e Donatella Rettore non è esente da esperienze di questo tipo. La sua carriera e la sua vita personale si sono intrecciate in modi sorprendenti, creando un mosaico di passioni e legami. Tra i ricordi più vividi, Rettore parla di una sbandata giovanile che la portò a vivere un’estate di passione: “Nel 1983 stavo per diventare contessa. Presi una sbandata folle per Umberto Marzotto, lui 21, io 27, scappammo insieme.” Questo episodio rappresenta un momento di pura spensieratezza e ribellione, in netto contrasto con la realtà spesso seria e professionale del suo mondo lavorativo.
Quella relazione, sebbene intensa, fu di breve durata: “Durò un’estate,” ammette, rivelando che, col tempo, la sua prospettiva sull’amore è cambiata. “Adesso uno così non lo vorrei manco incartato,” confida, suggerendo una maturazione emotiva avvenuta nel corso degli anni. Questo cambiamento di atteggiamento può riflettere non solo l’evoluzione di Rettore come artista, ma anche come donna, consapevole delle sfide e delle delusioni che possono presentarsi nel contesto di relazioni tempestose e fugaci.
Rettore ha ritrovato una stabilità nella sua vita amorosa, affermando di essere tornata monogama dall’89. Questa scelta sembra indicare una ricerca di sicurezza in un settore, come quello musicale, dove le relazioni possono spesso essere effimere e superficiali. In un ambiente dove ci si attende che tutto scorra in un clima di euforia e interazioni frequentate, la sua decisione di abbracciare la monogamia rappresenta un’anomalia che merita attenzione e rispetto.
La vita di Donatella Rettore offre una macroscopica illustrazione delle sfide delle relazioni nel mondo dello spettacolo, dalle passioni fugaci a una selezione consapevole delle proprie affinità. La sua prospettiva sul romanticismo e l’affetto è stata influenzata non solo dai suoi successi professionali, ma anche dalle esperienze personali, portandola a riflettere su cosa significhi davvero amare e essere amati in un contesto così pubblico e talvolta spietato. Queste narrazioni rivelano che dietro i successi e i riconoscimenti, ogni artista combatte la propria battaglia personale, cercando un equilibrio fra carriera e vita sentimentale.