George R.R.Martin commenta le Nozze Rosse, l’episodio shock de Il Trono di Spade
The Rains of Castamere, l’ultimo episodio di Game of Thrones, ha sconvolto il pubblico. Ma quando George R.R. Martin ha deciso di scrivere il sanguinoso e scioccante capitolo delle Nozze Rosse? Ecco i segreti dell’episodio shock!
ATTENZIONE: SPOILER!
È già stato definito come uno degli episodi più scioccanti della storia della televisione. Parliamo di The Rains of Castamere, la nona puntata della terza stagione di Game of Thrones, la serie tv fantasy targata HBO.
Le Nozze Rosse, così è chiamata la sconvolgente sequenza finale, sono state uno dei capitoli più tormentati scritti da George R.R. Martin, che di personaggi ne aveva già uccisi non pochi nei precedenti romanzi. Tante le morti eccellenti: Robb e Catelyn Stark, la giovane moglie del Re, e persino il Metalupo che la piccola Arya non riesce a salvare.
Una carneficina inaspettata, che lo scrittore ha provato a spiegare meglio nell’intervista rilasciata ad Entertainment Weekly. Eccone alcuni estratti:
Mentre scriveva, quando ha capito che Robb e Catelyn dovevano morire?
Tutto mi era abbastanza chiaro sin dall’inizio. Non dal primo giorno ma giù di lì. Ho detto in molte interviste che ciò che adoro dei miei racconti è proprio l’imprevedibilità. Mi piace che si crei una certa suspance. Ho ucciso Ned nel primo libro ed ho scioccato moltissime persone. L’ho ucciso perché tutti pensavano che essendo l’eroe di sicuro si sarebbe ficcato in qualche guaio, ma che alla fine qualcuno l’avrebbe tirato fuori. L’altra cosa prevedibile era proprio la successiva ascesa e vendetta da parte del figlio maggiore. Tutti se lo aspettavano. Così l’uccisione di Robb fu la prossima cosa che feci.
Quale tipo di reazioni ha ricevuto dai lettori, durante gli anni, per quanto riguarda questa scena?
Le più estreme. Sia in negativo che in positivo. Questa è la scena più complessa che abbia mai scritto. Si trova quasi a metà del libro, ma la saltai una volta arrivatoci. Decisi, quindi di completare il libro e poi lavorare a questo capitolo mancante. È stato come uccidere due figli. Ho fatto in modo che il lettore vivesse gli eventi che stava leggendo. Nello stesso modo in cui ti addolori se un amico viene ucciso, nello stesso modo dovresti dolerti dell’uccisione dei personaggi. […] Lei, inoltre, ha avuto modo di implorare pietà. Ha anche ucciso l’ostaggio, che non è nessuno a cui Frey tiene particolarmente. Il tentativo di Catelyn è vano, ma l’ostaggio lo uccide lo stesso. Ci vuole una certa forza per fare anche questo.
Ha mai avuto dei rimorsi per questa scena?
No. Non come scrittore. È probabilmente una delle più potenti scene di tutto il libro. Mi è costata alcuni lettori, ma ne avrò sicuramente conquistato degli altri. Però mi è stato difficile vederlo nello show. Non è stata una nottata facile, anche perché amo aanche questi i personaggi e conosco gli attori che gli hanno interpretati. Si conclude un rapporto anche affettivo con costoro: Richard Madden e Michelle Fairley hanno fatto un lavoro eccezionale.
Cosa direbbe a coloro che sono stati scioccati dalla scena?
Dipende cosa dicono loro. Cosa puoi dire a chi ti dice che non leggerà più un tuo libro? La gente legge per differenti ragioni e le rispetto tutte: alcuni leggono per rilassarsi o evadere da una vita dura. Costorno non vogliono ricevere un tale colpo per una cosa così orribile. Poi leggi un certo tipo di racconti dove il ragazzo vuole conquistare la ragazza e i buoni vincono, a conferma che la vita è giusta. C’è a chi piace tutto ciò e non li disprezzo assolutamente, ma questo non è il tipo di racconti che scrivo io, in generale. Sicuramente non è ciò sono le Cronache. Ho cercato di rendere tutto più vicino alla realtà. C’è la gioia, ma anche il dolore e la paura. Credo che la narrativa migliore sia quella che cattura sia le ombre che le luci della vita.
E le Nozze Rosse? Hanno delle basi storiche anche loro?
Le nozze rosse si basano su un paio di eventi, realmente accaduti, nella storia scozzese. Uno fu il caso chiamato il ‘Pranzo Nero’ (The Black Dinner): il re di Scozia stava combattendo il clan di Black Douglas; si incontrarono per fare la pace presso il giovane conte Douglas che offrì un passaggio sicuro e, arrivati al castello di Edimburgo, una grande festa. Alla fine del banchetto, gli uomini del re iniziarono a suonare un tamburo mentre misero di fronte al conte un piatto con una testa di cinghiale, simbolo di morte. La reazione non si fece attendere. Furono trascinati fuori e giustiziati nel cortile. L’ispirazione maggiore fu però il massacro di Glencoe: il Clan MacDonald risiedeva presso i Campbell per la notte e le leggi sull’ospitalità sembravano essere rispettate, ma i Campbell insorsero, massacrando ogni MacDonald gli fosse capitato per le mani. Non importa quanto possa mitigare queste cose, nella storia è successo questo, e anche di peggio.
Su Screenweek potete trovare nuovi aggiornamenti su Game of Thrones.